"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
lunedì 28 dicembre 2020
Improvvisa scomparsa dell'abbé Emmanuel, parroco di Byumba
Venti anni di attività dell'Ass. Kwizera in Rwanda
Riportiamo qui di seguito tutte le iniziative e le realizzazioni portate a termine in venti anni dall'Associazione Kwizera in Rwanda.
Realizzazioni dal 2001 al 2020
2001-2004
1) Acquisto di un terreno nei pressi dell'ospedale di Muhura, destinato alla costruzione di uno spaccio e di alloggi per infermieri e personale sanitario.
2) Acquisto di un terreno di circa due ettari con annessa una piantagione di banane, destinato alla produzione di alimenti per la scuola superiore di Cyeza.
3) Acquisto di due piccoli terreni adatti alla costruzione di abitazioni da destinare alle famiglie più bisognose, anche questi nella collina di Cyeza.
4) Acquisto del terreno dove ora sorge la fattoria di Cyeza.
5) Contributo per l'acquisto di un mezzo fuoristrada.
6) Finanziato la costruzione di un alloggio per i responsabili
dei progetti.
7) Acquisto di un terreno di circa due ettari, destinato alla coltivazione di alimenti da distribuire alla mensa scolastica di Cyeza.
8) Costruzione di una fattoria di bestiame, nella collina di
Cyeza.
9) Realizzato un progetto di apicoltura nella diocesi di
Byumba.
10) Erogato un contributo economico per la spedizione di un
container in Rwanda.
11) Realizzato i terrazzamenti radicali sulla collina di
Nyinawimana.
12) Consegnato materiale didattico per i bambini dalla scuola
di Kibali.
13) Realizzato un progetto moderno per l'allevamento di polli
con l'incubatrice.
14) Inviate attrezzature didattiche (televisione, DVD, fotocopiatrice, computer, cancelleria ecc) alla scuola superiore di Cyeza.
15) Portato un contributo annuale alle missioni che ogni anno
visitiamo.
16) Dal 2003 abbiamo iniziato un Progetto di adozioni a distanza, che prosegue con successo donando speranza ad un numero sempre maggiore di bambini.
17) Erogato un contributo in sostegno delle Missioni del Burkina Faso.
mercoledì 23 dicembre 2020
mercoledì 9 dicembre 2020
I Paesi della Smart Africa Alliance puntano a dimezzare i costi di accesso ad internet
Lunedì 7 dicembre, i leader africani della Smart Africa Alliance in una riunione virtuale del consiglio, presieduta dal presidente Paul Kagame, si sono impegnati a ridurre il costo di Internet, fino a dimezzarli, nei rispettivi Paesi nell'ambito di un progetto ambizioso che sarà implementato a partire dal prossimo anno. L'alleanza riunisce 30 Paesi membri, che rappresentano oltre 750 milioni di persone, e oltre 40 membri del settore privato impegnati nel progresso dell'Africa attraverso la trasformazione digitale. Da ultima si è aggiunta la Mauritania, portando i Paesi membri a 31. Secondo diversi rapporti, Internet a prezzi accessibili rimane fuori portata in molte parti dell'Africa. Un rapporto del 2018 di Ecobank Research ha rilevato che l'Africa ha i dati mobili più costosi, "sia in termini reali che relativi al reddito". In Guinea Equatoriale, Zimbabwe e Swaziland, i tre paesi più costosi, un gigabyte di dati costa più di 20 dollari. In tutto il continente, il prezzo medio è stimato a $ 7,04 con la maggior parte dei paesi che registra prezzi superiori all'obiettivo della Commissione per la banda larga delle Nazioni Unite del 2% del reddito mensile. La Commissione per la banda larga delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile definisce Internet come conveniente quando 1,5 gigabyte di dati mobili hanno un prezzo non superiore al 2% del reddito medio. In Rwanda, clicca qui per conoscere la situazione del Paese, il costo di 2 gigabyte di Internet è pari al 7,1% del reddito medio lordo, stimato su base annua in 780 dollari. Lunedì i leader hanno anche approvato la Giga Africa Initiative, un progetto guidato da UNICEF e ITU volto a supportare le politiche abilitanti per dispositivi intelligenti più economici in diversi Paesi. Sono stati inoltre svelati quattro progetti sviluppati nel 2020: il progetto "Identità digitale" per l'Africa sostenuto dal Benin, il progetto africano per lo sviluppo di "Avviamenti ICT ed ecosistema di innovazione" guidato dalla Repubblica tunisina, il progetto "Smart Broadband 2025" guidato dal Senegal e il progetto Smart Villages guidato dal Niger.
