"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 29 dicembre 2017

Chiesa rwandese contro la revisione della legge sull'aborto e la liberalizzazione dei preservativi nelle scuole

Mons Servillien Nzakamwita
La recente decisione del governo rwandese di liberalizzare  la distribuzione di preservativi nelle scuole, sostenendo di voler così contrastare la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili, ha sollevato la dura critica del Vescovo di Byumba, mons. Servilien Nzakamwita, che ha definito tale provvedimento per gli adolescenti una «licenza di fornicare». Da parte sua, il ministro della Sanità, Diane Gashumba, ha dichiarato che la misura mira a proteggere i giovani da Aids e epatite, sfidando il prelato a trovare un’alternativa al preservativo. Mons. Nzakamwita ha replicato attribuendo all'esecutivo la responsabilità dell’incremento di gravidanze “indesiderate” tra le ragazze. Ampi settori della locale comunità, non solo cattolica,  si sono uniti a sostegno delle  ragioni del vescovo di Byumba, non nuovo a prese di posizione forti nei confronti delle politiche governative in ambito familiare, come riferito in un nostro precedente post.
Ben più rilevanti sono le preoccupazione dei vescovi rwandesi circa la ventilata revisione dell'attuale normativa  in materia di aborto, vigente dal 2012 , che autorizza l’interruzione volontaria di gravidanza solo in specifici casi : se una donna è rimasta incinta in seguito ad una violenza, se è vittima di un matrimonio forzato, se ha avuto rapporti con un congiunto fino al secondo grado di parentela o se la gravidanza mette seriamente in pericolo la sua vita o quella del bambino.
Al riguardo la conferenza episcopale del Rwanda ha preso posizione, a metà dicembre contro la tentazione di espandere le condizioni di accesso all'aborto, un "peccato grave", mentre questo tema è al centro dei dibattiti nel paese. Per il momento, non c'è un calendario o un testo in particolare, ma la questione della riforma del codice penale in materia di aborto agita l'opinione pubblica rwandese. 
Questo è il motivo che ha ispirato la presa di posizione  della Conferenza Episcopale del Rwanda (CEPR) che ha riconfermato quanto già espresso  nel messaggio del 17 dicembre 2010 circa la condanna dell'aborto e la richiesta di protezione della vita. I vescovi, denunciando la   banalizzazione   dell'aborto, sottolineano come "la nostra società sia minacciata dal relativismo morale, soprattutto per quanto riguarda il sesso al di fuori del matrimonio, che ha conseguenze deplorevoli per la vita umana, la famiglia e persino l'intero paese. Tra queste conseguenze, le gravidanze indesiderate sono la forza propulsiva della tentazione dell'aborto, attualmente favorita da leggi che, sempre più, tendono alla banalizzazione di questo crimine .Vorremmo ricordare che l'aborto è un crimine grave perché è inteso solo a sopprimere la vita di una persona innocente. L'omicidio di un bambino nel grembo materno non può mai essere giustificato  " , affermano i vescovi. " Vorremmo chiedere a tutte le autorità competenti, e in particolare ai legislatori del nostro paese, al personale sanitario e all'intera società rwandese in generale, di non cedere a qualsiasi tentativo che potrebbe danneggiare la vita umana  " , concludono, invitando  a "unire le forze per combattere l'immoralità sessuale e l'aborto, soprattutto a livello giovanile". In un simile contesto rimane ancora aperta la piaga del ricorso all'aborto clandestino,  quantificato in circa 60.000 casi all'anno prima dell'entrata in vigore della legge del 2012 , e causa della detenzione oggi di  un quarto delle donne incarcerate nel paese colpevoli di aborto non autorizzato.

