"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 31 marzo 2009

Due interventi di Padre Gheddo

Segnalo due stimolanti  interventi di Padre Piero Gheddo sull’Africa.

Il primo articolo Africa Nera: “Educare o Morire”, comparso nel 2006 sulla rivista dell’Università Cattolica di Milano “Vita e Pensiero”, è una interessante provocazione che riporta al centro del dibattito il ruolo dell’educazione quale vero e imprescindibile motore che promuove e alimenta lo sviluppo delle società e degli stati africani.( per leggere clicca qui)

Il secondo,  che riporta una recente conversazione su Radio Maria, è una panoramica sul ruolo storico della missione della  Chiesa in Africa e della sua attualità, anche con riferimento al sostegno di cui le chiese locali africane ancora necessitano. ( per leggere clicca qui 

sabato 28 marzo 2009

Anche l'India interessata a investire in Rwanda

Una delegazione di 20 investitori indiani, attualmente in Rwanda per studiare la situazione del mercato in previsione di possibili investimenti nel Paese, ha incontrato  ieri il Presidente Paul Kagame con il quale ha approfondito l’argomento. Parlando alla stampa dopo l'incontro con il Presidente, Mukund Choudhary, Managing Director di Spentex industrie tessili indiane,anche a nome del gruppo, ha ammesso l’ interesse ad investire in Rwanda, paese che presenta un clima favorevole agli investimenti e una promettente economia, in settori quali l’ICT, il farmaceutico, il  tessile e l'agricoltura.

Dopo le grandi manovre cinesi in terra africana, anche l’India muove dunque le sue pedine e si affaccia sullo scacchiere africano.  La speranza è che  la politica commerciale indiana nel continente non assuma le connotazioni aggressive dei cinesi, abituati a far man bassa di concessioni di sfruttamento minerario e petrolifero, anche grazie alla politica sempre efficace di fare dono di qualche opera pubblica al paese interessato. Senza dimenticare anche la politica cinese di ricorrere,  per la  realizzazione degli interventi in terra africana, a manodopera cinese, oltretutto attinta, secondo alcuni osservatori in loco, anche al serbatoio delle capienti carceri cinesi, con conseguente scarsa o nessuna ricaduta sull’economia delle famiglie africane. Da ultimo, rimane la speranza che un grande paese di riconosciuta democrazia come l’India abbia un diversa sensibilità, rispetto al  regime cinese, per quanto attiene il rispetto dei diritti.

Africando: serata dedicata al Rwanda

Si è tenuta ieri sera, presso la biblioteca di Albosaggia, la prima delle tre serate del cilco Africando,  organizzato da Erik Viani, per conoscere più da vicino la realtà di alcuni paesi del continente africano: ieri sera è toccato al Rwanda. Lo stesso curatore ha animato la serata, dapprima con una introduzione sullo spirito con cui organizza i suoi viaggi  in questi paesi, ai margini dei più scontati tour turistici, e poi commentando un diario di viaggio fotografico in terra rwandese. All'interno della serata ha trovato il suo piccolo spazio anche  un'illustrazione di alcuni dei progetti realizzati in questi anni dai volontari dell'Associazione Kwizera Onlus.  Il  prossimo 3 aprile sarà la volta del Burundi, con la testimonianza della signora Fides Marzi dell'Associazione Dukorere Hamwe Onlus, un'agronoma originaria di quel paese che vive da diversi anni in Valtellina.

 

giovedì 26 marzo 2009

Ancora su Aids e viaggio papale



Consiglio la lettura dell'intervento che Padre Giulio Albanese fa sul suo blog "Africana", dal titolo: Benedicendo l'Africa....
 
Fa piacere condividere l'analisi di quanto accaduto in questi giorni in Africa con personaggi del calibro di Padre Albanese e Padre Gheddo.

mercoledì 25 marzo 2009

Ancora sulla lotta all'Aids

Sul problema della lotta all'Aids leggi il post in ARMAGHEDDO: Contro l’Aids vince l’educazione non il preservativo

