"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


lunedì 7 ottobre 2024

In piena attività l'asilo nido della Casa di Catia e Rina

 L'asilo nido attivo nella Casa di Catia e Rina, inaugurato nel febbraio scorso è in piena attività. Alla ripresa dopo le brevi vacanze estive, il nido ospita 28 bimbi, figli di ragazze madri seguite dalle suore del Buon Pastore che gestiscono anche il nido. L'opera è stata voluta e finanziata nella costruzione dell'edificio dall'Ass. Kwizera che si fa carico anche delle spese di gestione. Questo asilo nido si affianca all'asilo Carlin di Kagera, altra iniziativa voluta e sostenuta dall'Ass. Kwizera, a conferma dell'impegno associativo a favore dei più piccoli ed indifesi. Impegno che vede l'Associazione farsi carico anche della retribuzione di un'insegnante della scuola materna di Gatonde


mercoledì 25 settembre 2024

Realtà e prospettive delle relazioni Cina e Africa

Proponiamo questa interessante analisi dell'ISPI sui rapporti Cina-Africa di cui qui di seguito si possono leggere le conclusioni. 

"Le relazioni tra Cina e Africa sono complesse e multidimensionali, caratterizzate da una cooperazione economica e politica in rapida evoluzione. Da una parte, la Cina offre un modello alternativo di sviluppo basato su investimenti infrastrutturali e principi di non ingerenza, attirando l’interesse di molti paesi africani. Dall’altra, emergono sfide e criticità legate a pratiche discutibili di alcune aziende cinesi, questioni di debito e una percezione negativa in alcuni settori della popolazione. Per una proficua cooperazione futura, è importante che la Cina e i paesi africani promuovano un dialogo aperto e trasparente per allineare gli interessi e affrontare le preoccupazioni reciproche, e favoriscano una distribuzione più equa dei benefici degli investimenti, coinvolgendo le comunità locali. Le relazioni Cina-Africa sono destinate a rimanere centrali nello scacchiere geopolitico globale. Affrontando le sfide in modo collaborativo e adottando un approccio equilibrato, la Cina e i paesi africani possono trasformare questa partnership in un modello di cooperazione Sud-Sud all’avanguardia, in grado di promuovere uno sviluppo sostenibile e inclusivo per il continente africano."

lunedì 9 settembre 2024

Luoghi di culto chiusi per il mancato rispetto delle norme di sicurezza

Oltre 5.600 luoghi di culto ritenuti operanti illegalmente, tra cui 100 chiese rupestri, sono stati chiusi lo scorso mese di agosto per il mancato rispetto della legge del 2018 che determina l'organizzazione e il funzionamento delle organizzazioni religiose in Rwanda. I recenti provvedimenti fanno seguito a quelli assunti in passato che avevano portato alla chiusura di oltre 700 strutture religiose. L’ultimo giro di vite, che interessa anche numerose chiese cattoliche, anche di recente realizzazione, discende dalla violazione di una o più delle 10 previsioni della richiamata legge che le organizzazioni religiose devono rispettare. Tra queste vi è la clausola che i pastori devono possedere una laurea in studi religiosi conseguita presso un istituto di istruzione superiore o essere titolari di una laurea con un certificato valido in materie attinenti agli studi religiosi. Inoltre, le strutture fisiche dei luoghi di culto devono rispettare rigidi codici edilizi, tra cui essere strutturalmente solide, dotate di protezione contro i fulmini, avere un parcheggio pavimentato e servizi igienici adeguati, come acqua e servizi igienici, ed essere adeguatamente insonorizzati. Sulla delicata materia era intervenuto, il 14 agosto scorso, anche il presidente Paul Kagame che, in sede di insediamento del nuovo parlamento, aveva sollecitato i nuovi parlamentari a intervenire per porre rimedio a un certo disordine nelle organizzazioni religiose. Sull'argomento merita di essere riportato l'editoriale del filo governativo The New Times del 28 agosto trattava l’argomento in questi termini.

“La recente repressione dei luoghi di culto illegali solleva importanti questioni sull'intersezione tra libertà religiosa e sicurezza pubblica. La proliferazione di istituzioni religiose, in particolare quelle che impiegano pratiche di culto non convenzionali o che operano in luoghi pericolosi, è diventata una preoccupazione urgente. Sebbene il diritto alla libertà religiosa sia un diritto umano fondamentale, non è assoluto. Lo Stato ha il dovere di proteggere i propri cittadini, inclusa la loro sicurezza fisica.