domenica 24 dicembre 2017

sabato 23 dicembre 2017

Un dono di Natale per il progetto Non di solo pane vive l'uomo

Le clarisse di Kamonyi
Il regalo di Natale per le suore Clarisse di Kamonyi arriva dall'Associazione Kwizera onlus che ha donato 5.000 euro a sostegno del Progetto Non di solo pane vive l'uomo.
Il Progetto, lanciato dall'Associazione Kwizera onlus, si propone di sostenere l'iniziativa delle  suore Clarisse di Kamonyi che intendono edificare un nuovo monastero a Nyinawimana, nella diocesi rwandese di Byumba, che accolga le sempre più numerose vocazioni claustrali che fioriscono in Rwanda (clicca qui).
La proposta dell'Associazione Kwizera è rivolta primariamente ai numerosi operatori italiani, ma anche stranieri, attivi nella diocesi di Byumba; ad essi  si chiede di concorrere con una percentuale anche contenuta dei fondi destinati alle  loro iniziative, per esempio anche solo il 5% per cento del totale dei fondi destinati al Rwanda, così da poter dare corso, tutti insieme,  alla realizzazione di un progetto, finanziariamente impegnativo ma dall’alto profilo ideale, quale la costruzione del nuovo monastero.Naturalmente saranno ben accetti anche i contributi di singole persone che condividono lo spirito del progetto.Per eventuali contatti diretti con la priora della comunità di Kamonyi, Madre M. Letizia, si potrà ricorrere a: clarisseskamonyi@yahoo.fr​​​.
 Le Clarisse di Kamonyi hanno aperto un apposito conto corrente su una banca del Rwanda, le cui coordinate bancarie sono riportate qui di seguito:
 Monastère NYINAWIMANA
B.P 5 BYUMBA- RWANDA
N° de Compte: 00040 06945589 40 EUR
Bank of Kigali (BK) -  BKIGRWRWX
Titulaire du Compte: Ordre de Sainte Claire au Rwanda
Tenuto conto degli oneri bancari di trasferimento fondi a livello internazionale, ci permettiamo di segnalare anche le coordinate bancarie del conto dell’Associazione Kwizera onlus, su cui potranno essere accreditati gli importi meno importanti​​​ che saranno bonificati sul conto del monastero, in ununica e più economica soluzione, dando specifica informativa di ogni singolo versamento al Monastero stesso:
Associazione Kwizera onlus
Istituto bancario Credito Valtellinese
IBAN: IT 17 M0521652160000000092361 
Causale: Progetto Non di solo pane vive l’uomo

venerdì 22 dicembre 2017

Auguri


Buon Natale


Noheli nziza n’Umwaka mushya muhire 2018

martedì 19 dicembre 2017

Airtel acquista Tigo e si consolida come secondo operatore in Rwanda

L'operatore di telecomunicazioni Bharti Airtel ha annunciato di aver siglato un accordo con Millicom International Cellular SA per l'acquisizione del 100% del capitale  azionario di Tigo Rwanda Limited. Con questo accordo, i  clienti di Tigo si uniranno alla rete di Airtel Rwanda. L'acquisizione renderà Airtel Rwanda il secondo operatore più grande del paese con un fatturato di oltre 80 milioni di dollari e una quota di mercato delle entrate superiore al 40 per cento, afferma il comunicato.Airtel e Tigo hanno già unito le loro attività per creare una forte realtà in Ghana.In passato, Airtel ha acquisito attività in Uganda (Warid) e Congo B (Warid), Kenya (yu Mobile) e operazioni consolidate in Ghana (Millicom).Airtel è uno dei maggiori fornitori di servizi di telecomunicazioni in tutto il continente in termini di copertura geografica e aveva quasi 83 milioni di clienti alla fine del trimestre conclusosi il 30 settembre 2017.

domenica 17 dicembre 2017

Due importanti iniziative imprenditoriali in campo farmaceutico

L’ultima settimana è stata caratterizzata dall'avvio di  due importanti iniziative in campo farmaceutico.La prima riguarda l’avvio da parte della società marocchina, Cooper Pharma, già attiva sul continete in Medio Oriente e in Slovacchia,  di un centro di produzione di farmaci, i cui brevetti sono scaduti, come antibiotici e analgesici, oltre che attrezzature mediche. L'ingresso di Cooper Pharma nel mercato ruandese è il risultato della visita del re marocchino Mohamed VI qualche mese fa, quando sono stati firmati diversi accordi di investimento tra i due paesi.La fabbrica, che sarà costruita su un terreno di 20.000 metri quadrati nella Zona economica speciale di Kigali nel distretto di Gasabo, richederà investimenti per  circa 6 milioni di dollari, al netto di trasferimento di tecnologie, e occuperà inizialmente 40 persone.Durante la prima fase, la fabbrica produrrà soluzioni iniettabili, essenzialmente utilizzate in cliniche e ospedali, inclusi prodotti sterili, antibiotici,  analgesici, anti-febbre sterile, successivamente la fabbrica produrrà anche  compresse o capsule per diverse cure. A regime la fabbrica dovrebbe soddisfare tra il 10 e 20 per cento del fabbisogno di medicinali nel paese, che nel 2016 ha richiesto importazioni per circa 100 milioni di dollari.
 Una nuova iniziativa riguarda l’arrivo in Rwanda  di  una società di biotecnologia con sede negli Stati Uniti, LEAF Pharmaceuticals,  specializzata nella ricerca e nello sviluppo di farmaci antitumorali. La  LEAF Pharmaceuticals intende creare in Rwanda  un hub di biotecnologie a livello continentale. I propositi della società americana trovano conferma nel fatto che  fondatore, presidente e amministratore delegato è un esponente della diaspora rwandese dal prestigioso curriculum nell’ambito di multinazionali farmaceutiche, Clet Niyikiza,  che si trova anche nel consiglio consultivo di esperti internazionali che supporta il presidente Kagame.

venerdì 15 dicembre 2017

Il Vice Ministro degli Esteri e della Cooperazione, Mario Giro, incontra il presidente Kagame

