"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 4 aprile 2016

Lo scandalo Panama papers non tocca il Rwanda

Non tocca il Rwanda lo scandalo, che fa oggi la sua comparsa su tutte le prime pagine dei media mondiali, frutto dei risultati dell'inchiesta sui Panama Papers, il mare di documenti pubblicato dal Consorzio internazionale di giornalismo investigativo sulla base di 2,6 terabyte di dati consegnati da una fonte interna allo studio legale di Panama Mossack Fonseca sull'utilizzo dei paradisi fiscali per nascondere fondi più o meno leciti da parte dei potenti del mondo, dei loro  parenti o degli uomini vicini ai leader politici.L'esclusiva dell'inchiesta per l'Italia è stata acquisita da L'Espresso.
Sono 12 i leader o gli ex leader di diversi paesi che sono direttamente citati nell'inchiesta.
Per l'Africa compare Ahmad Ali al-Mirghani, presidente del Sudan  e parenti e congiunti di altri leaders,  come  Alaa Mubarak, figlio dell'ex presidente egiziano Hosni Mubarak - Mounir Majidi, segretario personale del re del Marocco Mohammad VI - John Addo Kufuor, figlio dell'ex presidente del Ghana John Agyekum Kufuor- Jean-Claude N`Da Ametchi, vicino all'ex presidente ivoriano Laurent Gbagbo - Clive Khulubuse Zuma, nipote del presidente del Sudafrica Jacob Zuma - Mamadie Touré, vedova del defunto presidente della Guinea, Lansana Conté.
Il Rwanda compare nelle carte con il solo riferimento al brig. gen. Emmanuel Ndahiro, il cui nome è collegato all'incarico di responsabile di una società, la Debden Investments Limited  società con capitale da 50.000 dollari, operativa dal 1998 al 2010, a cui  risultava intestato un aereo e la cui collocazione in un paradiso fiscale, le British Virgin Islands, risulterebbe del tutto legittima.

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