"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 22 aprile 2015

Tra i giustiziati dell'ISIS un profugo espulso da Israele e transitato dal Rwanda

Secondo quanto riferisce l’agenzia AGC, sulla base di notizie riportate dal giornale israeliano Haaretz, tre dei cristiani giustiziati nel recente eccidio effettuato in Libia da ISIS, filmato e messo in linea domenica, sarebbero richiedenti asilo che hanno lasciato Israele per un paese terzo lo scorso anno.Secondo il rapporto, i tre richiedenti asilo, identificate dai familiari e amici,  erano eritrei e sono stati probabilmente rapiti insieme ad un gruppo di etiopi cristiani. Almeno uno dei tre richiedenti asilo, T., era nel centro di detenzione Holot nel Negev. Un parente di T., Mesi, ha detto alla testata Haaretz che la famiglia lo ha identificato nel video ISIS. «Egli appare nel video e nelle fotografie, è lui sicuramente» ha detto. «Era stato in Israele dalla fine del 2007». Secondo Mesi, T. «È tornato in Uganda o Rwanda - credo Rwanda -. Dove lui e gli atri richiedenti asilo non sono stati accettati e da lì l'uomo avrebbe continuato il suo percorso via Sudan, e dal Sudan alla Libia». Ha detto che non era in grado di rimanere in Libia, e ha cercato di raggiungere l'Europa via mare. Il familiare ha raccontato al giornalista di Haaretz che l'uomo si era imbarcato in Libia ma l'imbarcazione era rientrata e lui fu arrestato insieme agli altri imbarcati senza documenti. Secondo fonti non confermate l'uomo e gli altri giustiziati da ISIS sarebbero stati prelevati direttamente dalle carceri. Mesi ha detto «Ho cercato di dissuadere T. a imbarcarsi. Gli avevamo chiesto di prendere un aereo. Gli ho chiesto di non farlo. Egli non ci ha detto di aver firmato [documenti] per uscire dal carcere». Ha aggiunto che lei e altri amici di T. hanno cercato di dirgli che «le cose potevano cambiate in meglio, che [i richiedenti asilo] sarebbero stati liberati da Holot». Mesi ha aggiunto che non ha tenuto in contatto con T. dopo aver lasciato Israele, ma ha ricevuto aggiornamenti dal fratello, che risiede in Norvegia. «Mi ha detto che T. era arrivato in Sudan e Libia e che lui non aveva dato sue notizie per lungo tempo perché era in un carcere libico. Ha detto che il fratello di T. ha visto le immagini di esecuzione ISIS, ma non pensava che suo fratello era tra il gruppo di cristiani etiopi».
Come da noi riferito, l'Autorità del Ministero dell'Interno per la Popolazione e Immigrazione di Israele ha confermato l'intenzione dell'amministrazione di iniziare a deportare i richiedenti asilo provenienti dall'Eritrea e dal Sudan in paesi terzi in Africa, Rwanda compreso, anche senza il loro consenso.

Nessun commento: