Un gesto che conferma come questa iniziativa, a suo tempo promossa dal compianto Carlin Rodolfi, sia entrata nel cuore dei grosini che non fanno mancare il loro sostegno, nel corso dell'anno, così da permettere all'Ass. Kwizera di pagare gli stipendi alle tre maestre, oltre che offrire ai bambini a mezza mattina una tazza di latte, piuttosto che una banana o una sorta di pane dolce. Questo spuntino di mezza mattina consente di contrastare i casi più gravi di malnutrizione che, nelle campagne più isolate, come è il caso di Kagera, ancora purtroppo fanno capolino, soprattutto tra i più piccoli.In occasione della nostra visita abbiamo portato una dolcetto, che, come testimonia la foto qui a fianco, ha raccolto un certo apprezzamento tra i bambini.Alla fine della nostra visita, poichè l'asilo si tiene solo al mattino,quando ormai si era a mezzogiorno, le maestre hanno dato il via libera per il ritorno a casa. Tutti si sono incamminati verso casa, che non era proprio dietro l'asilo, sobbarcandosi anche lunghi tragitti tra i campi della zona
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
giovedì 22 febbraio 2018
All'asilo Carlin di Kagera
lunedì 19 febbraio 2018
Il coniglio di Tiziano
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Tiziano e il suo coniglio all'esterno della chiesa |
Al quattordicesimo viaggio in Rwanda ci è capitata una cosa sorprendentemente spiazzante.E' quanto abbiamo vissuto alla conclusione della santa Messa con la quale si conclude tradizionalmente la Missione Kwizera alla chiesa di Bugarama. Solitamente, la cerimonia religiosa si conclude con qualche indirizzo di saluto ai numerosi presenti. Anche questa volta il copione si è ripetuto con una piccola variante: qualcuno doveva consegnarci un regalo.Dal fondo della chiesa si è quindi mosso un giovane che portava con sè un sacco, non particolarmente rigonfio. A quel punto, ci siamo trovati ad immaginare che si trattasse di qualche prodotto agricolo, come capita di frequente. Giunto ai piedi dell'altare il giovane si è messo ad armeggiare affondando una mano nel sacco per estrarre un piccolo coniglio, tenendolo per le orecchie come anche noi avevamo imparato a fare da piccoli, e passandocelo accompagnandolo con uno smagliante sorriso, cui ha fatto da colonna sonora l'applauso dei moltissimi fedeli presenti.Non siamo riusciti a mascherare la sorpresa per la particolarità del dono, che immaginavamo fosse frutto di una decisione della comunità. Per questo la nostra sorpresa è ulteriormente aumentata quando ci è stato raccontato che il tutto era frutto dell'iniziativa personale del giovane, il cui nome è Tiziano, che prima dell'inizio della Messa aveva fatto sapere al responsabile della comunità della centrale
periferica della parrocchia di Nyagahanga che avrebbe voluto regalare al muzungu, che sarebbe arrivato di lì a poco, uno dei suoi conigli.Un'iniziativa quindi del tutto personale, che, seppure le sue motivazioni profonde ci sfuggano, vi assicuriamo ci ha colpiti profondamente, come mai prima ci era capitato. Non potendolo portare con noi in Italia, e in attesa di trovargli un nome che ci faremo suggerire dalla nostre nipotine, il coniglietto ha trovato accoglienza tra gli animali della fattoria del Petit Seminaire di Rwesero
periferica della parrocchia di Nyagahanga che avrebbe voluto regalare al muzungu, che sarebbe arrivato di lì a poco, uno dei suoi conigli.Un'iniziativa quindi del tutto personale, che, seppure le sue motivazioni profonde ci sfuggano, vi assicuriamo ci ha colpiti profondamente, come mai prima ci era capitato. Non potendolo portare con noi in Italia, e in attesa di trovargli un nome che ci faremo suggerire dalla nostre nipotine, il coniglietto ha trovato accoglienza tra gli animali della fattoria del Petit Seminaire di Rwesero
sabato 17 febbraio 2018
Quando una capretta ti cambia la vita
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Jean Damascene con la moglie |
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L'incontro |
Che dire…si comincia! E' con grande soddisfazione che
vediamo partire il nostro progetto. Non pretendiamo certo di salvare l'Africa,
nè tantomeno di colorare di "bianco"qualcosa che sta benissimo in
"nero".. Una cosa però vogliamo provare a farla..Non intendevamo
inviare a queste famiglie dei semplici aiuti. Noi vogliamo aiutarle ad
aiutarsi!! Le nostre capre vogliono essere l'inizio della circolazione di
conoscenza, di consapevolezza, di crescita attraverso il lavoro di squadra,
appunto un "aiuto ad aiutarsi"..Certo, la nostra e' una scommessa, ma
siamo fiduciosi che anche con l'aiuto di Don Paolo riusciremo a salvare capra e
cavoli!