martedì 24 marzo 2009

La lotta all’Aids: oltre il preservativo

Non è parso vero alla  stragrande maggioranza dei media mondiali menare grande scandalo sulla frase pronunciata da Benedetto XVI, durante il viaggio aereo verso il Cameroun, secondo il quale l’epidemia dell’Aids "non si può superare con la distribuzione dei preservativi che, anzi aumentano i problemi". Immediatamente sono scese in campo diverse cancellerie occidentali per stigmatizzare l’irresponsabilità di tale affermazione e per assumere iniziative concrete che andassero nel senso opposto. Il più solerte, come sempre quando c’è da sottolineare il proprio anticlericalismo, è stato il premier spagnolo Zapatero che immediatamente ha disposto l'invio di un milione di preservativi per le popolazioni africane interessate dal flagello dell’Aids. Secondo il Rapporto 2008 dell’ONUSIDA, il programma delle Nazioni Unite contro l’Aids, il 67% dei circa 33 milioni di persone infette di Aids nel mondo vivono nell’Africa sub sahariana, dove vivono altresì 1,8 milioni di  ragazzi sotto i quindici anni infetti di Aids, il 90% sul totale mondiale, con 270.000 nuovi infetti ogni anno. Secondo il Rapporto, per affrontare l’epidemia  durevolmente, bisogna lavorare  sulla violazione dei diritti dell’uomo, sull’ineguaglianza tra i sessi, sulla discriminazione, sulla condanna della violenza sulle donne. Bisogna ridurre la prevalenza di rapporti  sessuali plurimi tra diversi partner. Bisogna favorire un miglioramento delle condizioni sociali complessive delle famiglie e l’accesso all’educazione scolastica  per i bambini. Poi naturalmente c’è anche la prevenzione con l’uso del preservativo. Anche se i servizi di prevenzione della trasmissione del virus tra madre e figlio hanno fatto progressi significativi il lavoro da fare è ancora molto  per intensificare  i trattamenti antivirali sui bambini e sulle mamme. Come si vede l’approccio dell’ONU , di cui è ben nota la spregiudicatezza con cui affronta certi problemi, è un po’ più complesso di come molti politici occidentali vorrebbero affrontare il problema dell'Aids  e, forse, non così lontano dai programmi che  esponenti della Chiesa stanno conducendo in tanti paesi africani e non solo. Allora è lecito porsi una domanda: che utilità avrà il milione di preservativi, che l’ineffabile Zapatero si è premurato ad inviare in Africa, per i quasi due milioni di bambini infetti e i milioni di madri che rischiano di trasmettere il virus ai figli perché non ci sono i fondi per le cure necessarie per evitare tale contagio? Certo è più facile e, soprattutto, molto meno costoso spedire un container pieno di preservativi che sostenere programmi di formazione e crescita sociale, finanziare centri di cura e forniture di medicinali, così come auspica l’ONU. Se poi il tutto consente anche qualche sberleffo al Papa,  per qualche anticlericale d’accatto la tentazione è veramente irresistibile. Comunque, tutta la polemica un effetto lo ha sortito: mettere la sordina sul viaggio papale e soprattutto su quanto detto da Benedetto XVI  in terra africana a quei popoli, ai loro governanti ma anche ai grandi del mondo, politici e operatori economici, che si avvicinano all'Africa non sempre con la necessaria apertura verso i suoi bisogni. 

    lunedì 23 marzo 2009

    Benedetto XVI: l'Africa deve liberarsi dei propri mali sistemici.

    Dall'omelia di S.S. Benedetto XVI ai vescovi dell'Angola.
    "Quanto grandi sono le tenebre in tante parti del mondo! Tragicamente, le nuvole del male hanno ottenebrato anche l’Africa, compresa questa amata Nazione di Angola. Pensiamo al flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell’uomo, riduce in schiavitù i poveri e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta – una società veramente ed autenticamente africana nel suo genio e nei suoi valori. E che dire di quell’ insidioso spirito di egoismo che chiude gli individui in se stessi, divide le famiglie e, soppiantando i grandi ideali di generosità e di abnegazione, conduce inevitabilmente all’edonismo, all’evasione in false utopie attraverso l’uso della droga, all’irresponsabilità sessuale, all’indebolimento del legame matrimoniale, alla distruzione delle famiglie e all’eliminazione di vite umane innocenti mediante l’aborto?"

    Cari fratelli e sorelle! .... Alzatevi! Ponde-vos a caminho!(2 Cr 36, 23). Guardate al futuro con speranza, confidate nelle promesse di Dio e vivete nella sua verità. In questo modo costruirete qualcosa destinato a perdurare e lascerete alla generazioni future un’eredità durevole di riconciliazione, di giustizia e di pace. Amen.


    Alcuni punti critici della vita delle società africane:L’ambito socio-economico

    Dal documento preparatorio del Sinodo Africano riprendiamo questo passaggio relativo all'ambito socio-economico che caratterizza la vita del continente.

    2. L’ambito socio-economico

    24. Nel mondo degli affari, alcuni dirigenti d’impresa e alcune corporazioni di uomini e donne d’affari hanno la ferma volontà di risanare e raddrizzare l’economia del Paese: le vie di comunicazione in certe regioni, se non a livello continentale, sono migliorate; istituzioni finanziarie sono state create da africani, ecc. In sostanza, si scopre una volontà di creare ricchezza per ridurre la povertà e la miseria, e migliorare la salute delle popolazioni.

    25. Questi sforzi sono ancora rallentati dal malfunzionamento delle istituzioni statali che dovrebbero accompagnare gli attori economici. Poiché in Africa manca un mercato interno che potrebbe creare un ambiente economico favorevole alle produzioni locali, i prezzi di queste, spesso fissati dai richiedenti, sono bassi. I piccoli produttori difficilmente hanno accesso ai crediti e il cattivo stato delle infrastrutture di comunicazione impedisce uno smercio fluido dei loro prodotti. Ne consegue che i giovani dei villaggi, di fronte alla mancanza di una politica agraria, non riescono più a restare nel loro ambiente. La città, però, non è la risposta poiché il tasso di disoccupazione aumenta. I lavoratori percepiscono salari miseri quando, semplicemente, non sono pagati. In alcune regioni, sussiste ancora la schiavitù. Le tasse sono eccessivamente alte e, a volte, illecite. Inoltre, l’aiuto internazionale alle istituzioni che si preoccupano della sorte delle popolazioni è spesso accompagnato da condizioni inaccettabili. Quanto alle materie prime, sono sfruttate con licenze di cui si ignorano i criteri di attribuzione; i proventi finanziari sono largamente sottratti da alcuni provocando, così, una ripartizione disuguale di tali ricchezze nella società.

