"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 21 dicembre 2008

Giornata della Pace 2009: Combattere la povertà, costruire la pace

Non ha raccolto una particolare eco sui media il Messaggio di Papa Benedetto XVI per la celebrazione della Giornata Mondiale della Pace 2009. Forse essendo diventato un appuntamento ormai tradizionale si ritengono questi messaggi una scadenza quasi scontata e ripetitiva. Il messaggio di quest’anno dal titolo “Combattere la povertà, costruire la pace” è un forte richiamo all’impegno a favore degli ultimi. Con la lucidità che caratterizza le esternazione di S.S. Benedetto XVI, viene fatta un’analisi puntuale dei principali problemi che affliggono una grande parte della popolazione mondiale. Oltre ai richiami a non imputare la povertà allo sviluppo demografico, ai problemi delle malattie pandemiche, all’eccesso delle spese militari, tutti argomenti già più volte affrontati in passato, trovano spazio nel messaggio di quest’anno due argomenti di stringente attualità: la crisi alimentare e quella finanziaria. Per quanto attiene la crisi agricola “tale crisi è caratterizzata non tanto da insufficienza di cibo, quanto da difficoltà di accesso ad esso e da fenomeni speculativi e quindi da carenza di un assetto di istituzioni politiche ed economiche in grado di fronteggiare le necessità e le emergenze”. Sulla crisi finanziaria l’analisi del Papa, pur nella sua estrema sinteticità, evidenzia ciò che i grandi analisti non sanno o non vogliono ammettere: “anche la recente crisi dimostra come l'attività finanziaria sia a volte guidata da logiche puramente autoreferenziali e prive della considerazione, a lungo termine, del bene comune”.
Trattando poi del commercio internazionale il Santo Padre rinnova un appello “perché tutti i Paesi abbiano le stesse possibilità di accesso al mercato mondiale, evitando esclusioni e marginalizzazioni” penalizzanti i paesi , per la gran parte africani, che dipendono economicamente dalle esportazioni di prodotti primari.
“Da tutto ciò emerge che la lotta alla povertà richiede una cooperazione sia sul piano economico che su quello giuridico che permetta alla comunità internazionale e in particolare ai Paesi poveri di individuare ed attuare soluzioni coordinate per affrontare i suddetti problemi realizzando un efficace quadro giuridico per l'economia”.
Senza nascondere come non si possa “negare che le politiche marcatamente assistenzialiste siano all'origine di molti fallimenti nell'aiuto ai Paesi poveri” il Messaggio richiama l’attenzione sulla necessità di “investire nella formazione delle persone e sviluppare in modo integrato una specifica cultura dell'iniziativa” per dare corpo a un vero progetto a medio e lungo termine che, al di là delle possibili politiche e tecniche applicate, metta i poveri al primo posto e veda un reale coinvolgimento delle persone. Infatti, la lotta alla povertà ha “bisogno di uomini e donne che vivano in profondità la fraternità e siano capaci di accompagnare persone, famiglie e comunità in percorsi di autentico sviluppo umano”. Parole particolarmente impegnative per tutti coloro che intendono impegnarsi nel volontariato.

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