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Il Progetto Mikan raggiunge quota 5.000 e si fa in due

Oggi a Nyagahanga, un villaggio della campagna ruandese, da dove tutto era partito nove anni fa, il Progetto Mikan dell’Associazione Kwizera ha vissuto un momento particolare quale quello di raggiungere l’obiettivo, 5.000 capre distribuite ad altrettante famiglie, che mai i promotori dell’idea avrebbero immaginato come raggiungibile. Era , infatti, il marzo del 2009, quando l’incontro tra due giovani sposi, grosino lui e tiranese lei, che volevano ricordare il giorno del loro matrimonio con un gesto di generosità e i bisogni di coppie meno fortunate, quali quelle africane, aveva dato origine a un circuito virtuoso che aveva portato a dare avvio al Progetto Mikan. Alla ricerca di qualcosa che consentisse di condividere la propria gioia con persone meno fortunate, scartate le iniziative di cui erano a conoscenza ( invio di un vaccino o di un'offerta a persone bisognose di paesi in via di sviluppo) ebbero l’idea di assegnare a un certo numero di giovani famiglie ruandesi una piccola capra. Così in un gemellaggio ideale, una quarantina di giovani coppie della parrocchia di Nyagahanga ricevettero nel marzo del 2009, una capretta con l’impegno di donare, in una ideale catena di solidarietà, il primo capretto a un'altra famiglia trattenendosi la capra originaria.Da allora il Progetto Mikan, acronimo dei nomi della coppia promotrice dell’idea, Michele e Anna, e di Kwizera, ne ha fatta di strada: inanzitutto, strutturandosi come un vero e proprio progetto, dandosi quindi un’organizzazione fatta di formazione, supportata da un agile manualetto, e di regole di funzionamento, ma soprattutto diventando uno strumento della pastorale familiare della diocesi di Byumba.
La consegna delle capre a un nuovo gruppo |
Proprio in questa sua valenza è stata vissuta la giornata odierna, quando al raggiungimento della cinquemila capre distribuite nell’ambito del Progetto ad altrettante coppie, suddivise in gruppi di 25 coppie cadauno, il Progetto Mikan è stata definitivamente passato dalla gestione diretta dell’Associaziane Kwizera a quella della diocesi, in un ideale passaggio di consegne tra i responsabili dell’associazione Kwizera e l’incaricato della pastorale familiare diocesana, don Isidoro, avvenute in una cerimonia, tenutasi all’interno della chiesa parrocchiale di Nyagahanga, che ha visto la partecipazione di 150 coppie, suddivise in diversi gruppi, come si poteva facilmente dedurre dall’abbigliamento caratteristico che distingueva ogni gruppo dagli altri, in un pittoresco accostamento di colori. Quota 5.000 è stata raggiunta in questi anni attraverso i frutti di quelle 40 capre iniziali cui se ne sono aggiunte altre messe a disposizione direttamente dall’ass. Kwizera. Oggi sono 50 i gruppi attivi nelle varie parrocchie della diocesi che proseguiranno in questa ideale catena di solidarietà tra coppie. Ma la storia del Progetto Mikan non finisce qui neppure per l’Associazione Kwizera. Infatti, accogliendo le sollecitazioni di don Isidoro, sulla scorta della felice esperienza maturata in questi anni, prenderà presto il via una nuova iniziativa rivolta alla giovani ragazze madri, che numerose, nei villaggi, vivono situazioni di disagio ed emarginazione all’interno della comunità parrocchiali. Per dare loro un piccolo segno di vicinanza, sarà promosso il Progetto Mikan Baby, con gli stessi meccanismi del progetto originario, gestito direttamente dall’Associazione. Si partirà con una decina di gruppi il primo anno, per poi tentare di ripetere il meccanismo moltiplicativo che ha portato a quota 5.000 il vecchio Mikan.Ce ne sono tutti i presupposti. Non ultimo quello di una certa continuità ideale tra quei primi iniziatori, Michele e Anna, e la donatrice delle prime tre caprette, Alice. Infatti, la primogenita della coppia originaria, avendo ricevuto in occasione del suo recente compleanno al posto dei soliti regali una somma per l’adozione a distanza di una bimba ruandese, Christine, ha destinato la somma raccolta in più rispetto a quella necessaria per l’adozione, all’acquisto delle prime ter caprette per il Progetto Mikan Baby.Sotto questi auspici e in un ideale passaggio di consegne ha preso il via oggi, a Nyagahanga, lì tutto ha avuto inizio, il Progetto Mikan Baby.