Il presidente Paul Kagame con il ministro Mario Giro
La missione in  Rwanda del  nostro vice ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Mario Giro,  si è conclusa con un incontro con il Presidente della Repubblica e prossimo presidente dell’Unione Africana, Paul Kagame. Sul proprio profilo facebook, il v. ministro ha così sintetizzato l'incontro.
 " Ho sentito una grande riconoscenza per il nostro lavoro e per l’Italia. Cooperazione, imprese italiane in vari settori, dall’ aeronautica all’agroalimentare, anche queste sono opportunità reali che creano sviluppo.L’Italia ha implementato il training delle forze di sicurezza ruandesi, in particolare grazie al lavoro dei nostri carabinieri e sviluppato programmi innovativi per l’ambiente. Dal Ruanda ho capito ancora una volta di più come sia dirimente connettere gli interessi nazionali italiani e europei con quelli dei Paesi di origine e transito. I flussi sono una grande questione umanitaria, e allo stesso tempo, il segno della sfida di trafficanti, terroristi e organizzazioni criminali contro le nazioni fragili del Sahel e dell’Africa occidentale. Poi però c’è anche un'altra Africa. L’Africa del cambiamento. I giovani africani cominciano ad associarsi ad un processo di start-up, imprese e nuovi lavori. Tematiche trattate non a caso con intelligenza al recente summit di Abidjan. Qui per la prima volta ad un summit, c’era una rete di giovani di vari Paesi africani in movimento, all'insegna di un futuro migliore. Ma l’incontro con il Presidente Kagame è stato anche l’incontro con il prossimo Presidente dell’Unione Africana. Con lui ho parlato anche delle sfide che si troverà ad affrontare come neopresidente e del suo piano di riforma dell’organizzazione stessa. Kagame si raccomanda da tempo che l’Ua si occupi di meno cose, ma in maniera più approfondita, che si raccordi meglio con le organizzazioni regionali (Ecowas, Cemac, Sadeec, ecc.), che spenda meno e bene; che diventi autonoma finanziariamente (oggi oltre il 60% del suo bilancio è finanziato dai donatori come la Ue); che sia più efficace nelle crisi. La sua potrebbe essere una presidenza importante e di svolta. Infine, la nuova leadership della Ua dovrà occuparsi delle tante crisi politico-etniche e farlo in modo nuovo. L’Unione Africana di domani si prepara dunque a grandi mutamenti. Ne ha bisogno. Noi, ed è questo il mio messaggio: vogliamo sostenere questo processo."
A margine della visita,  osserviamo come sarebbe stato questa l'occasione per la nostra Cooperazione  di dare concretezza a un  progetto, giacente sui tavoli del ministero, riguardante un Progetto pilota per il Rwanda predisposto dall'Associazione Kwizera onlus d'intesa con l'University of Technology and Arts of Byumba, per dar vita a uno  Stage professionalizzante per giovani medici africani, di cui qui di seguito riportiamo una sintesi.
Sintesi del Progetto presentato dall’Associazione Kwizera onlus
Nell’ambito del più ampio Progetto Italia-Africa-Italia è stato individuato come possibile progetto pilota,  l’attivazione di uno Stage professionalizzante in area medica per un  numero massimo di trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda.
Lo stage della durata di sei mesi presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo si propone di offrire ai giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico in una struttura ospedaliera delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di personale infermieristico. Lo stage potrà altresì prevedere momenti di approfondimento su specifiche specializzazioni, con particolare riferimento al trattamento della tubercolosi, specializzazione storica del Morelli,  di cui si avverte la recrudescenza nei paesi africani Rwanda compreso.
I giovani medici rwandesi verrebbero selezionati nel paese di origine da una struttura universitaria locale che sarebbe altresì chiamata a somministrare, prima della partenza per l’Italia, un corso di lingua italiana della durata di due mesi oltre che curare tutti gli aspetti burocratici amministrativi per l’espatrio.
Gli stagisti selezionati si dovranno impegnare a rendere disponibile, al rientro in Rwanda, un mese di lavoro gratuito da utilizzarsi nelle strutture sanitarie locali a livello di assistenza medica o di formazione infermieristica. 
Il costo del progetto, per un massimo di  30 stagisti, dovrebbe ammontare, in prima approssimazione, a 210.000 euro, pari a un costo di 7.000 euro per ogni stagista coinvolto. Tale cifra prevede un costo giornaliero di 35 euro per i sei mesi di permanenza in Italia, pari all’importo previsto dal governo italiano per l’accoglienza migranti.

lunedì 11 dicembre 2017

Carabinieri formano poliziotti rwandesi sulla protezione del patrimonio ambientale

L’Arma dei Carabinieri ha avviato  in Rwanda, nell’ambito di una cooperazione in atto con la Polizia Nazionale del Rwanda, il primo corso “Rangers”. Un pacchetto formativo della durata complessiva di 4/5 settimane, che comprende un modulo generale, finalizzato a formare operatori di polizia con elevata capacità di movimento e controllo del territorio in aree impervie o caratterizzate da presenza di elementi ostili, seguito da istruttori della 2^ Brigata Mobile Carabinieri e da moduli specialistici finalizzati a fornire competenze specifiche nella prevenzione e nel contrasto del “danno ambientale”, condotti da personale del Comando Unità per la Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare.L’odierna collaborazione, rivolta a circa 50 poliziotti ruandesi e condotta da 5 istruttori dell’Arma, discende dall’accordo tecnico di cooperazione nel campo dell’addestramento tra l’Arma dei Carabinieri e la Polizia Nazionale Rwandese sottoscritto il 12 gennaio a Roma dal Comandante Generale Tullio del Sette e dall’Ispettore Generale Emmanuel K.Gasana, il primo sottoscritto nel campo della Difesa e della Sicurezza tra Italia e Rwanda.

