Arrivo
Solita marcia di avvicinamento al
Rwanda, questa volta il viaggio avviene con la compagnia olandese KLM , una
delle cinque compagnie aeree che fanno scalo a Kigali; alle tradizionali
Brussels, Ethiopian e Klm si sono di recente affiancate anche la Qatar
Airlines, meno cara rispetto alle altre ma con il vincolo di un solo bagaglio
in stiva, e la compagnia turca Turkisch.
Un termometro importante del ruolo che
il piccolo Rwanda si è ormai ritagliato
a livello internazionale. L’aereo è pieno come al solito, così come il quasi contemporaneo volo
della Brussels, che arriva poco prima,
con il risultato che il deflusso dall’aeroporto e l’entrata a
Kigali fanno letteralmente impazzire il traffico verso la capitale. Al banco
del pagamento del visto in entrata non possiamo non notare che non si sono ancora attrezzati: dopo averti mandato
a casa il visto per e mail, l’impegato
addetto a riscuotere i 30 dollari di tassa compila ancora la ricevuta a mano,
riportando tutti i dati del passaporto che dovrebbero essere già in possesso
dell’amministrazione. Piccole contraddizioni di un paese che fa
dell’informatizzazione uno dei suoi cavalli di battaglia. Sulla strada che ci
porta a Byumba incontriamo un grande cantiere stradale dell’impresa tedesca
Strabag che si è aggiudicata l’appalto per il rifacimento della Kigali-Gatuna,
sempre che i fondi messi a disposizione dall’Unione europea non vengano
bloccati, come sta succedendo in queste settimane in cui la comunità
internazionale sta premendo sul Rwanda, bloccando gli aiuti, perchè allenti le
sue intromissioni nelle caldissime
vicende del Kivu. Vicende che ci erano appena state ricordate da un giovane
connazionale che, in fila con noi per il controllo passaporti, ci confidava la
sua intenzione di raggiungere Goma per incontrare un’amica impegnata in loco;
gli echi di guerra che giungono dalla zona di questi tempi non sembravano
preoccuparlo eccessivamente. Gli auguriamo buona fortuna; noi, per questa
missione, prudentemente abbiamo cancellato
la solita gita a Gisenji. A Byumba dove arriviamo a notte inoltrata ci
attende una piccola novità: la possibilità di farci una doccia calda, grazie al
gas metano per gli usi domestici che il nuovo impianto di biogas, finanziato da
Kwizera, eroga da qualche settimana. Oggi, di prima mattina, ci sarà il
trasferimento a Nyagahanga dove ci aspetta la cerimonia di ordinazione
sacerdotale di un diacono del luogo; prepariamoci a una festa interminabile.
Verso Nyagahanga
Nell’ultimo anno la strada che da
Rukomo, nel punto in cui si lascia la strada asfaltata della Kigali-Byumba,
conduce a Nyagahanga è stata oggetto di interventi significativi. Infatti,
ormai solo gli ultimi cinque kilometri prima di arrivare a Nyagahanga, al confine tra provincia del nord e quella dell'est, hanno
mantenuto il loro aspetto solito, fatto di buche e pietre; per il resto si
viaggia su un’ampia pista ben livellata e ampliata in molti tratti. All’arrivo
a Nyagahanga ci accoglie una prima sorpresa: la chiesa parrocchiale si presenta
tirata a lucido con una facciata completamente ravvivata nei colori. Analogo
intervento è stato effettuato all’interno. Se ne ricava una piacevole sensazione
di freschezza.