"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 5 ottobre 2008

Buone notizie per il progetto Jatropha

Abbiamo finalmente buone notizie sul fronte della Jatropha. Dopo aver cercato in altri paesi africani, apprendiamo dall'amico Diogène Musine, Fratello Marista, direttore di una scuola professionale a Butare, che in zona è in corso di realizzazione un progetto Jatropha per fare il gasolio. Il presidente della Repubblica inaugurerà questo esperimento fra pochi giorni. La pianta si trova soprattutto nella regione di Bugarama (Cyangugu), quando si dicono le felici coincidenze dei nomi! Siccome ne hanno un forte bisogno per potere continuare gli esperimenti, ne stanno incentivando la coltivazione. E' quindi possibile tramite il prezioso aiuto di Fratel Diogène procurarsi i semi di Jatropha direttamente in Rwanda per avviare un progetto anche a Nyagahanga, potendo probabilmente contare anche sull'esperienza già in atto. Sicuramente al rientro in Rwanda di Don Paolo si potranno avere notizie più precise in proposito. Forse, stando così le cose, potrebbe essere l'occasione per coinvolgere nel progetto anche la scuola di agricoltura di Nyagahanga, facendola uscire dal suo prolungato letargo per quanto attiene l'impegno a favore del territorio.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Sicuramente la coltivazione della Jatropha è una delle soluzione al problema della benzina in Rwanda, dove il carburante arriva dopo un lungo viaggio da Mombassa a Kigali con tantissimi rischi. L'essere lontano dall'oceano ci rende dipendenti in tutto dai paesi attraversati dalle cisterne. Coltivare la Jatropha per ottenere il gasolio a casa nostra è quindi uno dei mezzi per assicurare il trasporto della merce, e una soluzione per i generatori di corrente.In breve una via per uscire dal buio dell'solamento e per arrivare alla luce dello sviluppo vero.