Aumento delle entrate dal turismo ed aumento degli investimenti dall'estero sono due notizie che denotano il buono stato dell'economia ruandese. Nel 2023, le entrate del turismo del Rwanda sono aumentate del 36% da 445 milioni di dollari nel 2022 per raggiungere 620 milioni di dollari, concorrendo per il 10% al PIL nazionale. La crescita generata da 1,4 milioni di visitatori indica che il settore ha superato i ricavi del 2019, con un tasso di recupero del 124%, archiviando il periodo negativo della pandemia di Covid-19. Oltre al turismo classico attirato dai Parchi dell'Akagera, dei Virunga e del Parco Nazionale Nyungwe, dichiarato Patrimonio dell'Umanità nel 2023, particolare importanza riveste il turismo congressuale del settore MICE (Meetings, Incentives, Conferences and Events) che ha registrato entrate per 95 milioni di dollari nel 2023, da 160 eventi che hanno attirato 65.000 delegati.L'altra notizia positiva per l'economia è che nel 2023 sono arrivati in Rwanda 2,47 miliardi di dollari di investimenti relativi a 513 progetti, in aumento del 50% rispetto a 1,6 miliardi di dollari registrati nel 2022 .Secondo l'ultimo rapporto annuale della RDB, la maggior parte degli investimenti registrati proveniva dall'India e dagli Emirati Arabi Uniti (EAU).Si prevede che gli investimenti registrati genereranno più 40.198 posti di lavoro, la maggior parte dei quali sarà creata nelle attività manifatturiere, agricole, forestali, ittiche e immobiliari.Il rapporto indicava che l'83,4% di tutti gli investimenti, ovvero 2,1 miliardi di dollari, erano diretti alla città di Kigali, seguita dalla provincia orientale, che attirava il 10,6% (262,9 milioni di dollari). L’aumento degli impegni di investimento è attribuito in gran parte al programma Manufacture and Build to Recover (MBRP), un’iniziativa governativa lanciata nel 2022 per incentivare gli investitori nei settori manifatturiero, di trasformazione agricola e dell’edilizia.Il programma mirava a ridurre i costi di creazione delle industrie; sostenere le aziende esistenti che desiderano espandersi e incoraggiare gli investimenti nelle fasi di pianificazione e di implementazione iniziale, per contribuire allo sforzo del Paese di riprendersi dall’impatto del Covid. Per quanto attiene la provenienza degli investitori, quelli provenienti dall'India, la principale fonte di investimenti esteri del Rwanda, hanno investito 175,2 milioni di dollari, pari al 7,1% del totale, mentre quelli degli Emirati Arabi Uniti hanno investito circa 138,2 milioni di dollari, che rappresentano il 5,6%.Gli investimenti provenienti da Germania, Mozambico e Nigeria sono stati rispettivamente di 131,5 milioni di dollari, 117,9 milioni di dollari e 115,2 milioni di dollari, quelli cinesi hanno impegnato 79,1 milioni di dollari, mentre quelli dell’Eritrea e delle Mauritius hanno impegnato rispettivamente 68,7 milioni e 65,3 milioni di dollari.dollari.Gli investitori nazionali hanno assunto impegni di investimento per un valore di 959,5 milioni di dollari, che rappresentano il 38,8% degli investimenti totali registrati nel 2023.
"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
sabato 27 aprile 2024
domenica 21 aprile 2024
Nuove regole in arrivo per le ONG operanti in Rwanda
Giovedì scorso l'Assemblea parlamentare ruandese ha adottato all'unanimità in prima lettura un disegno di legge che regolamenta l'operatività delle ONG che intendono operare in Rwanda prevedendo regole stringenti sull'operatività di queste organizzazioni. Il testo, che ha suscitato alcune perplessità tra gli addetti ai lavori, prevede che le organizzazioni abbiano l'obbligo di presentare alle autorità i rapporti di attività e finanziari dell'anno precedente nonché il piano d'azione per l'anno successivo. Si prevede in particolare che i costi operativi non superino il 20% del budget. Misure destinate, secondo il ministro promotore, a contrastare le ONG descritte come “ poco serie ” e “ fuorvianti ” che non adempiono al loro mandato. Il testo dovrà presto tornare in Parlamento per il voto finale.
domenica 7 aprile 2024
Il giorno della Memoria
Nel giorno in cui in Rwanda si fa Memoria della immane tragedia che sconvolse il Paese nel 1994. portando ovunque lutti e distruzione, riproponiamo qui di seguito, tratto dal libro Il modello Rwanda, una ricostruzione storica di quel periodo, a partire dal 1990, quando tutto iniziò.
