"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
domenica 31 maggio 2009
Un opuscolo con utili suggerimenti per la raccolta fondi
giovedì 28 maggio 2009
Banche e 5 per mille
lunedì 25 maggio 2009
Quasi pronto l'acquedotto di Kiruri
giovedì 21 maggio 2009
Malnutrito il 45 per cento dei bambini rwandesi
Secondo quanto riferito dall’edizione odierna de The New Times, il 45 per cento dei bambini rwandesi presentano sintomi di malnutrizione. La rivelazione arriva appena una settimana dopo il lancio della campagna nazionale di massa contro la malnutrizione, programmata dal Ministero della salute, che prevede l’individuazione e il trattamento dei bambini affetti da gravi carenze nutrizionali. Parallelamente è stata attivata una distribuzione straordinaria, presso diversi centri sanitari del paese, di alimenti nutrizionali a cui potranno accedere le famiglie dei bambini malnutriti. Secondo quanto affermato dal Segretario Permanente del Ministero della Salute, Dr. Agnes Binagwaho, anche se la malnutrizione non necessariamente porta direttamente alla morte, tuttavia espone il corpo indebolito dei bambini all’aggressione da parte di altre malattie, contribuendo quindi a circa il 50 per cento dei decessi infantili.
Per dare l'idea del fenomeno, riportiamo di seguito un dato contenuto in un Rapporto dell'UNICEF del 2006 che evidenzia i Paesi con la più alta percentuale di bambini con meno di 5 anni sottopeso: Bangladesh 48%, Etiopia 47%, India 47%, Burundi 45%, Cambogia 45%, Madagascar 42%, Sudan 41%. Il dato non è naturalmente confrontabile con quello riferito ai bambini rwandesi in quanto non si conoscono le classi d'età a cui faccia riferimento.
martedì 19 maggio 2009
E' rwandese il capocannoniere del campionato di calcio vaticano
La Clericus Cup 2009, il campionato di calcio per sacerdoti e seminaristi dei collegi pontifici romani organizzato dal Centro sportivo italiano (Csi) si concluderà il 23 maggio con la finalissima tra le squadre del Redemptoris Mater», formazione neocatecumenale che porta i colori gialloblù in finale per terza volta consecutiva, e il «North American Martyrs», il collegio nord-americano sul Gianicolo. La notizia che però ci interessa è che, a conclusione della fase regolare del torneo, il leader dei cannonieri con 11 marcature è risultato Edouard Sinayobye, attaccante ruandese del San Paolo che si è lasciato alle spalle il brasiliano del North American Kalevski (10 reti) e l’africano Kiseli (9) dell’Istituto Patristico Augustinianum.
Al via la sperimantazione dei combustibili poveri. A base di banane
Riprendiamo da Panorama questa notizia di cui non siamo in grado di valutare l'impotanza. Che ne penseranno i nostri amici rwandesi?
Di combustibili verdi si è già parlato abbondantemente, ma il futuro dell’Africa, è questa l’ultima novità in campo energetico, sta nei combustibili “gialli”. Joel Chaney, un giovanissimo ricercatore dell’Università inglese di Nottingham, ha infatti trovato un modo per trasformare le bucce di banana in energia.
Grazie a un procedimento molto semplice, i residui delle banane possono essere convertiti in barrette da bruciare per cucinare oltre che per illuminare e riscaldare gli ambienti. Utilizzando questo metodo i Paesi africani potrebbero significativamente ridurre la quantità di legname bruciata ogni anno -in Rwanda, Tanzania e Burundi, principali produttori di banane del continente, l’80 per cento della fornitura energetica annuale è garantita dal legname-, che a sua volta permetterebbe di contenere l’aumento del tasso di deforestazione, con benefici innegabili per il riscaldamento globale.
Chaney ha pensato all’Africa proprio per la presenza di abbondanti coltivazioni di banane. In Rwanda, ad esempio, sono usate per produrre vino e birra oltre che come frutta. Inoltre, la ricetta dei combustibili gialli necessita solo dell’utilizzo delle parti non commestibili della pianta. E se si pensa che per ottenere una tonnellata di banane se ne producono circa dieci di rifiuti, l’utilità di riutilizzarli risulta ancora più evidente.
Chaney racconta di aver avuto l’intuizione del combustibile giallo proprio in occasione di un viaggio in Rwanda. La ricetta è elementare: “sfruttando le proprietà collanti delle banane, bucce e foglie andate a male vanno impastate in una poltiglia cui va aggiunta un po’ di segatura, il composto va poi pressato per eliminare i liquidi e messo ad essiccare al sole per un paio di settimane”.
Per produrre le barrette di energia gialla non servono macchinari tecnologicamente avanzati né un know how particolare: “ecco perché l’Africa riuscirà a trarre vantaggi dalla nostra scoperta”, commenta Mike Clifford, supervisore di Chaney al dipartimento di ingegneria di Nottingham, lodando il suo laboratorio per aver sempre cercato di studiare soluzioni semplici e accessibili per i problemi basilari delle popolazioni di tutto il mondo.