    26. I programmi di ristrutturazione delle economie africane, proposti dalle istituzioni finanziarie internazionali, si sono rivelati funesti. Le ristrutturazioni “imposte” hanno comportato, da una parte, l’indebolimento delle economie africane e, dall’altra, il degrado del tessuto sociale con l’aumento, di conseguenza, del tasso di criminalità, l’allargamento del divario tra ricchi e poveri, l’esodo dalle zone rurali e la sovrappopolazione delle città [25].

    27. La crisi alimentare e quella energetica hanno già colpito il nostro continente e manifestano l’urgenza di soluzioni globali e di reazioni etiche ai disordini provocati dai mercati.

    28. Le multinazionali continuano ad invadere gradualmente il continente per appropriarsi delle risorse naturali. Schiacciano le compagnie locali, acquistano migliaia d’ettari espropriando le popolazioni delle loro terre, con la complicità dei dirigenti africani. Inoltre, recano danno all’ambiente e deturpano il creato che ispira la nostra pace e il nostro benessere, e con cui le popolazioni vivono in armonia.

    29. La crisi che colpisce oggi le istituzioni finanziarie riguarda anche il continente, a più livelli:

    - gli investimenti diretti stranieri rischiano di diminuire;

    - le istituzioni finanziarie africane beneficeranno difficilmente di crediti dalle banche occidentali per fare, a loro volta, prestiti alle imprese e agli individui, così che ne risentirà l’economia reale;

    - l’aiuto allo sviluppo rischia di soffrirne, in quanto i progetti finanziati da fondi esteri (in difficoltà) potrebbero essere sospesi, e gli impegni dei Paesi industrializzati nei confronti di quelli poveri rischiano ugualmente di esserlo;

    - a causa della recessione, sui mercati sviluppati la domanda di produzioni africane (in particolare di materie prime) potrebbe diminuire.

    Si impone pertanto una riflessione sul fatto che l’Africa (tranne il Sudafrica) sia esclusa dalla ricerca di soluzioni al sistema finanziario internazionale attuale.

    Alcuni punti critici della vita delle società africane:L’ambito socio-culturale

    Dal documento preparatorio del Sinodo Africano riprendiamo questo passaggio relativo all'ambito socio-culturale che caratterizza la vita del continente.

    3. L’ambito socio-cultural
    e

    30. In numerose regioni del continente, i popoli africani conservano un amore profondo per la loro cultura. Artisti, musicisti, scultori, ecc., danno libero corso al loro genio con opere sempre più apprezzate. Si riconosce che il radicamento culturale condiziona lo sviluppo integrale dei singoli individui e delle collettività. Così, uomini e donne del continente si uniscono per promuovere l’eredità culturale della loro terra. Alcuni Stati vi si sono impegnati risolutamente. Queste attività associate permetteranno di salvaguardare gli autentici valori africani di rispetto degli anziani, della donna come madre, della cultura della solidarietà, dell’aiuto reciproco e dell’ospitalità, dell’unità, della vita, dell’onestà e della verità, della parola data, ecc., minacciate da quelle venute da altri continenti [26] e diffuse attraverso il fenomeno della globalizzazione?

    31. Il deterioramento dell’identità culturale ha condotto a uno squilibrio interiore delle persone che si manifesta con la rilassatezza morale, la corruzione e il materialismo, la distruzione del matrimonio autentico e della nozione di famiglia sana, mediante l’abbandono delle persone anziane e la negazione dell’infanzia. In seguito ai conflitti armati si è installata una cultura di violenza, di divisione e il mito del guerriero eroe. Sembra che, col pretesto della modernità, sia in atto un processo organizzato di distruzione dell’identità africana. E ciò si rivela tanto più efficace quanto più permane l’analfabetismo a causa dell’investimento carente nell’educazione da parte dei poteri pubblici. L’educazione dei giovani è così abbandonata all’influenza degli antivalori diffusi dai mass media, da certi politici e da altre figure pubbliche.

    32. Alcune credenze e pratiche negative delle culture africane esigono, tuttavia, una vigilanza del tutto speciale: la stregoneria lacera le società dei villaggi e delle città e, in nome della cultura o della tradizione ancestrale, la donna è vittima delle disposizioni in materia di eredità e dei riti tradizionali di vedovanza, della mutilazione sessuale, del matrimonio forzato, della poligamia, ecc.

    33. È in questi diversi ambiti che le Chiese particolari si sentono interpellate e si attendono molto dalla riflessione dei Padri sinodali, alla luce della Rivelazione.

