"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 31 dicembre 2009

Autorità rwandesi contro gli abusi nel progetto “one cow”

In questi giorni hanno trovato ampio spazio su The New Times alcuni fenomeni di abuso venutisi a creare all’interno del programma governativo “one cow” che prevede l’assegnazione di una mucca per ogni famiglia bisognosa, un specie di progetto MIkAN su grande scala e con una mucca al posto di una capra . Infatti, è emerso che ben 17.000 mucche, sulle circa 70.000 fin qui distribuite, sono state assegnate a beneficiari che non rientravano tra quelli aventi i requisiti necessari per usufruire dell’aiuto governativo. Le autorità sono prontamente intervenute per stroncare il fenomeno che ha coinvolto, tra gli altri, anche diversi dirigenti locali che hanno trattenuto per sé le mucche, magari con la scusa che la famiglia destinataria era troppo povera per essere in grado di prestare le necessarie cure alla mucca a cui aveva diritto. Sull’argomento è intervenuto duramente anche il governatore della provincia orientale, Dr. Ephraim Kabaija, che incontrando a Gatsibo i dirigenti locali ha dato loro due giorni di tempo per riportare la situazione alla normalità, recuperando le mucche finite nelle mani di non aventi diritto per assegnarle ai reali beneficiari.Il governatore ha apertamente parlato di casi di corruzione da parte di certi funzionari locali che hanno abusato del loro potere. Tre amministratori locali del villaggio di Rwankuba nel settore Murambi, che avevano acquisito in modo fraudolento le mucche, sono stati immediatamente arrestati dalla polizia di Kiziguro, mentre altri hanno restituito la mucca che avevano ottenuto in maniera più o meno fraudolenta. Ancora una volta le autorità rwandesi si dimostrano particolarmente attive nello stroncare qualsiasi fenomeno corruttivo, ovunque si presenti, anche all'interno della pubblica amministrazione.

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