L’annuncio dell’apertura della causa di beatificazione e canonizzazione di Baldovino, re dei Belgi, diffuso il 21 dicembre dal Dicastero per le Cause dei Santi in Vaticano, che dava seguito a quanto preannunciato da papa Francesco nel settembre scorso in occasione della sua visita in Belgio, ha sollevato non poche perplessità in Rwanda. Come noto, la decisione della Chiesa deriva dalla posizione morale di Baldovino che, contrario alla legalizzazione dell'aborto in Belgio nel 1990, abdicò per un giorno pur di non apporre la propria firma di promulgazione della legge. In Rwanda ci si chiede però se questo singolo gesto sia sufficiente per introdurre la causa di beatificazione, senza prendere in esame il resto dell’attività politica di un monarca che regnò sul Belgio dal 1951 al 1993.In particolare, in due interventi, qui e qui, sul giornale ruandese The New Time, storici locali hanno posto il problema della gestione della politica coloniale belga nel Congo ed in Rwanda nella fase finale del periodo coloniale e del successivo passaggio all’indipendenza, con particolare riferimento all’istaurazione della prima repubblica ruandese, prodromica, secondo gli autori, della tragedia del 1994. Senza dimenticare le atrocità di cui si macchiò l’antenato Leopoldo II, nel governo dello Stato libero del Congo. Sull’argomento è intervenuto lo stesso presidente ruandese, Paul Kagame, che reagendo a un commento pubblicato da The New Times lunedì , in cui l'autore metteva in dubbio la logica del Vaticano per il processo di beatificazione di Re Baldovino, in un tweet scrive è "molto difficile razionalizzare qualsiasi cosa di questi tempi. La tendenza globale in politica è: non c'è bisogno di fatti, prove o logica. Solo... 'A chi può interessare'".
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
martedì 31 dicembre 2024
domenica 15 dicembre 2024
Le clarisse di Nyinawimana in festa per il giubileo di suor Maria Regina
Estratto dal nostro libro Dentro il Rwanda
"Sorella Marie Regine è la clarissa che fin dall’inizio guida la piccola comunità monastica, in tutto sette sorelle, che dal 20 dicembre 2018 ha preso possesso del nuovo monastero di clausura, edificato sulla sommità della collina di Nyinawimana, anche grazie al sostegno dell’Associazione Kwizera. Il monastero è stato promosso dalla comunità delle clarisse di Kamonyi in adesione all'invito del vescovo di Byumba, mons Servilien Nzakamwuita, desideroso di accogliere una nuova comunità monastica in diocesi. Nella fase di avvio del monastero, con sorella Marie Regine si è instaurato una proficua collaborazione, complice anche il suo ottimo italiano, parlato e scritto, appreso nei due anni trascorsi ad Assisi agli inizi del suo percorso vocazionale. Così è stato abbastanza facile avviare da remoto dall’Italia, con continui scambi via email, l’allevamento di capre nella piccola fattoria del monastero e successivamente curare la realizzazione di una stalla per le stesse capre e per le due mucche, dono del vescovo di Byumba. Mentre la vita della clausura, dopo la frenetica fase inziale, si sta avviando alla normalità, scandita da momenti di preghiera e di lavoro nella piccola fattoria, sorella Marie Regine deve pensare anche al completamento della struttura claustrale; infatti, al monastero manca ancora una cappella, in grado di accogliere anche i visitatori, e un’altra ala del monastero. Conoscendo il suo entusiasmo e la sua forza di volontà, alimentata in un’incondizionata fiducia nella Provvidenza, siamo confidenti che, anche con l’aiuto delle consorelle di Kamonyi, sorella Marie Regine riuscirà anche in questa impresa."
martedì 3 dicembre 2024
Il prof. Mario Melazzini nuovo responsabile della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia.
Con la nomina odierna a direttore della Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia del prof. Mario Melazzini si riapre uno spiraglio perché il Progetto Italia-Africa-Italia, Stage professionalizzante per giovani medici africani, da tenersi presso l’Ospedale Morelli di Sondalo, possa essere ripreso e rilanciato come qualificante e prezioso contributo della Regione Lombardia nell'ambito del Piano Mattei per l’Africa. Quando nel novembre del 2022 il prof. Melazzini fu nominato direttore generale dell'Ospedale Morelli di Sondalo aveva suscitato non poche speranze nella comunità locale in merito al possibile rilancio dell’importante presidio sanitario dell’Alta Valle. Anche la nostra piccola associazione, da anni attiva nel volontariato in Africa, aveva condiviso tale entusiasmo ed aveva, a suo tempo, inviato una lettera aperta al Prof Melazzini invitandolo a trarre da qualche cassetto, dove giaceva da qualche anno, il Progetto Italia-Africa-Italia, Stage professionalizzante per giovani medici africani, Progetto pilota per il Rwanda, da noi presentato nel lontano 2017 e aggiornato nel 2021. In estrema sintesi si trattava di un Stage professionalizzante in area medica per un numero massimo di trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda. Lo stage, della durata di sei mesi da tenersi presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo, si proponeva di offrire ai giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico, in una struttura ospedaliera di livello, delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che l'opportunità di acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di personale infermieristico. Il prof Melazzini accolse questo nostro invito riprendendo quel Progetto e rivisitandolo alla luce della sua esperienza e delle specificità del Morelli, trasformandolo in uno Stage professionalizzante per operatori sanitari nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie tubercolari, per un numero massimo di venti operatori sanitari provenienti dal Rwanda ( 10 medici, 5 infermieri e 5 tecnici di laboratorio), secondo modalità sintetizzate in allegato. Purtroppo, l’improvviso trasferimento, ad inizio 2024, ad altro incarico del prof Melazzini, nell’ambito della Sanità regionale, aveva fatto venir meno uno sponsor decisivo per l’attuazione del Progetto. L’odierna nomina ai vertici della sanità lombarda riaccende qualche speranza perché il Progetto possa essere ripreso, come detto all’inizio, magari in un’ottica regionale. Naturalmente al prof. Melazzini vanno tutti i nostri auguri per un proficuo lavoro nel nuovo impegnativo incarico.