sabato 9 dicembre 2017

Payxday: unità di conto per misurare l'uso alternativo dei fondi spesi per i migranti

Scuola di Kiruri: costo 1.150 Payxday nel 2010
L'Italia, per affrontare le spese di soccorso, accoglienza e soggiorno complessivamente
Asilo Carlin di Kagera: costo 375 Payxday nel 2011
di oltre 300 mila  migranti, ha previsto per il 2017 uno stanziamento a bilancio di 4,6 miliardi di euro, più del doppio del budget dell'intero bilancio  ( € 2,050 miliardi) previsto dal Rwanda, comprensivo di spese  per la sanità, l'educazione, la difesa e tutto quanto erogato dallo stato, per oltre 11,5 milioni di abitanti. Un dato che dovrebbe far riflettere circa il miglior uso delle scarse risorse economiche disponibili, a fronte della molteplicità dei bisogni.  Ma scendiamo dai grandi numeri di un bilancio statale alla quotidianità,  sgomberando da subito il campo dall'immaginabile  obiezione delle anime belle dell'accoglienza, pronte a respingere la riduzione del tutto a mero fattore economico e invocare il sacrosanto principio che  dietro ogni migrante c'è una persona, con la sua storia e i suoi bisogni, e a quella bisogna primariamente guardare.Verissimo.Ma persone lo sono   anche quelle che rimangono, dimenticate e ben più numerose, in Africa. E allora, superata questa obiezione fuorviante, torniamo al problema del miglior uso che un governante è chiamato a fare dei soldi raccolti con l'imposizione fiscale. Individuiamo quindi  un misuratore che dia contezza immediata, anche alla signora Maria, sul miglior utilizzo che si può fare del denaro speso, con riferimento al suo utilizzo alternativo in Africa. Al riguardo, sembra che un buon parametro possa essere individuato nel costo giornaliero che lo Stato si accolla per il mantenimento di un migrante arrivato in Italia, pari a 35 euro. Ecco, chiameremo questo valore Payxday, una nuova unità di conto, pari appunto a euro 35, con la quale possiamo procedere a quantificare prestazioni, servizi, beni che si possono acquistare in un paese africano, sapendo  che da noi è il corrispettivo del costo  per una giornata di ospitalità. 
Vediamo allora qualche esempio riferito a una realtà come quella del Rwanda, che rispecchia un dato medio africano. Utilizzando l'unità di conto Payxday in Rwanda  ci troveremmo nella situazione  che:
0,50 Payxday è il salario mensile di un lavorante agricolo;
1 Payxday è il costo giornaliero di mantenimento di 150 rifugiati nei campi dell'UNCHR in Rwanda
1 Payxday è lo stipendio mensile di una maestra d'asilo;
2 Payxday è lo stipendio di un insegnante medio
3 Payxday è la somma necessaria per adottare un bambino a distanza
4 Payxday è lo stipendio di un veterinario
10 Payxday è la retta annuale di un buon collegio per studi secondari
24 Payxday è il costo di una cisterna per l'acqua da 10.000 litri
28 Payxday è il costo di una moto-taxi
100 Payxday è l'importo necessario per avviare un allevamento di 50 capre con tanto di stalla e          stipendio per un guardiano
400 Payxday il costo di un asilo con tre aule
500 Payxday il costo di un acquedotto da 4 km di tubazioni, cisterne e fontane  per servire due comunità di 900 famiglie e i relativi edifici comunitari
1.400 Payxday è il costo di un complesso scolastico con 5 aule per complessivi 300 mq.
Alla luce di queste poche indicazioni ognuno è in grado di valutare il miglior utilizzo di un Payxday, se in Italia o in Africa.
E lo facciamo anche noi, prendendo il caso di quei 20 migranti che da oltre tre anni sono ospitati in un b&b, senza che nessuno sia stato in grado di trovare loro un posto di lavoro, che erano venuti a cercare da noi:ecco con il costo che lo Stato ha dovuto accollarsi per il loro mantenimento per  tre anni si potevano costruire in Rwanda almeno 15 scuole con 75 classi per ospitare 3.000 bambini.Oppure, si potevano creare circa 200 posti di lavoro, sulla base dell'investimento per un allevamento di capre, per un importo unitario di 100 Payxday.
Se poi volete esagerare, provate a calcolare quanti salari annui da un Payxday mensile si potrebbero erogare in un paese africano simile al Rwanda con i 4,6 miliardi di euro che l'Italia finirà a spendere nel 2017:10.952.380 o 10.109.890 compresa la tredicesima.
Vi tornano i conti?

