"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 3 marzo 2023

C'era una volta il Progetto Mikan...perchè non rilanciarlo?

Era l’agosto 2018, quando a Nyagahanga, da dove tutto era partito nove anni prima, il Progetto Mikan dell’Associazione Kwizera visse un momento particolare quale quello di raggiungere l’obiettivo, 5.000 capre distribuite ad altrettante famiglie, che mai i promotori dell’idea avrebbero immaginato possibile. Era, infatti, il marzo del 2009, quando l’incontro tra due giovani sposi, che volevano ricordare il giorno del loro matrimonio con un gesto di generosità, e i bisogni di coppie meno fortunate, quali quelle africane, aveva dato origine a un circuito virtuoso che aveva portato a dare avvio al Progetto Mikan. Alla ricerca di qualcosa che consentisse di condividere la propria gioia con persone meno fortunate, scartate le iniziative di cui erano a conoscenza ( invio di un vaccino o di un'offerta a persone bisognose di paesi in via di sviluppo) ebbero l’idea di assegnare a un certo numero di giovani famiglie ruandesi una piccola capra. Così in un gemellaggio ideale, una quarantina di giovani coppie della parrocchia di Nyagahanga ricevettero, nel marzo del 2009, una capretta con l’impegno di donare, in una ideale catena di solidarietà, il primo capretto a un'altra famiglia trattenendosi la capra originaria. Da allora il Progetto Mikan, acronimo dei nomi della coppia promotrice dell’idea, Michele e Anna, e di Kwizera, ne ha fatta di strada: inanzitutto, strutturandosi come un vero e proprio progetto, dandosi quindi un’organizzazione fatta di formazione, supportata da un agile manualetto, e di regole di funzionamento, ma soprattutto diventando uno strumento della pastorale familiare della diocesi di Byumba.Proprio per questa sua valenza pastorale, al raggiungimento della cinquemila capre distribuite nell’ambito del Progetto ad altrettante coppie, suddivise in gruppi di 25 coppie cadauno, il Progetto Mikan passò definitivamente dalla gestione diretta dell’Associazione Kwizera a quella della diocesi, nella persona dell’incaricato della pastorale familiare diocesana, al tempo don Isidoro. Quota 5.000 è era stata raggiunta negli anni attraverso i frutti di quelle 40 capre iniziali cui se ne sono aggiunte altre messe a disposizione direttamente dall’ass. Kwizera.

Nel momento in cui la gestione del Progetto Mikan passava alle dirette dipendenze della Diocesi, erano 50 i gruppi attivi, così distribuiti nelle varie parrocchie della diocesi, che avrebbero dovuto proseguire in questa ideale catena di solidarietà tra coppie.

Se oggi ci rivolgessimo ai vari parroci ne troveremmo ancora traccia?Per rispondere a questa domanda, ma , soprattutto, per tentare di rivitalizzare un Progetto che aveva dato così buoni frutti, abbiamo deciso, per la verità senza troppe illusioni, di fare una ricognizione sulle varie parrocchie per vedere se mai sia rimasta traccia di questa esperienza. Per questo ci rivolgiamo a tutti i parroci delle parrocchie dove erano attivi gruppi del Progetto Mikan per chiedere loro di fare una verifica e, se possibile, recuperare e rilanciare quell’esperienza. Ci aspettiamo che qualche parroco possa confermarci la sopravvivenza in parrocchia di un gruppo attivo oppure di avere la possibilità di avviare un nuovo gruppo fornendo ad ogni coppia una capretta recuperata presso i vecchi beneficiari che non avevano adempiuto al loro impegno di consegnare il primo nato ad un’altra coppia. Ad ogni parroco che ci darà un riscontro positivo a questa nostra richiesta siamo intenzionati di riconoscere un premio personale. Restiamo in fiduciosa attesa.

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