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giovedì 15 febbraio 2018
Consegnato alla popolazione locale il nuovo acquedotto di Rubaya
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mercoledì 14 febbraio 2018
Batwa day
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Il ricordo di Raphael |
Come sostenere ed eventualmente accellerare i progressi messi a segno negli ultimi anni dalla comunità batwa di Kibali è stato l’oggetto dell’incontro di martedì mattina con l’incaricato della Croce Rossa rwandese, Jean Damascene Ndebwone, da anni impegnato in un importante e proficuo lavoro di recupero ed integrazione dei piccoli pigmei rwandesi, prima nel distretto di Musanze ed ora in quello di Byumba. Un costante aumento della scolarizzazione tra i bambini, dagli iniziali 12 sono ormai 44 quelli che frequentano il primo ciclo, con altri che stanno seguento il ciclo secondario e una, delphine addirittura l'università, una cooperativa agricola ben organizzata ed efficiente che con i suoi 51 membri si fa carico della messa a coltura dei tre ettari di terra comunitaria, pronta anche ad ampliare la superficie dei terreni da coltivare, sono solo i segni più significativi che stanno cominciando ad incrinare l’immagine negativa che i batwa scontavano presso il resto della popolazione rwandese. Vittime di un grave pregiudizio, i piccoli uomini stanno lentamente cominciando a muovere i primi passi sulla strada che li porti ad una integrazione effettiva con il resto della società rwandese. Un percorso che, purtroppo, corre il grave rischio che si possa interrompere, a partire dal prossimo anno, quando la Croce Rossa sembra aver pianificato l’interruzione del programma a sostegno dei batwa. Per questo i prossimi mesi saranno decisivi per trovare nelle autorità civili quegli appoggi che garantiscano il mantenimento dell’impegno. Di fronte a queste sfide l’Ass. Kwizera, che da anni opera a favore dei batwa, prima con l’edificazione delle cinquantina di case del villaggio, successivamente con il terrazzamento di 7 ettari di collina e l’avvio di un progetto agricolo, ormai consolidatosi nel tempo, manterrà la sua vicinanza con il progetto Adotta un villaggio che dovrebbe assicurare un’assistenza tecnica da parte di un nostro agronomo alla cooperativa e il finanziamento di un progetto per l’avvio di un vivaio di avocado per la loro successiva piantumazione a Kibali e nelle altre due comunità batwa esistenti nel distretto di Byumba. Nel frattempo è incominciata la stagione agricola con la semina di un ettaro a mais e nei prossimi giorni di due ettari di patate, per la cui semina si attingerà alle sementi accantonate nel passato raccolto.
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Giramata con la zia |
La giornata di martedì ha visto
anche la consueta distribuzione ad ogni nucleo familare della comunità di un
pacco di fagioli. Nell’occasione si sono vissuti due momenti particolarmente
emozionanti. Il primo la presentazione del calendario 2018 dell’associazione
Kwizera dedicato appunto alla comunità batwa di Kibali. La vista della foto del
povero Raphael in copertina a strappato qualche lacrima a più di un presente.
Mentre lo scorrere dei mesi strappava commenti e gridolini vari mano che ognuno
riconosceva nelle foto alcuni dei presenti. Una copia del calendario veniva poi
data alla mamma di Delphine, alla quale è dedicato il boxino del mese di maggio per la festa della mamma, e un’altra all’addetto al buon funzionamento
della comunità che compare nell’ultima di copertina. Naturalmente una copia è
stata riservata ai familiari di Raphel, la sorella e i due figli: la bambina
Giramata e il fratellino. A questi sono arrivati anche una letterina e due piccoli pensieri dalla famiglia che li ha adottati a distanza.
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sabato 10 febbraio 2018
Missione Kwizera 2018: si inizia con le adozioni a distanza
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M. Christine |
venerdì 2 febbraio 2018
Un servizio video sui batwa di Kibali
Nei giorni scorsi, la comunità batwa di Kibali è stata visitata da una troupe televisiva locale che ha fatto dei servizi sull'esperienza della cooperativa che gestisce i terreni agricoli della communità.Il progetto, finanziato dalla Croce Rossa rwandese e dall'Associazione Kwizera e seguito dall'agronomo Jean ClaudeNdazigaruye, ha permesso negli ultimi due anni di effettuare significativi raccolti di patate, con piena soddisfazione degli aderenti alla cooperativa. Le immagini danno anche conto degli interventi manutentivi effettuati sui tetti delle case, a suo tempo costruite da Kwizera. La Croce Rossa ha provveduto, infatti, a sostituire le vecchie tegole in terracotta con lamiere.
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