"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 25 marzo 2022

La scarsità di grano, causa le sanzioni contro la Russia, si fa sentire anche in Rwanda

La guerra in Ucraina ha serie ripercussioni anche su Paesi lontani migliaia di kilometri dal teatro della guerra. E’ il caso del Rwanda che, come altri Paesi africani, in particolare quelli del nord Africa, risente pesantemente gli effetti delle sanzioni imposte alla Russia, in particolare per quanto riguarda le importazioni di grano e di fertilizzanti. Dalla Russia proviene, infatti,  il 64% del grano ed il 14% dei fertilizzanti utilizzati in Rwanda. Nel 2020, secondo i dati del Ministero del Commercio e dell'Industria, il Rwanda ha speso oltre 44 milioni di dollari (44 miliardi di Rwf) per  le importazioni di grano, in aumento rispetto ai 40,8 milioni di dollari (circa 40 miliardi di Rwf) spesi un anno prima. Sulla base dei volumi, il Rwanda ha importato più di 177.740 tonnellate di grano  nel 2020, rispetto alle 159.350 tonnellate del 2019. La crisi ha innescato interruzioni nelle forniture globali di grano e ha fatto salire i prezzi dei prodotti correlati, come farina e pane. Di fronte all’emergenza le autorità stanno cercando fonti alternative di approvvigionamento, ma anche modi in cui si possa mescolare la farina ricavata dal grano con quella di altri prodotti di provenienza locale, come le patate dolci e la manioca, di cui il Rwanda ha grande disponibilità. Così diversi panifici hanno fatto ricorso alle patate dolci e alla  manioca  come materie prime alternative ala farina di grano per fare il pane. 

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