sabato 5 dicembre 2020
La nuova stagione dei rapporti Rwanda-Santa Sede
Papa Francesco Venerdì 4 dicembre papa Francesco ha ricevuto lettere di credenziali da Marie-Chantal Rwakazina come ambasciatore del Rwanda accreditato presso la Santa Sede. Rwakazina è ambasciatrice del Rwanda presso la Santa Sede con residenza a Ginevra.La presentazione delle credenziali della Rwakazina arriva solo una settimana dopo che il cardinale Antoine Kambanda ha ricevuto la sua berretta rossa da Papa Francesco nel concistoro tenutosi il 28 novembre. Sono questi due momenti che consacrano il momento particolare dei rapporti tra Rwanda e Santa Sede, dopo che le relazioni diplomatiche stabilite 56 anni fa avevano risentito del gelo che era calato all’indomani della conclusione della guerra civile nel 1994, quando i vincitori del FPR avevano apertamente accusato la Chiesa Cattolica di aver sostenuto il vecchio regime di Juvenal Habyarimana e di essere coinvolta con alcuni suoi membri in azioni genocidarie. La fase di disgelo nei rapporti era iniziata nel marzo 2017 quando il Presidente della Repubblica di Rwanda, Paul Kagame, fu ricevuto in udienza da Papa Francesco e, successivamente, aveva incontrato il Segretario di Stato, card. Pietro Parolin, accompagnato dal Segretario per i Rapporti con gli Stati, mons. Paul Richard Gallagher. Già in quella occasione erano state ricordate le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Rwanda, il notevole cammino di ripresa per la stabilizzazione sociale, politica ed economica del Paese e la collaborazione tra lo Stato e la Chiesa locale nell'opera di riconciliazione nazionale e di consolidamento della pace a beneficio dell’intera Nazione. In tale contesto il Papa ebbe a manifestare il profondo dolore suo, della Santa Sede e della Chiesa per il genocidio contro i Tutsi, esprimendo solidarietà alle vittime e a quanti continuano a soffrire le conseguenze di quei tragici avvenimenti e, in linea con il gesto compiuto da San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, rinnovò l'implorazione di perdono a Dio per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri, tra i quali sacerdoti, religiosi e religiose che hanno ceduto all'odio e alla violenza, tradendo la propria missione evangelica. Il Papa altresì auspicò che tale umile riconoscimento delle mancanze commesse in quella circostanza, le quali, purtroppo, hanno deturpato il volto della Chiesa, potesse contribuire a promuovere con speranza e rinnovata fiducia un futuro di pace, testimoniando che è concretamente possibile vivere e lavorare insieme quando si pone al centro la dignità della persona umana e il bene comune. Il presidente Kagame, sul suo profilo Twitter, così commentò l'incontro: «Gran giornata e grande incontro con Papa Francesco. Un nuovo capitolo nelle relazioni tra Rwanda e Chiesa cattolica e Santa Sede! La capacità di riconoscere e chiedere perdono per gli errori in circostanze del genere – prosegue Kagame – è un atto di coraggio e di alta statura morale tipica di Papa Francesco. Grazie a questo saremmo tutti migliori». A quella visita vanno fatti risalire gli ultimi sviluppi, in particolare la nomina cardinalizia dell’arcivescovo di Kigali, mons. Kambanda. Nomina, sorprendente per gli addetti ai lavori, ma sicuramente giustificata dalla vicinanza del neo cardinale al presidente ruandese che può legittimamente mettere al proprio attivo questo importante riconoscimento per il Rwanda. Questo ritrovato clima d’intesa tra Rwanda e Santa Sede potrebbe sfociare in ulteriore passo: la sottoscrizione di un concordato tra le parti. In tal senso si è espresso il Segretario di Stato vaticano, cardinale Pietro Parolin, nell’incontro che ha avuto con la neo ambasciatrice successivamente alla presentazione delle credenziali.Questo ulteriore passaggio, come tutti i precedenti dalla visita di Kagame nel 2107 alla nomina cardinalizia, potrà contare sul discreto lavoro diplomatico del Cardinale Giuseppe Bertello, Membro del Consiglio di Cardinali che affianca papa Francesco, Nunzio apostolico in Rwanda dal gennaio 1991 al marzo 1995, dove la sua opera di pacificazione svolta, per la composizione del conflitto tra le parti in causa nella guerra civile, gli ottenne un particolare riconoscimento da parte del Governo ruandese.