Joel Chaney dà una dimostrazione della sua idea in questo filmato.
sabato 16 maggio 2009
Ki-Zerbo: Appunti sulla storia dell'Africa
A conclusione della lettura di "A quando l'Africa?" ( ed. EMI 2005), una conversazione del grande storico e uomo d'azione del Burkina Faso, Joseph Zi-Kerbo, in cui viene tratteggiato un ritratto appassionato di un Africa vissuta e studiata per decenni, segnalo alcuni approfondimenti sull'opera e la trascrizione della conferenza, tenuta a Roma nel 2002 dallo stesso autore, con il titolo "Appunti sulla storia dell'Africa e dell'umanità'" reperibili cliccando qui . Vi sono ripresi molti dei temi trattati nel libro che smonta diversi luoghi comuni con cui, da occidentali, siamo abituati ad approcciare la storia e la civiltà del continente africano. Poiché siamo tutti uomini portatori di una storia e di una cultura personale, anche l'autore non è però del tutto esente, nella sua analisi, da qualche pregiudizio nei confronti dell'occidente e da qualche miopia nel non vedere certe responsabilità africane.
mercoledì 13 maggio 2009
Professori promotori di sviluppo per la comunità
martedì 12 maggio 2009
Progetto MIkAN: giornata di formazione
Si è tenuta oggi, nei locali del Centro Sociale A. G. di Nyagahanga, una giornata di formazione sull’allevamento delle capre riservata alle coppie partecipanti al Progetto MIkAN. Erano presenti 114 persone, rappresentanti 70 coppie, causa l’assenza per qualche coppia di uno dei coniugi per impegni di lavoro. C'era il primo gruppo di 25 coppie già assegnatarie, da un paio di mesi, delle prime caprette, le coppie che affiancano questo primo gruppo dal quale riceveranno il frutto del primo parto e le coppie del gruppo della sotto parrocchia di Nyabihu alle quali a breve saranno assegnate le prossime 25 capre offerte dall'Associazione Kwizera. Ha tenuto la lezione il veterinario dott. Eugene Mbarushimana, professore della scuola secondaria di agronomia di Nyagahanga, che con semplicità e chiarezza ha saputo adattare la lezione alla realtà dei partecipanti, arricchendo l'esposizione con il sostegno di esempi efficaci. Sono stati approfondito vari temi: oltre alle informazioni di base sull'importanza dell'allevamento delle capre, sono state fornite tutte le nozioni relative alla loro nutrizione e riproduzione e alla cura delle malattie, oltre alle indicazioni per la costruzione di una stalla in cui ricoverarle. Una verifica finale ha consentito di constatare l’efficacia della formazione; le risposte hanno mostrato che le famiglie partecipanti hanno seguito con attenzione la lezione.Dopo la mattinata dedicata alla formazione tenuta dal veterinario, ha fatto seguito un pranzo nei locali del centro, mentre nel pomeriggio Don Paolo ha intrattenuto le coppie sulla logica e lo spirito che anima il progetto MikAn. Con questa giornata di formazione il Progetto MIkAN decolla definitivamente.
domenica 10 maggio 2009
La vicenda di Don Emmanuel: accusa e difesa
Riprendiamo da Il quotidiano on-line dell’Empolese Valdelsa e oltre.
Don Emmanuel Uwayezu, prete ruandese, da 4 anni vice parroco della chiesa di Ponzano, a Empoli, è accusato da African Rights di essere coinvolto nel massacro, il 7 maggio 1994, "di più di 80 giovani alunni fra i 12 e i 20 anni" che studiavano nel complesso scolastico Misericordia di Maria, di cui era direttore, a Kibeho, nel sud del Ruanda. Lui, raggiunto dai giornalisti si è difeso, raccontando di aver fatto di tutto per salvare alcuni ragazzi tutsie.
LA DENUNCIA DI AFRICAN RIGHTS
"La mattina del 7 maggio 1994 - denuncia l'Ong, che ha base a Londra - un gran numero di miliziani che brandivano machete e coltelli ha accerchiato gli alunni, la maggioranza dei quali si trovava nel refettorio. Padre Uwayezu era là. I gendarmi che aveva piazzato" per garantire la sicurezza dei ragazzi "hanno sparato in aria invece di disperdere gli attaccanti. Il massacro - prosegue il documento di African Rights - è quindi cominciato. A eccezione di un pugno di sopravissuti, gli studenti in maggioranza morirono, uccisi dai fucili o dalle granate dei gendarmi o dalle lance, le accette e i machete dei miliziani" hutu. "Padre Uwayezu - dice ancora l'Ong - è tornato a Kibeho diversi giorni dopo i massacri per fare in modo che i gendarmi impartissero un addestramento militare agli allievi hutu di sesso maschile affinché potessero cercare i sopravvissuti". African Rights fa infine appello alle autorità di Ruanda e Italia e alla Chiesa cattolica ruandese "perché conducano proprie inchieste sulle gravi accuse contenute nel rapporto"
giovedì 7 maggio 2009
Sacerdote rwandese operante in Italia accusato di azioni genocidarie
mercoledì 6 maggio 2009
L'ex console onorario italiano a Kigali riconosciuto tra i Giusti
Si è celebrata ieri la Giornata in Onore dei Giusti di tutto il mondo. A Milano l'Associazione per il Giardino dei Giusti, nata per onorare il ricordo di tutti quei "Giusti" che hanno lottato contro i crimini commessi contro l'Umanità, che hanno aiutato a salvare altre vite umane e che hanno cercato di difendere la dignità dell'uomo nelle situazioni di "Male estremo" nel mondo, ha promosso la messa a dimora sul Monte Stella di cinque alberi in onore e memoria di altrettanti giusti.Uno di questi alberi è stato dedicato al Console Pierantonio Costa (nella foto), per anni console onorario italiano a Kigali, che durante il genocidio rwandese ha portato in salvo 2000 persone, tra cui 375 bambini, come raccontato nel libro La lista del console, “nordsud”, ed. Paoline, Milano, 2004, scritto a quattro mani allo stesso Costa con il giornalista Luciano Scalettari.
