Venerdì 27 giugno 2025, i governi del Rwanda e della Repubblica Democratica del Congo hanno firmato un accordo di pace, frutto di mesi di negoziati mediati dagli Stati Uniti per portare la pace nella Repubblica Democratica del Congo e nella Regione dei Grandi Laghi. Firmato a Washington DC dal Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale del Rwanda, Olivier Nduhungirehe, e dal Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Democratica del Congo, Therese Kayikwamba Wagner. Alla firma ha assistito il Segretario di Stato americano Marco Rubio. È entrato in vigore immediatamente dopo la firma.
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
domenica 29 giugno 2025
Ecco i contenuti dell'accordo di pace tra il Rwanda e la R.D.del Congo
lunedì 16 giugno 2025
Perchè la cisterna da 150.000 litri di Nyinawimana è vuota?
| Cisterna della fattoria di Nyinawimana |
domenica 8 giugno 2025
Se il dibattito sulla cittadinanza fa dimenticare iI diritto a non emigrare
A tutti quelli che in campo cattolico si battono, spesso con motivazioni strumentali ed a volte addiritura false, a favore della riduzione dei tempi per l'ottenimento della cittadinanza agli stranieri presenti in Italia, ricordiamo che altrettanto impegno meriterebbe essere messo per rendere effettivo il diritto a non emigrare. Infatti, in questi anni, il fenomeno migratorio ha monopolizzato l’interesse delle comunità ecclesiale fino ad arrivare a condizionarne la pastorale, al punto che l’attenzione verso i migranti è stato elevato a unico modo per un cristiano di esercitare il dovere della carità. In questo clima, non sempre abbiamo percepito un segno di condivisione e sostegno per chi si muove in aiuto di coloro che, aderendo anche agli appelli dei propri Pastori, non vogliono o non possono intraprendere viaggi della speranza, attratti dalle ingannevoli sirene dell’Occidente. Quasi che aiutarli a casa loro significasse “scaricare il problema”, come si arrivò a sostenere autorevolmente nel portale della CEI, e non una risposta agli insegnamenti della Dottrina sociale della Chiesa e al costante magistero pontificio. Quello di Benedetto XVI quando, nel Messaggio per la giornata mondiale del migrante e del rifugiato del 2013, scriveva che “prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra, ripetendo con il santo Giovanni Paolo II che «diritto primario dell’uomo è di vivere nella propria patria: diritto che però diventa effettivo solo se si tengono costantemente sotto controllo i fattori che spingono all’emigrazione» .Per questo formuliamo l’auspicio che l’impegno di coloro, singoli o associazioni, che si ispirano a questi insegnamenti nel loro impegno caritativo trovi la dovuta considerazione e adeguato spazio all’interno della pastorale e del dibattito in ambito cattolico.Come auspicato anche dal compianto papa Francesco, quando, nel Messaggio per la Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato del 2015 affermava che "La Chiesa affianca tutti coloro che si sforzano per difendere il diritto di ciascuno a vivere con dignita', anzitutto esercitando il diritto a non emigrare per contribuire allo sviluppo del Paese d'origine", ci auguriamo che cessi nei confronti di chi si dedica al volontariato in Africa e in altre parti del mondo, quel sottile ostracismo di cui si è avuta sgradevole sensazione in questi anni e si possa sentire la vicinanza dei pastori e della comunità ecclesiale.