    sabato 21 marzo 2009

    5 per mille: una firma che può fare molto per chi ha niente


    La crisi che ormai da diversi mesi sta facendosi sentire in tutto il mondo, incidendo sulla vita quotidiana delle famiglie e sulle economie degli stati, si ripercuote anche sull’attività delle associazione del volontariato che trovano sempre maggiori difficoltà a reperire nuovi fondi per finanziare le  iniziative a favore dei più bisognosi.Per fortuna esiste il meritorio strumento del cosiddetto 5 per mille. Con una semplice firma, senza alcun aggravio sulle già provate tasche di ognuno di noi, si può decidere di assegnare il 5 per mille dell’IRPEF a un’associazione operante nel volontariato  di nostra scelta. Tra queste c’è l’Associazione Kwizera Onlus operante a favore delle popolazioni del Rwanda.Perché Kwizera Onlus dovrebbe essere destinataria del tuo 5 per mille è subito detto.Perché per ogni euro raccolto ben 90 centesimi si concretizzano in progetti in terra rwandese.Nel 2008 sono stati  destinati ai diversi progetti condotti in Rwanda centomila euro. Tale cifra rappresenta il 90,5% dell’intero ammontare dei fondi che benefattori e sponsor hanno messo a disposizione dell’Associazione. Un risultato che tiene conto di costi di gestione, contenuti nei limiti del 2,1% dei fondi raccolti, e delle spese per le pubblicazioni ( la bella rivista annuale e il calendario) e per le iniziative sociali che incidono complessivamente per il 6,9%. Tali risultati sono il frutto del grande impegno nella raccolta dei fondi e del contributo totalmente gratuito dei volontari impegnati nell’Associazione che arrivano a pagarsi di tasca propria anche il costo, non particolarmente contenuto, dei viaggi in Rwanda.Fa piacere sottolineare l’ottimo livello di efficienza con  cui i responsabili di Kwizera hanno saputo gestire i fondi che con fiducia sono stati loro affidati da tanti benefattori. Efficienza e trasparenza nella gestione, coniugate con l'impegno e la dedizione dei volontari,  sono il grande patrimonio di un’Associazione che da anni sa far incontrare  generosità e  bisogni. Tutti i progetti condotti a termine in questi anni e le iniziative in corso le puoi trovare sul sito www.kwizera.it o scorrendo i post di http://alberwandesi.blogspot.com/ .

    Alcuni punti critici della vita delle società africane:L’ambito socio-politico

    Dal documento preparatorio del Sinodo Africano riprendiamo questo passaggio relativo all'ambito socio-politico che caratterizza la vita del continente.

    1. L’ambito socio-politico

    22. In questi ultimi anni sono apparsi, sul piano politico, segni che fanno sperare in una maturazione delle coscienze civiche; una società civile attiva si fa sempre più visibile nella lotta per i diritti umani; uomini e donne in politica si mostrano assetati della rinascita del continente in ogni ambito, mentre la preoccupazione di una risoluzione interafricana dei conflitti, constatata qua e là, dimostra che alcuni esponenti delle classi politiche africane hanno una viva consapevolezza del fatto che spetta loro educare politicamente i propri popoli e guidare le proprie Nazioni verso una vita di pace e prosperità.

    23. Tuttavia, la società continua a lottare per liberarsi di molteplici impedimenti. Alcuni dirigenti politici danno prova di insensibilità verso i bisogni del popolo, perseguono interessi personali, disprezzano le nozioni di bene comune, perdono il senso dello Stato e dei principi democratici, elaborano politiche faziose, partigiane, clienteliste, etnocentriste e incitano alla divisione per poter regnare. In alcuni luoghi, il partito al potere tende ad identificarsi con lo Stato. La nozione di autorità è concepita allora come “potere” – partito al potere, condivisione dei poteri – e non come “servizio” (cf. Mt 20, 24ss.; v. anche 1 Re 3). Si constata, inoltre, con tristezza, che i politici, uomini e donne, dimostrano una grave mancanza di cultura in materia politica, violano senza scrupolo i diritti umani e strumentalizzano tanto la religione quanto le istituzioni religiose, di cui ignorano, d’altronde, la missione e la funzione nella società. Non stupisce, quindi, che alle controversie politiche essi oppongano risposte bellicose. La mancanza di coscienza ed educazione civica dei cittadini viene quindi sfruttata a danno di questi ultimi. Solo un ambiente politico stabile può favorire la crescita economica e lo sviluppo socio-culturale.

    venerdì 20 marzo 2009

    Instrumentum laboris: una foto realistica dell'Africa di oggi

    E' una foto estremamente realistica dell'Africa di oggi quella che emerge dal documento "La Chiesa in Africa al servizio della riconciliazione, della giustizia e della pace" predisposto quale strumento di lavoro del prossimo sinodo dei vescovi africani che si terrà a Roma dal 4 al 2 ottobre 2009. Una rappresentazione fedele della realtà fatta dai diretti interessati, le diverse conferenze episcopali africane, che hanno saputo indagare con estrema franchezza sulla situazione in cui si trova il continente africano, mettendo in luce i mali, le contraddizioni, i valori, le conquiste, gli sforzi compiuti, i propositi, le cose fatte e quelle ancora da realizzare. Ci viene consegnato un quadro che, appunto perchè tratteggiato dai diretti interessati, non risente di certi stereotipi con cui spesso viene letta la realtà africana. Dovrebbe quindi formare oggetto di lettura per tutti coloro che si interessano e si impegnano, in diverse forme, a favore di quei popoli. E' una vera e propria miniera di informazioni, di spunti di riflessione e di stimoli e provocazioni circa le azioni che si possono mettere in atto come organizzazioni impegnate sul campo.   Il documento riguarda l'intero continente, ma, per quel poco che conosciamo della realtà rwandese, ben si adatta anche a quel paese, una piccola Africa in sedicesimo. Per la versione italiana  del documento clicca qui, mentre per la versione francese clicca qui. 

