"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 29 luglio 2012

Diario 2012

Arrivo

Solita marcia di avvicinamento al Rwanda, questa volta il viaggio avviene con la compagnia olandese KLM , una delle cinque compagnie aeree che fanno scalo a Kigali; alle tradizionali Brussels, Ethiopian e Klm si sono di recente affiancate anche la Qatar Airlines, meno cara rispetto alle altre ma con il vincolo di un solo bagaglio in stiva,  e la compagnia turca Turkisch. Un termometro  importante del ruolo che il piccolo Rwanda si è ormai ritagliato  a livello internazionale. L’aereo è pieno come al solito,  così come il quasi contemporaneo volo della  Brussels, che arriva poco prima, con il  risultato che  il deflusso dall’aeroporto e l’entrata a Kigali fanno letteralmente impazzire il traffico verso la capitale. Al banco del pagamento del visto in entrata non possiamo non notare che non  si sono ancora attrezzati: dopo averti mandato a casa il visto  per e mail, l’impegato addetto a riscuotere i 30 dollari di tassa compila ancora la ricevuta a mano, riportando tutti i dati del passaporto che dovrebbero essere già in possesso dell’amministrazione. Piccole contraddizioni di un paese che fa dell’informatizzazione uno dei suoi cavalli di battaglia. Sulla strada che ci porta a Byumba incontriamo un grande cantiere stradale dell’impresa tedesca Strabag che si è aggiudicata l’appalto per il rifacimento della Kigali-Gatuna, sempre che i fondi messi a disposizione dall’Unione europea non vengano bloccati, come sta succedendo in queste settimane in cui la comunità internazionale sta premendo sul Rwanda, bloccando gli aiuti, perchè allenti le sue  intromissioni nelle caldissime vicende del Kivu. Vicende che ci erano appena state ricordate da un giovane connazionale che, in fila con noi per il controllo passaporti, ci confidava la sua intenzione di raggiungere Goma per incontrare un’amica impegnata in loco; gli echi di guerra che giungono dalla zona di questi tempi non sembravano preoccuparlo eccessivamente. Gli auguriamo buona fortuna; noi, per questa missione, prudentemente abbiamo cancellato  la solita gita a Gisenji. A Byumba dove arriviamo a notte inoltrata ci attende una piccola novità: la possibilità di farci una doccia calda, grazie al gas metano per gli usi domestici che il nuovo impianto di biogas, finanziato da Kwizera, eroga da qualche settimana. Oggi, di prima mattina, ci sarà il trasferimento a Nyagahanga dove ci aspetta la cerimonia di ordinazione sacerdotale di un diacono del luogo; prepariamoci a una festa interminabile.


Verso Nyagahanga
Nell’ultimo anno la strada che da Rukomo, nel punto in cui si lascia la strada asfaltata della Kigali-Byumba, conduce a Nyagahanga è stata oggetto di interventi significativi. Infatti, ormai solo gli ultimi cinque kilometri prima di arrivare a Nyagahanga, al confine tra provincia del nord e quella dell'est, hanno mantenuto il loro aspetto solito, fatto di buche e pietre; per il resto si viaggia su un’ampia pista ben livellata e ampliata in molti tratti. All’arrivo a Nyagahanga ci accoglie una prima sorpresa: la chiesa parrocchiale si presenta tirata a lucido con una facciata completamente ravvivata nei colori. Analogo intervento è stato effettuato all’interno. Se ne ricava una piacevole sensazione di freschezza.  

Nessun commento: