Card. Robert Sarah |
Riprendiamo qui di seguito ampi stralci dell'articolo apparso ieri, a firma Antonio Socci, su Libero, riportante pensieri del card. Robert Sarah su argomenti di stretta attualità come migrazioni, gloablizzazione, Europa. I temi sono ripresi dall'intervista concessa dallo stesso cardinale a Valeurs Actuelles, in sede di presentazione del nuovo libro, appena uscito in Francia (in italiano arriverà a fine estate), che s' intitola Le soir approche et déjà le jour baisse, titolo che richiama il passo del Vangelo sui pellegrini di Emmaus.
"A chi si è addormentato con le chiacchiere monotone e
"politicamente corrette" delle élite clericali che lisciano il pelo
ai salotti delle ideologie dominanti, scrive Socci, il nuovo libro del card. Robert Sarah
provocherà uno choc. È sulla linea del magistero di Benedetto XVI e di Giovanni
Paolo II non solo sui temi dottrinali, ma anche sulle questioni sociali del
presente.
Il cardinale africano giganteggia nella Chiesa attuale per
la sua autorevolezza, la sua spiritualità, per il suo distacco dalle lotte
curiali e per la sua coraggiosa voce di verità. Specialmente sul tema dell'
emigrazione lui, africano proveniente da un villaggio poverissimo, è totalmente
controcorrente rispetto al clericalismo di sinistra.
Mette in guardia dalla «barbarie islamista» (come dalla
barbarie materialista), appoggia i paesi di Visegrad che difendono le loro
identità nazionali e boccia il Global Compact sulle migrazioni. Ormai - dice -
«ci sono molti paesi che vanno in questa direzione e ciò dovrebbe indurci a
riflettere. Tutti i migranti che arrivano in Europa vengono stipati, senza
lavoro, senza dignità È questo ciò che vuole la Chiesa? La Chiesa non può
collaborare con la nuova forma di schiavismo che è diventata la migrazione di
massa. Se l' Occidente continua per questa via funesta esiste un grande rischio
- a causa della denatalità - che esso scompaia, invaso dagli stranieri, come
Roma fu invasa dai barbari. Parlo da africano. Il mio paese è in maggioranza musulmano.
Credo di sapere di cosa parlo».
LE IDEE
Così, in un' intervista
È un grido d' allarme sulla Chiesa, sull'Europa e sulla sua
Africa che ritiene danneggiata dall' ondata migratoria: «C' è una grande
illusione che consiste nel far credere alla gente che i confini saranno
aboliti.
Gli uomini si assumono rischi incredibili. Il prezzo da pagare è pesante. L'
Occidente è presentato agli africani come il paradiso terrestre (). Ma come si
può accettare che i paesi siano privati di così tanti loro figli?
Come si svilupperanno queste nazioni se così tanti loro lavoratori sceglieranno
l' esilio?» Il prelato si chiede quali sono le strane organizzazioni «che
attraversano l' Africa per spingere i giovani a fuggire promettendo loro una
vita migliore in Europa? Perché la morte, la schiavitù e lo sfruttamento sono
così spesso il vero risultato dei viaggi dei miei fratelli africani verso un
eldorado sognato? Sono disgustato da queste storie. Le filiere mafiose dei
trafficanti devono essere sradicate con la massima fermezza. Ma curiosamente
restano del tutto impunite».
Non si può far nulla? Il prelato cita «il generale Gomart,
ex capo dell'intelligence militare francese», il quale di recente ha spiegato:
«Questa invasione dell' Europa da parte dei migranti è programmata, controllata
e accettata. Niente del traffico migratorio nel Mediterraneo è ignorato dalle
autorità francesi, militari e civili». Sarah si dice traumatizzato da quello
che è accaduto negli anni scorsi: «La barbarie non può durare più. L' unica
soluzione duratura è lo sviluppo economico in Africa. L' Europa non deve
diventare la tomba dell' Africa». Perciò «si deve fare tutto affinché gli
uomini possano rimanere nei paesi in cui sono nati».
IL GLOBAL COMPACT
Così il cardinale si schiera pure contro il Global Compact che invece è
sostenuto da Bergoglio: «Questo testo ci promette migrazioni sicure, ordinate e
regolari. Ho paura che produrrà esattamente il contrario. Perché i popoli degli
Stati che hanno firmato il testo non sono stati consultati? Le élite globaliste
hanno paura della risposta della democrazia ai flussi migratori?».
Sarah ricorda che hanno rifiutato di firmare questo patto paesi come Stati
Uniti, Italia, Australia, Polonia e molti altri.
Poi il cardinale critica il Vaticano che lo appoggia: «Sono stupito che la
Santa Sede non sia intervenuta per cambiare e completare questo testo, che mi
sembra gravemente inadeguato».
E boccia le élite europee: «Sembra che le tecnostrutture
europee si rallegrino dei flussi migratori o li incoraggino. Esse non ragionano
che in termini economici: hanno bisogno di lavoratori che possano essere pagati
poco.
Esse ignorano l' identità e la cultura di ogni popolo. Basta vedere il
disprezzo che ostentano per il governo polacco».
Alla fine di questa strada - avverte Sarah - c' è solo l' autodistruzione.
Secondo il cardinale si è approfittato della pur giusta lotta «contro tutte le
forme di discriminazione» per imporre l' utopia della «scomparsa delle patrie».
Ma questo «non è un progresso».
Il multiculturalismo non va confuso con la carità
universale: «La carità non è un rinnegamento di sé. Essa consiste nell' offrire
all' altro ciò che di meglio si ha e quello che si è. Ora, ciò che di meglio l'
Europa ha da offrire al mondo è la sua identità, la sua civiltà profondamente
irrigata di cristianesimo».
Invece, secondo il cardinale, l' attuale globalizzazione
«porta a un' omologazione dell' umanità, mira a tagliare all' uomo le sue
radici, la sua religione, la sua cultura, la storia, i costumi e gli antenati.
Così diventa apolide, senza patria, senza terra. È a casa dappertutto e da
nessuna parte».
Perciò il prelato spezza una lancia a favore dei paesi
cosiddetti sovranisti:«I paesi, come quelli del gruppo di Visegrad, che si
rifiutano di perdersi in questa pazza corsa sono stigmatizzati, a volte persino
insultati. La globalizzazione diventa una prescrizione medica obbligatoria. Il
mondo-patria è un continuum liquido, uno spazio senza identità, una terra senza
storia».
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