"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 16 settembre 2025

Concordati tra Stato e Chiesa in Africa: manca il Rwanda

Riprendiamo da Afriche, inferno e paradiso, un libro in cui padre Giulio Albanese ha raccolto una serie di articoli apparsi su L'Osservatore romano,  un interessante spunto circa lo stato delle relazioni tra la Chiesa cattolica e i governi africani.Nel capitolo I Concordati con uno sguardo al futuro, l'autore approfondisce lo stato della questione sulla base di un saggio  sui concordati africani del professor Antonello Blasi, docente di Diritto concordatario ed ecclesiastico presso l’Università Lateranense. Quando si parla di Concordati ci si riferisce ad "accordi internazionali giuridicamente vincolanti tra la Santa Sede e gli Stati africani o gli organismi africani (come nel caso dell’Unione africana), secondo lo spirito etimologico del «cum-cor-dare», su materie specifiche e pertinenti, come lo statuto giuridico della Chiesa e delle istituzioni ecclesiastiche, la libertà religiosa, la libertà di religione e di culto, la collaborazione tra le istituzioni di insegnamento e sanitarie, la sovranità, i vantaggi concessi alla Chiesa, l’indipendenza e l’autonomia, i problemi di interpretazione assieme alle loro risoluzioni." Anche se negli ultimi anni sono stati sottoscritti diversi Concordati con governi africani, rimane ancora molto spazio perchè questi accordi  vengano implementati dalle Chiese locali per il tramite delle rispettive Conferenze episcopali,perchè "la realtà sociopolitica, nella quale spesso la Chiesa è chiamata ad operare, è a volte segnata da perniciose diseguaglianze e limitazioni di vario genere."  Negli ultimi anni, hanno sottoscritto un Concordato questi Paesi africani:Angola, Benin, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Ciad, Costa d’Avorio, Gabon, Guinea Equatoriale, Marocco, Mozambico, Organizzazione dell’unità africana (Oua), Repubblica del Congo, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana e Tunisia.                      Manca il Rwanda! Eppure non mancherebbe di certo materia da normare!

lunedì 15 settembre 2025

Il nostro affidabile cambiavalute di strada a Kigali

All'approssimarsi della grande manifestazione dei Mondiali di ciclismo che si terranno nei prossimi giorni a Kigali. proponiamo, tratto dal nostro libro Dentro il Rwanda, questa sorta di articolo di servizio per i molti visitatori ed atleti che si recheranno in Rwanda.
Gregoire, questo il nome del dinamico cambiavalute che tiene un proprio regolare ufficio cambi su una delle vie più frequentate di Kigali. A lui ci siamo rivolti per avere un cambio, mentre ci trovavamo a fare acquisti all’interno del grande magazzino cinese. Raccolte le nostre esigenze di cambio per via telefonica, nel giro di pochi minuti ci ha raggiunto tra gli scaffali del magazzino dove, quasi con aria cospiratoria, abbiamo fatto lo scambio: i nostri euro e dollari contro franchi ruandesi, già debitamente impacchettati secondo l’importo pattuito. Oltre a non farci pagare l’extra del servizio a domicilio ci ha pure applicato cambi di assoluto favore rispetto a quelli ufficiali. I nostri euro e dollari, secondo quanto riferitoci da Gregoire, andranno a soddisfare le richieste di altri clienti che per i loro affari preferiscono passare dall’ufficio cambi di Gregoire piuttosto che dalle banche. Da quel gennaio 2015, Gregoire è diventato il nostro “cambista” di riferimento in occasione di tutte le missioni successive: sempre cordiale, efficiente e sollecito a rispondere alle nostre chiamate, in qualunque zona di Kigali ci trovassimo. Successivamente, in occasione della missione 2017, abbiamo avuto anche modo di riscontrare che fine faccia la valuta estera oggetto di cambio. All’imbarco del volo di ritorno per Amsterdam, all’ultimo controllo di sicurezza immediatamente prima dell’imbarco, abbiamo assistito all’apertura della borsa di un viaggiatore ruandese dalla quale emergevano, da una sorta di sottofondo, tre buste contenenti mazzette di almeno 100 banconote estere di grosso taglio, cadauna. Il controllore non ha avuto nulla da eccepire, dal che si dovrebbe dedurre che, contrariamente a quanto succede in quasi tutto il mondo dove avremmo assistito all’immediato sequestro della valuta e al fermo del passeggero, sia possibile far uscire in maniera non ufficiale valuta dal Paese. Ma sarà proprio così? Ironia della sorte, agli stessi controlli ci era stato sequestrato, senza alcuna spiegazione, un sacchetto di arachidi che portavamo nel bagaglio a mano.

venerdì 5 settembre 2025

Facciamo il punto sul Posto di sanità di Mubuga

Torniamo sullo stato del Posto di sanità di Mubuga di cui avevamo riferito in un nostro precedente post in occasione della Missione 2025, dando conto dell'improvviso stop giuntoci dalla diocesi circa ogni nostro impegno ad un suo rilancio. Nell'occasione, ci era stato contestato, con modi sgradevolmente inquisitori, che l'opera a suo tempo era stata realizzata dalla vecchia Ass. Kwizera Onlus in violazione delle norme civili ed ecclesiastiche in materia  e senza coordinarsi con le autorità civili ed ecclesiatstiche competenti. Ora, in assenza di successive informazioni ufficiali circa l'esito degli approfondimenti condotti a livello diocesano circa la reale titolarità dell'immobile, abbiamo trovato in rete la cronaca dell'inaugurazione apparsa sul profilo facebook del Distretto di Rulindo.Nel resoconto si dà conto della presenza alla cerimonia rispettivamente: del segretario esecutivo del distretto di Rulindo, il signor BIZIMANA Al Bashir, del segretario esecutivo del settore Kisaro, la signora MUTUYIMANA Jeannette, e del rappresentante del vescovo della diocesi di Byumba, padre DUSHIMIYIMANA Jean Marie e della direttrice del Centro sanitario di Kisaro, la signora UWERA Judith, oltre che del parroco di Kisaro, promotore dell'iniziativa, l'abbé Lucien Kakizimana. Tali presenze certificano come l'opera sia stata portata a termine in coordinamento con le autorità civili e religiose interessate. A questo punto, pur in assenza di qualsivoglia gesto riparativo da parte di chi a suo tempo lanciò le pesanti accuse a carico dell'Associazione, per noi la questione è chiusa, senza tuttavia nascondere gli spiacevoli strascichi che ha lasciato. Semmai rinnoviamo il nostro impegno a sostenere, in coordinamento con chi ne ha la gestione, un rilancio del Posto di sanità che, allo stato, risulta da tempo inutillizato.