    giovedì 19 marzo 2009

    Benedetto XVI: riconciliazione, giustizia e pace

    AL CONSIGLIO AFRICANO PER IL SINODO
    Vorrei ora suggerire qualche riflessione sul tema specifico della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, relativo alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace.
    Secondo il Concilio Ecumenico Vaticano II, “la Chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano” (Lumen gentium, 1). Per adempiere bene la propria missione, la Chiesa dev’essere una comunità di persone riconciliate con Dio e tra di loro. In questo modo, essa può annunciare la Buona Novella della riconciliazione alla società attuale, che conosce purtroppo in molti luoghi conflitti, violenze, guerre e odio. Il vostro continente non ne è stato risparmiato ed è stato ed è ancora triste teatro di gravi tragedie, che fanno appello ad una vera riconciliazione tra i popoli, le etnie, gli uomini. 
    Per noi cristiani, questa riconciliazione si radica nell’amore misericordioso di Dio Padre e si realizza mediante la persona di Gesù Cristo che, nello Spirito Santo, ha offerto a tutti la grazia della riconciliazione. Le conseguenze si manifesteranno allora con la giustizia e la pace, indispensabili per costruire un mondo migliore.
    In realtà, nel contesto sociopolitico ed economico attuale del continente africano, che cosa c’è di più drammatico della lotta spesso cruenta tra gruppi etnici o popoli fratelli? E se il Sinodo del 1994 ha insistito sulla Chiesa-Famiglia di Dio, quale può essere l’apporto di quello di quest’anno, alla costruzione dell’Africa, assetata di riconciliazione e alla ricerca della giustizia e della pace? I conflitti locali o regionali, i massacri e i genocidi che si sviluppano nel Continente devono interpellarci in modo tutto particolare: se è vero che in Gesù Cristo noi apparteniamo alla stessa famiglia e condividiamo la stessa vita, poiché nelle nostre vene circola lo stesso Sangue di Cristo, che fa di noi figli di Dio, membri della Famiglia di Dio, non dovrebbero dunque più esserci odio, ingiustizie, guerre tra fratelli.
    Constatando lo sviluppo della violenza e l’emergere dell’egoismo in Africa, il Cardinale Bernardin Gantin, di venerata memoria, faceva appello, fin dal 1988, a una Teologia della Fraternità, come risposta al richiamo pressante dei poveri e dei più piccoli (cfr L’Osservatore Romano, ed. francese, 12 aprile 1988, pp. 4-5). Gli tornava forse alla memoria ciò che scriveva l’africano Lattanzio all’alba del IV secolo: “Il primo dovere della giustizia è riconoscere l’uomo come un fratello. Infatti, se lo stesso Dio ci ha fatti e ci ha generati tutti nella stessa condizione, in vista della giustizia e della vita eterna, noi siamo sicuramente uniti da legami di fraternità: chi non li riconosce è ingiusto” (Epitomé des Intitutions Divines, 54, 4-5: SC 335, p. 210). La Chiesa-Famiglia di Dio che è in Africa, già dalla Prima Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi ha realizzato un’opzione preferenziale per i poveri. Essa manifesta così che la situazione di disumanizzazione e di oppressione che affligge i popoli africani non è irreversibile; al contrario, essa pone ciascuno di fronte ad una sfida, quella della conversione, della santità e dell’integrità

    Benedetto XVI: ai catechisti

    Dall'odierno discorso di Benedetto XVI  a Yaoundé
    Desidero rendere omaggio alla generosità della loro risposta incondizionata alla chiamata del Signore e dal loro ardente zelo apostolico. Qui vorrei andare oltre e parlare dei catechisti africani, compagni inseparabili dei missionari nell’evangelizzazione. Dio aveva preparato il cuore di un certo numero di laici africani, uomini e donne, persone giovani e più avanti negli anni, a ricevere i suoi doni e portare la luce della sua Parola ai loro fratelli e sorelle. Laici con i laici, hanno saputo trovare nella lingua dei loro padri le parole di Dio che hanno toccato il cuore dei loro fratelli e sorelle. Hanno saputo condividere il sapore del sale della Parola e far risplendere la luce dei Sacramenti che annunciavano. Hanno accompagnato le famiglie nella loro crescita spirituale, hanno incoraggiato le vocazioni sacerdotali e religiose e sono stati il legame tra le loro comunità e i sacerdoti e i vescovi. Con naturalezza, hanno operato un’efficace inculturazione che ha portato meravigliosi frutti (cfr Mc 4,20). 
    Sono stati i catechisti a permettere che “la luce risplendesse davanti agli uomini “ (Mt 5,16), perché vedendo il bene che facevano, intere popolazioni hanno potuto rendere gloria al nostro Padre che è nei cieli. Sono Africani che hanno evangelizzato Africani. Evocando il loro glorioso ricordo, saluto e incoraggio i loro degni successori che lavorano oggi con la stessa abnegazione, lo stesso coraggio apostolico e la stessa fede dei loro predecessori. Che Dio li benedica generosamente!

    Benedetto XVI: alle famiglie e ai giovani

    Dall'odierno discorso di Benedetto XVI  a Yaoundé

    E voi, cari padri e madri di famiglia che mi ascoltate, avete fiducia in Dio che fa di voi i padri e le madri dei suoi figli di adozione? Accettate che Egli possa contare su di voi per trasmettere ai vostri figli i valori umani e spirituali che avete ricevuto e che li faranno vivere nell’amore e nel rispetto del suo santo Nome? In questo nostro tempo, in cui tante persone senza scrupoli cercano di imporre il regno del denaro disprezzando i più indigenti, voi dovete essere molto attenti. L’Africa in generale, ed il Camerun in particolare, sono in pericolo se non riconoscono il Vero Autore della Vita! Fratelli e sorelle del Camerun e dell’Africa, voi che avete ricevuto da Dio tante qualità umane, abbiate cura delle vostre anime! Non lasciatevi affascinare da false glorie e da falsi ideali. Credete, si, continuate a credere che Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo, è il solo ad amarvi come voi vi aspettate, che è il solo a potervi soddisfare, a poter dare stabilità alle vostre vite. Cristo è l’unico cammino di Vita.

