"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 14 maggio 2018

Il modello Rwanda come esempio per il futuro dell'Africa


Riprendiamo dal quotidiano La Provincia di Sondrio l'articolo dedicato all'uscita de Aiutiamoli a casa loro Il modello Rwanda.

Quattordici viaggi in Rwanda  dal 2003 ad oggi come volontario dell’associazione Kwizera hanno portato il pensionato grosino, Martino Ghilotti, 69 anni, ex dirigente bancario ad una considerazione "L’Africa può ripartire grazie agli aiuti internazionali e da una buona governance locale. Il modello Rwanda ne è una conferma". E’ uno dei capisaldi della sua fresca opera letteraria “Aiutiamoli a casa loro. Il modello Rwanda”  pag 296 ed. Amazon, (€ 15 cartaceo e €4,99ebook). Ovviamente un  titolo simile, che in Italia è uno slogan politico ben definito non può lasciare indifferenti, sembra una presa di posizione sull’accoglienza, tema tanto in auge nel nostro Paese dopo l’ondata di profughi."Non ci sono giovani ruandesi  tra i migranti che sbarcano dai barconi. E questo perché qualcuno, in anticipo di anni sui primi barconi solcanti il Mediterraneo, li ha aiutati a casa loro: dalle grandi istituzioni internazionali ai paesi donatori, dalle grandi Ong fino alla più piccola delle onlus e all’ultimo dei volontari", spiega Ghilotti.

Percorsi di solidarietà 
"Il mio è un libro che dovrebbero leggere, indistintamente: i fautori dell’aiutiamoli a casa loro da una parte; quelli dell’accoglienza, priva di regole e di realistiche prospettive, dall’altra. I primi per dare un qualche contenuto fattuale al loro slogan, magari facendolo evolvere in  “esportazione della solidarietà”, auspicata dall’economista Alberto Quadrio Curzio, che dovrebbe declinarsi, come citato nel libro, su due filiere: “quella economica, che va dall’istruzione, alla infrastrutturazione, all’industrializzazione, alla imprenditorialità; quella civile, che va dalla scuola, alla sanità, alla salute, alla demografia, alla parità di genere, alla sicurezza. Gradualmente questi due percorsi di solidarietà economica e civile (Sec) dovrebbero portare infine alla democrazia nei Paesi che mai l’hanno avuta.” 

Rispondere alle sfide
"I secondi, i fautori dell’accoglienza, per rendersi conto che è impossibile rispondere alle sfide epocali, che ci vengono dalle centinaia di milioni di persone del sud del mondo, semplicemente prendendosi comoda cura di poche decine di migliaia di migranti economici". Un libro che ha la sua forza nella concretezza dei numeri, anche quelli riportati nella postfazione, che fanno sinceramente meditare, in cui si mette a confronto l’uso alternativo delle scarse risorse disponibili tra l’accoglienza e gli aiuti allo sviluppo. 
"Un libro- spiega l’autore- che ci costringe, finalmente, ad alzare lo sguardo dal bagnasciuga di Lampedusa per guardare oltre l’orizzonte e misurarsi con l’immenso continente.  Si stanno  creando in Rwanda le condizioni perché il diritto a rimanere non sia un vuoto slogan, ma una reale alternativa, e la tentazione di migrare non faccia breccia nei giovani ruandesi". 

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