"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 12 luglio 2017

Come rispondere ai bisogni economici della Chiesa rwandese: esperti a confronto

I rappresentanti delle diocesi rwandesi, esperti in affari economici, sono riuniti in questi giorni a Kigali, presso il centro  San Vincent Pallotti di Gikondo, per un workshop  sui bisogni finanziari e sulla gestione delle risorse economiche della Chiesa rwandese. Perché, come affermato nell’indirizzo di saluto di Mons Célestin Hakizimana, Vescovo di Gikongoro e Presidente della Commissione episcopale per gli affari economici,  è "il momento per la Chiesa cattolica di rivedere le proprie strategie nella mobilitazione dei fondi necessari per condurre correttamente il proprio apostolato, pervenendo, dopo tanto parlare, a proposte efficaci che rispondano alle pressanti sfide a cui sono chiamate le diverse diocesi. Nel seminario, i partecipanti si scambieranno le loro esperienze interrogandosi su come porre rimedio alla sempre più evidente carenza di fondi, di come reperire nuove risorse finanziarie e su come gestirle al meglio, così come dare attuazione con professionalità ai diversi  progetti in cui quasi tutte le diocesi sono impegnate. Nel dibattito dovrebbe avere spazio, in primis, la valorizzazione del consistente patrimonio di terreni agricoli di cui dispongono tutte le diocesi, non poche volte abbandonato a se stesso e comunque non valorizzato appieno, secondo i criteri di una moderna agricoltura che, in mano ai privati, in Rwanda comincia a dare risposte reddituali significative. Anche nel caso di loro affidamento a cooperative agricole, attenti criteri gestionali accompagnati all’introduzione di più moderne tecniche agricole  può portare a rese economiche importanti con beneficio di tutte le parti coinvolte, superando anche la mera logica della lotta alla fame. Senza dimenticare che terreni incolti richiamano l’attenzione delle autorità con il conseguente rischio di non improbabili misure di esproprio ( vedi al riguardo questo nostro vecchio post)Anche molti edifici costruiti nel passato richiederebbero opere di recupero e ripristino. Troppo spesso, infatti, vengono messi in campo nuovi investimenti immobiliari, lasciando inutilizzati e destinati a un inevitabile degrado immobili che potrebbero essere ancora utilizzati. Da ultimo un’attenzione dovrebbe essere riservata alla valorizzazione, nel lungo termine, di investimenti già in essere, come nel caso della banca RIM. In questo momento in Rwanda le attività finanziarie stanno attirando l’attenzione degli investitori esteri per le potenzialità che il mercato offre, le diocesi dovrebbero quindi vedere nella RIM non solo uno strumento per intervenire a sostegno dei risparmiatori e delle famiglie, ma anche un vero e proprio investimento che dovrebbe garantire un ritorno in termini di dividendi annui nel breve periodo e una sua crescita di valore nel tempo. Altrettanto va detto per iniziative in campo turistico ( alberghi e ristoranti). Fondamentale resta però la gestione professionale di tutte queste attività, che devono essere affidate primariamente a professionisti e tecnici affidabili e provati, qualità non necessariamente riscontrabili in un bravo sacerdote ( vedi questo post).Per quanto invece riguarda il reperimento di fondi da donatori esteri rimangono sempre valide queste nostre passate  riflessioni ( clicca qui).

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