Certo sarà sorprendente per noi italiani, abituati a una magistratura
straripante e intoccabile che è riuscita a imporre che le sentenze non si
possano neppure commentare, sapere che nell’Africa profonda invece i ruandesi avranno la possibilità di esprimere
la loro insoddisfazione per i servizi forniti dalle corti e dai tribunali dopo
che la magistratura ha lanciato un sistema di reclamo basato su Internet e
servizi di messaggistica breve (SMS). Il sistema online è stato lanciato
martedì dalla Corte suprema in collaborazione con Transparency International Rwanda. Secondo gli ideatori del servizio, i cittadini che si recano in tribunale per chiedere
giustizia e sono insoddisfatti a volte non hanno un posto dove indirizzare le
loro denunce. Con il nuovo portale online, i reclami potranno essere presentati
e accessibili da tutte le parti coinvolte, come tribunali, procura nazionale,
l'ufficio del difensore civico e l'associazione degli avvocati del Rwanda e
dovranno trovare soluzioni congiunte. Secondo il giudice prof. Sam Rugege, come riportato da The New Times, il
sistema intende coinvolgere il pubblico e le parti interessate nel settore
giudiziario al fine di migliorare l'accesso alla giustizia, alla responsabilità
e alla soddisfazione degli utenti giudiziari.Lo stesso giudice ha detto che “l'applicazione
consente alle parti in causa di presentare i propri reclami online e ricevere
un feedback tempestivo, consente agli avvocati e ai pubblici ministeri di
attirare l'attenzione su alcune questioni che potrebbero essere incoerenti con
il giusto processo nella gestione dei loro fascicoli o in casi di giudizi
problematici".Il sistema ha anche un box di suggerimenti online dove
le persone possono trasmettere le loro opinioni e suggerimenti sul
funzionamento di un tribunale, mentre offre anche la possibilità per i
contendenti di presentare reclami per una considerazione speciale per la
revisione dei loro casi.La nuova tecnologia permetterà a un cittadino di
fornire informazioni su come è stato trattato in tribunale, se ha dovuto subire
un'ingiustizia, un servizio scadente o qualsiasi tentativo di corruzione.
Come diceva Plinio il Vecchio « Dall'Africa c'è sempre qualcosa
di nuovo ».
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