"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 16 settembre 2015

Presentato il Rapporto sulla povertà in Rwanda

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E’ stato rilasciato ieri dall’Istituto Nazionale di Statistica del Rwanda (NISR) il Rwanda Poverty Profile Report 2013/14, il rapporto che fornisce un aggiornamento sul livello di povertà misurato in termini di consumo riscontrato nella popolazione del Rwanda. Il rapporto è fonte di interessanti informazioni che fotografano l’attuale situazione della popolazione rwandese, con particolare riguardo alle condizioni di vita degli stati più deboli. Ne esce un quadro in chiaroscuro. A fronte dei numerosi elementi positivi, a partire da una crescita dell’economia nell’ordine dell’8% annuo rispetto al 2001, con un PIL pro capite più che triplicato da  $ 211 nel 2001 a  $ 718 nel 2014 cui ha fatto seguito una riduzione dal 58,9% al 39,1% ( anche se l’obiettivo per il 2015 prevede un 30,2%) della percentuale della popolazione collocata sotto la linea nazionale di povertà e di quella di povertà estrema passata dal 40% al 16,3%, non nasconde diverse criticità, ancora esistenti all’interno della società rwandese. Ne ha evidenziata una lo stesso presidente Paul Kagame, intervenuto alla presentazione, quando ha sollecitato i responsabili locali a darsi una mossa perché la malnutrizione infantile, pur ridimensionata  a partire dal 2010 dal 44,2% al 37,9% dei bambini sotto i cinque  anni ( ma l’obiettivo 2015 sarebbe di portarla al 24,5%), vada definitivamente sradicata, “perché abbiamo tutti i mezzi per farlo”. La mortalità infantile è scesa da 107 morti ogni 1000 nati nel 2000 a 32 nell’ultimo anno, così come quella delle puerpere passate da 1071 morti ogni 100.000 parti  a 210.
Alcuni ulteriori dati riguardano le abitazioni: sono scomparse le case con coperture in paglia, anche a seguito della nota campagna no nyakatsi, mentre quelle con il tetto in lamiera sono cresciute  dal 54,4% al 61,1%, mentre l'accesso all'elettricità è passato dal 4,3% del 2005 al 19,8% .Qualche dubbio ci prende riguardo ai dati relativi all'uso della acqua potabile e dei servizi igienici. Infatti, il Rapporto riferisce che  le famiglie che utilizzano servizi igienici adeguati (WC) sono passate dal 74,5% nel 2011 all'83,4% nel 2014; mentre nello stesso periodo le famiglie con accesso a fonti migliorate di acqua potabile è aumentato dal 74,2% al 84,8%.
La proprietà di telefoni cellulari è aumentato dal 45,2% del 2011 al 63,6% nel 2014. Per il 20% della popolazione più povera, la proprietà dei telefoni cellulari  è raddoppiata nel corso dello stesso periodo dal 17,6% al 36,4%.
Nonostante il Rapporto parli di riduzione delle disparità economiche (con il  Coefficiente Gini sceso dal 0,507-0,448), le tabelle che corredano il Rapporto mettono in evidenza una diversa distribuzione della ricchezza o, meglio, della povertà tra le diverse regioni del paese, con le province agricole che evidenziano situazioni di povertà ben più alte delle aree urbane, a partire da quella della capitale, come ben evidenziato nella seguente tabella.



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