Che impatto hanno avuto la geografia, i sistemi politici, le
dimensioni della popolazione e lo sviluppo economico sulla gestione della pandemia da COVID-19
in tutto il mondo? A questa domanda risponde uno studio del Lowy Institute di
Sydney, consultabile
qui. Lo studio esplora come più di 100 paesi con dati disponibili
pubblicamente e comparabili sul virus hanno gestito la pandemia nelle 43
settimane successive al loro centesimo caso confermato di COVID-19, utilizzando
i dati disponibili fino al 13 marzo 2021. I Paesi sono stati ordinati in ampie
categorie - per regioni, sistemi politici, dimensione della popolazione e
sviluppo economico - per determinare se esistono variazioni significative tra i
diversi tipi di stati nella gestione della pandemia. Sono stati quindi presi in
esame sei i fattori per elaborare il
ranking: il numero di casi confermati, quello delle morti confermate, il
coefficiente dei casi confermati per ogni milione di abitanti, il coefficiente
delle morti confermate anche in questo caso per ogni milione di abitante,
l’incidenza del tasso di positività in relazione ai tamponi effettuati e infine
i risultati dei tamponi per ogni mille abitanti. In base a questi dati è stato
stabilito un ranking: “Una media ugualmente ponderata delle classifiche dei sei
indicatori – hanno evidenziato gli analisti australiani – è stata normalizzata
per ciascun Paese per produrre un punteggio compreso tra 0 (prestazioni
peggiori) e 100 (prestazioni migliori) in un dato giorno nelle 43 settimane
successive al centesimo caso confermato di COVID-19”. La classifica emersa vede in testa a pari punti, con un ranking di
93 su 100, Nuova Zelanda e Bhutan. Quello che sorprende è il 7° posto del
Rwanda con un punteggio di 79, primo dei Paesi africani davanti al Togo al 16 °
posto con 72. Nella top ten sono soltanto tre i Paesi dell’Ue e sono tutti tra
i più piccoli e meno popolosi: Cipro figura infatti al quinto posto, la
Lettonia al settimo, l’Estonia al decimo.Per trovare il nostro Paese occorre
scorrere la classifica verso il basso. L’Italia infatti, con un punteggio
complessivo di 37.5, si trova al sessantottesimo posto, tra la Bulgaria e il
Pakistan. L’unica vera consolazione sta nel fatto che Roma si è piazzata
comunque davanti a molti altri Paesi dell’Ue, quali Belgio, Francia, Polonia e
Paesi Bassi.
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