"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 2 ottobre 2017

Il futuro del Rwanda passa per lo sviluppo del settore minerario

Cercatori d'oro nel nord del Rwanda
Secondo il Rwanda Economic Update rilasciato dalla Banca Mondiale nell'agosto scorso,  le esportazione dei minerali tradizionali dal Rwanda sono cresciute  da meno di $ 68 milioni nel 2004 a $ 226 milioni nel 2013, ma i prezzi in calo hanno  completamente invertito questa tendenza e nel 2016 le esportazioni di minerali hanno contribuito per soli 86 milioni di dollari all'export rwandese. Secondo la Banca Mondiale il settore minerario rwandese risente della scarsa produttività causata dai metodi rudimentali che caratterizzano il comparto, in cui operano realtà di dimensioni contenute con manodopera non qualificata. Finora il settore ha attirato bassi investimenti esteri rispetto ad altri settori: nel 2015 i FDI (foreign direct investment) al settore minerario hanno rappresentato il 9,6% del totale degli afflussi, rispetto al 30% andato all'agricoltura e il 40% per i servizi (ICT) e turismo. Il rapporto sottolinea altresì come oltre alle risorse finanziarie, i FDI portino nuove tecnologie, migliori metodi minerari  e competenze necessarie per aumentare la produttività del settore. Nonostante questa panoramica in chiaroscuro, le autorità rwandesi del comparto minerario hanno preannunciato ambiziosi programmi per il futuro del comparto.Attraverso investimenti  nella modernizzazione delle attività minerarie,  l'esplorazione di potenziali aree minerarie per stabilire la portata di risorse e riserve nazionali, in termini di quantità e qualità, la lavorazione dei minerali prima dell'esportazione per affrancarsi dall'oscillazione dei prezzi delle materie prime sui mercati internazionali, il nuovo governo rwandese, guidato da Edouard Ngirente,  si propone l'obiettivo di raddoppiare i ricavi attuali ( prendendo come base 200 milioni di dollari del 2013) ogni due anni per raggiungere l'obiettivo esportare minerali per 800 milioni di dollari entro il 2020 e per toccare  1,5 miliardi di dollari l'anno entro il 2024. Simili obiettivi possono essere perseguiti attraverso un superamento dell'attuale modello che vede il 75% delle attività minerarie del paese gestite in maniera artigianale, con un tasso di recupero dei minerali molto basso ed una scarsa o nulla meccanizzazione.Bisognerà favorire l'evoluzione del settore verso un approccio industriale, con il raggruppamento delle imprese artigiane in grandi cooperative che possano migliorare sia l'aspetto industriale dell'estrazione che la successiva commercializzazione.
Il Rwanda attualmente esporta principalmente quattro tipi di minerali:oro, cassiterite, coltan e tungsteno.

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