    Come in altri continenti, oggi la famiglia conosce effettivamente, nel vostro Paese e nel resto dell’Africa, un periodo difficile che la sua fedeltà a Dio l’aiuterà a superare. Alcuni valori della vita tradizionale sono stati sconvolti. I rapporti tra le generazioni si sono modificati in una maniera tale da non favorire più come prima la trasmissione della conoscenze antiche e della saggezza ereditata dagli antenati. Troppo spesso si assiste ad un esodo rurale paragonabile a quello che numerosi altri periodi umani hanno conosciuto. La qualità dei legami familiari ne risulta profondamente intaccata. Sradicati e resi più fragili, i membri delle giovani generazioni, spesso –ahimè! - senza un vero lavoro, cercano rimedi al loro male di vivere rifugiandosi in paradisi effimeri e artificiali importati di cui si sa che non arrivano mai ad assicurare all’uomo una felicità profonda e duratura. A volte anche l’uomo africano è costretto a fuggire fuori da se stesso, e ad abbandonare tutto ciò che costituiva la sua ricchezza interiore. Messo a confronto col fenomeno di una urbanizzazione galoppante, egli abbandona la sua terra, fisicamente e moralmente, non come Abramo per rispondere alla chiamata del Signore, ma per una sorta di esilio interiore che lo allontana dal suo stesso essere, dai suoi fratelli e sorelle di sangue e da Dio stesso.

    Infine, a tutti i giovani che sono qui, io rivolgo parole di amicizia e di incoraggiamento: davanti alle difficoltà della vita, mantenete il coraggio! La vostra esistenza ha un prezzo infinito agli occhi di Dio. Lasciatevi prendere da Cristo, accettate di donarGli il vostro amore e, perché no, voi stessi nel sacerdozio o nella vita consacrata! È il più alto servizio. Ai bambini che non hanno più un padre o che vivono abbandonati nella miseria della strada, a coloro che sono separati violentemente dai loro genitori, maltrattati e abusati, e arruolati a forza in gruppi militari che imperversano in alcuni Paesi, vorrei dire: Dio vi ama, non vi dimentica e san Giuseppe vi protegge! Invocatelo con fiducia.

    Volgari attacchi a Benedetto XVI

    Riportiamo questo corsivo de Il Giornale in cui si stigmatizzano  i gratuiti attacchi al Papa per le sue prese di posizione sull'Aids. Agli attacchi della stampa fanno seguito le prese di posizione di tanti governi europei che, spesso dormienti sui problemi dell'Africa, sembrano improvvisamente svegliarsi quando c'è da attaccare il Pontefice.
    "Benedetto XVI dice la sua su Aids e preservativi e subito si scatena una satira molto più che salace. Il solitamente misurato Times di Londra pubblica una vignetta che mostra un Ratzinger dall’aria sinistra con un condom gigante al posto della tiara. In Francia Le Monde offre ai suoi lettori un Gesù nell’atto di moltiplicare i preservativi. Di gusto pesante, ma legittimo: peccato che accada in un’Europa che osserva maniacalmente un «politically correct» teso a evitare offese (reali o immaginarie) a destra e a manca (soprattutto a manca, per la verità). In campo religioso, in compenso, è il trionfo del doppio binario. Ci sono religioni i cui fedeli sono così ipersensibili da indurre i governanti europei alla massima cautela, altre che queste delicatezze paiono non meritarsele. Così, per fare un esempio, l’Olanda mette al bando il film-denuncia «Fitna» perché contesta senza mezzi termini certe contraddizioni del Corano il cui prezzo vien fatto pagare alle donne, e il suo autore Geert Wilders viene rispedito indietro all’aeroporto di Londra come un volgare agitatore. Il Papa, invece, può beccarsi un preservativo in testa. Tanto porge l’altra guancia, lui".

    mercoledì 18 marzo 2009

    Benedetto XVI: attenzione alla famiglia

    Riportiamo l'esortazione pronunciata oggi dal Santo Padre di fronte all'episcopato camerunense.
    "Tra le numerose sfide che incontrate nella vostra responsabilità di Pastori, vi preoccupa particolarmente la situazione della famiglia. Le difficoltà dovute in special modo all’impatto della modernità e della secolarizzazione con la società tradizionale, vi incitano a preservare con determinazione i valori fondamentali della famiglia africana, facendo della sua evangelizzazione in modo approfondito una delle principali priorità. Nel promuovere la pastorale familiare, voi vi impegnate a favorire una migliore comprensione della natura, della dignità e del ruolo del matrimonio che richiede un amore indissolubile e stabile".
    Abbiamo estratto questo passaggio dal discorso papale, sapendo che proprio in questi giorni una nuova coppia italiana è presente nella diocesi di Byumba per animare la pastorale familiare. A loro auguriamo buon lavoro.
     