mercoledì 6 dicembre 2017

Unilever entra nel business del tè rwandese con un progetto da 30 milioni di dollari

Raccoglitrice di tè
Unilever, uno dei maggiori gruppi al mondo nei prodotti alimentari, per la cura della casa e della persona, con vendite in oltre 190 paesi,  ha avviato un progetto in Rwanda per la costruzione di una fabbrica di lavorazione del tè e lo sviluppo di due grandi coltivazioni.Il relativo accordo con il governo, siglato l'anno scorso, prevede investimenti di circa $ 30 milioni  nel corso dei prossimi quattro anni nello sviluppo di due siti di grandi dimensioni nei settori di Kibeho e Munini nel distretto di Nyaruguru, nonché di un centro di lavorazione.A regime saranno piantati messi a coltivazione  3500 ettari di tè, creando  circa 1000 posti di lavoro nei due siti.
Il progetto, che ha presso avvio ieri con la messa a coltura delle prime  piantine di tè, coltivate in vivaio a partire dall'ottobre scorso. Per creare i siti delle nuove piantagioni,   Unilever ha proceduto a ricollocare 228 famiglie, i cui terreni sono stati accorpati,  in case moderne dotate di lettricità e acqua in un villaggio che i residenti hanno soprannominato "La nuova Gerusalemme".Sono circa 600 i residenti  che hanno trovato lavoro nella piantagione di tè. Il distretto di Nyaruguru ha già 5.337 ettari di tè, per una produzione di 3.900 tonnellate all'anno. Unilever gestisce  4.231 ettari, di cui 813 per alimentare lo stabilimento Unilever di prossima realizzazione.Alla luce anche dei nuovi investimenti della multinazionale, il governo rwandese punta ad aumentare le esportazioni di tè dalle 25.500 tonnellate del 2016 a 45.000 tonnellate nel 2024.  In futuro, circa il 70 per cento delle esportazioni effettuate annualmente da Unilever Tea Rwanda dovrebbe provenire da piccoli agricoltori.

martedì 5 dicembre 2017

Il Rwanda inaugura primo impianto di riciclaggio di rifiuti elettronici

Il Rwanda ha inaugurato lunedì, nell'ambito della Green Growth Week che si tiene a Kigali,  il suo primo impianto di riciclaggio e smantellamento dei rifiuti elettronici, il secondo a levello continentale. La nuova iniziativa, facente parte della più ampia strategia nazionale di gestione dell'ambiente, mira a preservare il paese dai rischi ambientali e contribuire allo sviluppo economico e alla creazione di posti di lavoro verdi.
La struttura, che ha rischiesto un investimento di circa 1,5 milioni di dollari resi disponibili dal Green Fund è situata nel distretto di Bugesera, nella provincia orientale, e fornirà una soluzione duratura per i rifiuti elettronici ed elettrici, impedendo nel contempo l'impatto negativo degli stessi rifiuti  sulla salute umana e sull'ambiente. L'impianto, che  è il terminale a cui fa capo un sistema di raccolta incentivata su scala nazionale,  sarà collegato a industrie di riciclaggio sostenibili a livello nazionale, regionale e internazionale.