Del signor Costa riportiamo una breve scheda biografica tratta dal sito del Comitato per la Foresta dei Giusti.
Pierantonio Costa, penultimo di sette fratelli, nasce a Mestre il 7 maggio 1939, studia a Vicenza e a Verona e a quindici anni raggiunge il padre emigrato nello Zaire. A Bukavu, nel 1960, fa la prima esperienza di guerra africana e, con alcuni suoi fratelli, si prodiga per traghettare sull’altra sponda del lago Kivu gruppi di profughi congolesi. Quando scoppia la rivoluzione mulelista, Pierantonio decide di trasferirsi nel vicino Rwanda, il paese dalle mille colline, che ha da poco ottenuto l’indipendenza. Il 5 maggio 1965 ottiene il primo permesso permanente di residenza in Rwanda e da allora fino al 1994 risiede a Kigali. Qui ha sposato Mariann, una cittadina svizzera, e ha avuto tre figli. Oggi Costa fa la spola tra il Rwanda e Bruxelles.Imprenditore di successo, allo scoppio del genocidio ha in attività quattro imprese. Per quindici anni, dal 1988 al 2003, l’Italia gli affida la rappresentanza diplomatica.Nei tre mesi del genocidio, dal 6 aprile al 21 luglio 1994, Costa porta in salvo dapprima gli italiani e gli occidentali, poi si stabilisce in Burundi, a casa del fratello, e da lì comincia una serie incessante di viaggi attraverso il Rwanda per mettere in salvo il maggior numero di persone possibile. Costa usa i privilegi di cui gode, la rappresentanza diplomatica, la sua rete di conoscenze e il suo denaro per ottenere visti di uscita dal paese per tutti coloro che gli chiedono aiuto. “Decisi che avrei operato così. Mi sarei vestito sempre allo stesso modo per essere riconoscibile: pantaloni scuri, camicia azzurra, giacca grigia. Distribuite nelle tasche – e sempre nello stesso posto – avrei messo banconote da 5000 franchi rwandesi (circa 20 euro), da 1000, da 500 e, infine, da 100 franchi, per essere sempre pronto a estrarre la cifra giusta, senza dover contare i soldi: la mancia deve essere data nella misura giusta, se dai troppo ti ammazzano per derubarti, se dai troppo poco non passi. Nella borsa avrei avuto costantemente con me alcuni fogli con la carta intestata del consolato d’Italia, e sul fuoristrada ci sarebbero state le immancabili bandiere italiane. Quanto alla durata delle incursioni oltre confine, avrei evitato il più possibile di dormire in Rwanda e di viaggiare col buio”.( cfr. La lista del console, pag. 113).Aiutato dal figlio Olivier, Costa agisce di concerto con rappresentanti della Croce Rossa e di svariate Ong, e alla fine del genocidio avrà perso beni per oltre 3 milioni di dollari e salvato quasi 2000 persone, tra cui 375 bambini di un orfanotrofio della Croce Rossa.Verrà insignito della medaglia d’oro al valore civile per gli italiani portati in salvo e analoga onorificenza riceverà dal Belgio.
domenica 3 maggio 2009
Per gli insegnanti rwandesi è l'ora del computer
I programmi del governo rwandese prevedono che entro il 2010 tutti gli insegnanti rwandesi siano in grado di utilizzare il computer. Finora sono stati formati 5000 insegnanti delle scuole primarie, soprattutto nelle zone urbane, mentre nella seconda fase del programma toccherà agli insegnanti delle scuole secondarie e a quelli residenti nelle zone rurali. Per favorire il programma di alfabetizzazione informatica il governo ha in programma l’importazione di circa 100.000 computer che saranno distribuiti in tutto il paese. Per i computer destinati ai bambini dovrebbe trattarsi degli agili e resistenti computer XO forniti dall’One Laptop per Child (OLPC) il cui prezzo è poco superiore ai 100 dollari.