    L'intero discorso, incentrato sul ruolo in generale del clero in tutte le sue componenti, si conclude con questo richiamo: "Nel contesto della globalizzazione in cui ci troviamo, la Chiesa ha un interesse particolare per le persone più bisognose. La missione del Vescovo lo impegna ad essere il principale difensore dei diritti dei poveri, a promuovere e favorire l'esercizio della carità, manifestazione dell’amore del Signore per i piccoli. In questo modo, i fedeli sono portati a cogliere in modo concreto che la Chiesa è una vera famiglia di Dio, riunita dall’amore fraterno, che esclude ogni etnocentrismo e particolarismo eccessivi e contribuisce alla riconciliazione e alla cooperazione tra le etnie per il bene di tutti. D'altra parte, la Chiesa, attraverso la sua dottrina sociale, vuole risvegliare la speranza nei cuori degli esclusi. E’ anche dovere dei cristiani, specialmente dei laici che hanno responsabilità sociali, economiche, politiche, di lasciarsi guidare dalla dottrina sociale della Chiesa, per contribuire alla costruzione di un mondo più giusto in cui ciascuno potrà vivere dignitosamente".
    I discorsi che  S.S. Benedetto XVI terrà in terra africana saranno consultabili a questo link  o nella sezione Benedetto XVI  in Africa.

    martedì 17 marzo 2009

    Benedetto XVI in Africa

    Inizia oggi il viaggio africano di Benedetto XVI: sarà in Camerun e, nei prossimi giorni,  in Angola.Come ha detto domenica scorsa all’Angelus lo stesso Pontefice, vuole essere un pellegrinaggio che abbracci simbolicamente tutta l’Africa: «Le sue mille differenze e la sua profonda anima religiosa; le sue antiche culture e il suo faticoso cammino di sviluppo e di riconciliazione, i suoi gravi problemi, le sue dolorose ferite e le sue enormi potenzialità e speranze».«Parto per l’Africa – ha spiegato il Papa ai fedeli e pellegrini a Piazza San Pietro – con la consapevolezza di non avere altro da proporre e donare a quanti incontrerò, se non Cristo e la Buona Novella della sua croce, mistero di amore supremo, di amore divino che vince ogni umana resistenza e rende possibile persino il perdono e l’amore per i nemici». Seguiremo con molta attenzione e partecipazione  questo viaggio papale, nella convinzione di poter ricevere stimolo e ispirazione anche per il nostro piccolissimo impegno. 


    domenica 15 marzo 2009

    Progetto MIkAN: la condivisione

    Nella giornata del loro matrimonio, Michele e Anna hanno condiviso con gli invitati la loro iniziativa in terra rwandese : il progetto MIkAN. Chissà che il loro esempio non possa trovare qualche imitatore. 



    Ci piace anche ricordare che i cestini distribuiti ai presenti, alla fine del pranzo nunziale, sono stati fatti, con molto gusto, dalle donne della cooperativa di Nyagahanga.

    venerdì 13 marzo 2009

    Quale solidarietà...........

    Il signor Max Ramstein interviene, dalla Svizzera,  sul post del  4 marzo, scrivendo:" Fa piacere il buon andamento dell'economia del Rwanda nel 2008. Rivolgo una domanda più generale a MBG, sperando che mi risponda. Seguendo un Suo consiglio in un commento ad un articolo su Il Sole 24 ore, ho letto l'articolo di Padre Piero Gheddo "Quale solidarietà con i popoli Africani?"... impressionante ... però è stato scritto nel febbraio del 2001. Domanda: Complessivamente, la diagnosi di Padre Piero Gheddo è ancora "attuale", ci sono stati miglioramenti? Esiste qualche riferimento utile successivo al 2001 ? grazie per la risposta.
    Credo che l'analisi di Padre Gheddo sia, purtroppo, ancora tragicamente attuale.
    Condivido, in generale, le analisi di questo missionario, profondo conoscitore della realtà del terzo mondo, in quanto cerca di sfuggire ad ogni approccio ideologico che porta moltissimi osservatori della realtà africana a scaricare ogni colpa dei ritardi di questo splendido continente sugli occidentali.
    Ora, ferme  le indubbie colpe dei colonizzatori ( e anche qualche merito non secondario), credo non si faccia un buon servizio ai nostri amici africani a non richiamarli alle loro responsabilità, invitandoli a guardare avanti senza crogiolarsi in un'antica consuetudine africana di guardare a una presunta passata età dell'oro in cui vivevano le loro comunità, su cui è piombata dirompente e distruttrice l'esperienza coloniale. Bisogna guardare con realismo alla realtà africana senza gli occhiali deformanti dell'ideologia o, peggio ancora, della moda del political correct.
    Quando si viene a contatto con queste popolazioni si vede come molto sia ancora il percorso da fare, prima di tutto sul piano della mentalità, e come molto  dipenda proprio da loro e soprattutto dai loro gruppi dirigenti a livello politico e intellettuale. A proposito di intellettuali! E' stato per me sorprendente leggere un intervento di un intellettuale congolese, Jean-Léonard Touadi, attualmente deputato nel parlamento italiano, dove si sottolineava quasi quale titolo di merito l'assenza nelle lingue africane del concetto di sviluppo,"concetto  e prassi estranea alla storia  e all'essenza stessa delle culture africane. Lo sviluppo è uno dei componenti della"missione civilizzatrice" attraverso il quale il fiume  della storia africana è stato bruscamente interrotto e gli africani sono stati costretti a navigare sul fiume degli altri".  Rimanendo nell'allegoria del fiume, mi verrebbe da dire che forse è importante porsi il problema della barca su cui si naviga, della rotta che si vuole seguire e soprattutto nelle mani di quale nocchiero ci si mette, visto che non si può più parlare di fiumi ma del mare aperto della globalizzazione. 
    Certo il problema è indubbiamente molto complesso; credo comunque che vada affrontato con apertura e disponibilità a recepire le ragioni di questi amici senza necessariamente accondiscendere ad alimentare un certo vittimismo sempre latente.

    giovedì 12 marzo 2009

    Più bagaglio in franchigia sui voli Bruxelles-Kigali

    La compagnia aerea Brussels Airlines ha annunciato che, nel periodo estivo a partire dal 7 giugno al 27 settembre, verrà previsto un ulteriore volo diretto Bruxelles-Kigali alla domenica, oltre agli attuali previsti al  Martedì, Giovedi e Sabato.Il vettore belga ha anche annunciato un incremento del 50 per cento dei bagagli in franchigia sulla rotta Bruxelles-Kigali. Ora, in classe economica, si possono così portare al seguito 46 kg senza maggiorazione di costi. Un bel vantaggio per le nostre prossime spedizioni.

    martedì 10 marzo 2009

    Augusto: un altro valtellinese amico del Rwanda

    Augusto,  che aveva appostato su You Tube un filmato della S. Messa di Nyagahanga, si è fatto vivo. Si tratta di un giovane di Morbegno, cittadina della Valtellina, che attualmente risiede a Berlino. Lo vediamo ritratto qui a fianco con in mano la classica birra rwandese Primus, naturalmente nel formato standard per un bevitore locale. Scopriamo così un altro valtellinese amico del Rwanda. Ci ha inviato il  link a un suo album fotografico  con una serie di belle foto del suo soggiorno rwandese, con traccia del suo passaggio da don Paolo, dove dice di aver molto apprezzato le banane stufate condite con la pestèda di Grosio.   

    domenica 8 marzo 2009

    8 maggio in Rwanda

    Nella giornata della donna merita d’essere ricordato il primato, a livello mondiale, che spetta al Rwanda, quale paese con la più alta percentuale di donne parlamentari. Infatti, le ultime elezioni legislative, tenutesi nel 2008, ha visto l’assegnazione del 56% dei seggi ( 45 su 80) della Camera dei Deputati a rappresentanti del gentil sesso. La stessa Camera è presieduta da una donna,  così come la Corte Suprema e l’amministrazione della capitale Kigali, senza dimenticare il capo della polizia .  La presenza femminile è ben visibile anche a livello di governo e nel resto dell’amministrazione pubblica. I livelli della presenza femminile sono quindi ben superiori anche a quel 30% dei posti che la Costituzione prevede esplicitamente vengano riservati alle donne nelle posizioni decisionali. 
    La speranza è che una simile presenza femminile possa portare nella politica  sentimenti e valori che non sempre noi uomini siamo capaci d'incarnare. 

    giovedì 5 marzo 2009

    Africando: incontro il 27 marzo sul Rwanda

    La biblioteca di Albosaggia, un comune vicino a Sondrio,  organizza a cura di Erik Viani, una serie di incontri sull’Africa, per conoscere più da vicino questo affascinante continente.Verranno proiettate splendide diapositive commentate da chi ha visitato o ha vissuto in quei luoghi. E’ un’opportunità, oltre che per godere di bellissime immagini, anche di conoscere la situazione critica in cui si trovano questi Paesi e di ascoltare testimonianze di persone e associazioni che si impegnano ad aiutare concretamente queste popolazioni. In occasione del primo incontro, programmato per venerdì 27 marzo, riguardante il Rwanda è prevista una testimonianza  sull'esperienza condotta in questi anni dai volontari dell'Associazione Kwizera Onlus.  Il successivo 3 aprile sarà la volta del Burundi, con la testimonianza della signora Fides Marzi dell'Associazione Dukorere Hamwe Onlus, un'agronoma originaria di quel paese che vive da diversi anni in Valtellina.

    mercoledì 4 marzo 2009

    Buon andamento dell'economia rwandese per il 2008

    Buone notizie per l'economia del Rwanda. Nel 2008, secondo la banca centrale di Kigali ,  il Prodotto interno lordo è aumentato dell'11,2%, contro il +7,9% dell'anno precedente, dati su cui attendiamo conferma dagli organismi internazionali.Le ragioni della buona performance, nonostante la crisi finanziaria internazionale, sono da ricercare nell'espansione del settore agricolo. La crescita di questo comparto, infatti, è uno dei fattori che il Fondo monetario internazionale raccomanda agli stati africani, proprio per superare l'impatto negativo della crisi finanziaria. Rimangono, tuttavia, in tutto il continente contraccolpi estremamente negativi dovuti alla recessione dell'Occidente.

    domenica 1 marzo 2009

    La Santa Messa di Nyagahanga su You Tube

     Il web riserva sempre delle sorprese! Questa mattina navigando sul  ho scoperto questo filmato appostato su You Tube da Augusto 975  dalla Germania. E' la ripresa dei canti accompagnatori della Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Nyagahanga. Abbiamo l'occasione per ascoltare qualche voce conosciuta, come quella di Don Pascale che dirige il coro, e di vedere la calda partecipazione dei parrocchiani ai canti e ai ritmi che accompagnano la funzione. Anche Augusto 975 ha scoperto Nyagahanga.  

    E' arrivato il generatore

    Dopo le operazioni di sdoganamento presso l'aeroporto di Kigali, il generatore elettrico è stato consegnato a Nyagahanga. Si sta approntando la sua installazione presso il Centro; quindi, molto presto attendiamo di avere la documentazione fotografica della sua entrata in funzione. I primi benefici saranno per l'oratorio che potrà rimanere aperto anche di sera; ricordiamo che a Nyagahanga alle 18,30 è ormai buio. A questo punto si dovrebbe cominciare a pensare al progetto jatropha per poter disporre del carburante necessario a far funzionare il generatore.