Nell’ottobre del 1990, i fuoriusciti tutsi che vivevano in Uganda, dove erano arrivati a ricoprire anche posti di rilievo nelle forze armate di quel Paese, danno inizio con il Fronte Patriottico del Rwanda all’invasione del nord Paese. Con l’appoggio di Usa e Gran Bretagna, desiderose di scalzare l’influenza francese schierata con il governo ruandese, i ribelli, sotto la guida capace e spregiudicata del giovane Paul Kagame appena rientrato da un’accademia militare statunitense, dopo quasi tre anni di guerriglia riescono a imporre al Governo ruandese un accordo di spartizione del potere (Arusha agosto 1993). L’accordo prevede, tra l’altro, la formazione di un governo di coalizione, un esercito che raggruppi le forze armate delle due parti in campo e l’adozione di principi democratici nella gestione del potere. Le Nazioni Unite inviano 2.800 caschi blu per vigilare sul rispetto degli accordi di pace. Nelle more di dare attuazione a questi accordi, il 6 aprile 1994 l’aereo presidenziale su cui viaggiano, di ritorno da Arusha, il presidente Juvenal Habyarimana e il suo omologo burundese, Cyprien Ntaryamira, verso le ore 20,30, viene abbattuto da ignoti nei pressi dell’aeroporto di Kigali. Le parti in conflitto, appellandosi alla vecchia logica del cui prodest, ancora oggi dopo inchieste interne e della magistratura francese, si rimbalzano la responsabilità di quella che unanimemente è ritenuta la causa scatenante della tragedia ruandese. E’ l’inizio della carneficina: gli squadroni della morte hutu si scatenano contro i tutsi, il Fronte Patriottico Ruandese-FPR lancia l’offensiva definitiva, il mondo resta a guardare. L’Onu ritira i suoi uomini, mentre gli americani non mandano una forza di peacekeeping, così che i loro alleati possano portare a termine la conquista del potere. Per ammissione dello stesso presidente statunitense dell’epoca, Bill Clinton, con l’invio di ventimila soldati in loco, forse si sarebbero potute salvare fino a 400 mila vite. In realtà, ricerche storiche indipendenti hanno evidenziato come il ritiro delle forze del MINUAR e il mancato invio di nuovi contingenti, in grado di fermare i massacri, fossero frutto dell’esplicita richiesta di Kagame che non ci fosse alcuna interferenza esterna fino a quando non avesse conquistato il potere. Il FPR può così portare a termine la marcia verso la conquista del potere iniziata nel 1990, partendo dall’Uganda.
sabato 30 marzo 2024
martedì 5 marzo 2024
Conosci altre realtà africane e apprezzi i progressi del Rwanda
Abituati alla situazione ruandese che negli anni ha evidenziato progressi significativi nel superamento dei livelli di povertà estremi, per non parlare dei livelli di scolarizzazione raggiunti con il parallelo contrasto e sradicamento dell'analfabetismo, e del livello di un'assistenza sanitaria diffusa, colpisce sentir parlare questi testimoni di situazioni in cui tali conquiste sono di là da venire. Colpisce, per esempio, che in Mozambico, terra di missione del fidei donum don Filippo, analfabetismo, povertà e fame, mancanza di lavoro e conseguente mancanza di reddito, siano elementi ancora presenti con cui quotidianamente si devono misurare quelle comunità. Fenomeno che troviamo anche in altre missioni africane. Dovrebbero quindi essere fieri gli amici ruandesi del percorso fatto in questi anni che li ha portati a lasciarsi alle spalle queste situazioni estreme e pervenire a livelli di vita decisamente più dignitosi, anche nei villaggi della campagna più profonda.
giovedì 22 febbraio 2024
Spigolature ruandesi
Il telefonino ed il rubinetto
Mentre si fa un gran parlare dei progetti di sviluppo per l'Africa, argomento tornato all'ordine del giorno anche grazie alle discussioni nate attorno al Piano Mattei per l'Africa lanciato dal governo italiano, a volte è la quotidianità che ci costringe a misurarci con la realtà. E' quello che ci suggerisce quanto ci è capitato nel nostro primo giorno di missione. Nella capitale Kigali siamo riusciti a farci aggiustare in uno dei laboratori, on the road dove lavorano giovani e bravi tecnici, un telefonino portato dall'Italia che aveva perso il suono dopo qualche settimana dall'acquisto. In compenso nella struttura d'accoglienza, recentemente ammodernata, dove avevamo trascorso la notte i sanitari erano equipaggiati con rubinetteria di scarsa qualità e di pessima installazione: ad oggi nei nostri numerosi viaggi ruandesi non abbiamo mai trovato un rubinetto che non si muovesse. Altrettanto si può dire dell'impiantistica elettrica: le prese sono sempre in posizioni improbabili e per niente funzionali. Ecco, forse il problema dello sviluppo dell'Africa non è tanto di carenza di tecnici informatici, ma di idraulici ed elettricisti.
Kigali città sicura
Che Kigali sia una delle città più sicure al mondo è un dato riconosciuto e sperimentato. Ma quello che ci è capitato ad inizio missione testimonia anche di un senso civico dei suoi cittadini di cui la pulizia della città è uno solo dei tanti indicatori. Avevamo appena risposto nella tasca della nostra sahariana una coppia di chiavi appena duplicate in uno dei tanti negozietto tuttofare che s'incontrano in città, quando, fatti pochi metri, siamo stati avvicinati da dietro da un ragazzo che ci mostrava in una mano una chiave: una delle nostre che era fuoriuscita da un buco che si era creato nella tasca dove erano state riposte. Provate ad immaginare analogo comportamento in una delle nostre città italiane, dove il menefreghismo è elevato a sistema.
mercoledì 21 febbraio 2024
Il piccolo asilo di Gatonde
martedì 13 febbraio 2024
Incontro con i bambini delle Adozioni...e con Alphonse
Al Posto di Sanita' di Mubuga
Tra i batwa di Miyowe
venerdì 9 febbraio 2024
La "parabola" dell'ampollina
Una delle scorse mattine, alla messa delle sette in una parrocchia ruandese, abbiamo assistito ad un piccolo contrattempo al momento dell'offertorio, quando il chierichetto, nel nostro caso una chierichetta, porge al sacerdote le appolline, prima del vino e quindi dell'acqua.La prima anomalia che abbiamo notato è stata quella delle appolline che, invece di essere di vetro trasparente, erano due flaconi di plastica opaca. Successivamente, nel momento in cui il sacerdote riceveva la seconda appollina, quella dell'acqua, c'è stato un momento di imbarazzo da parte del sacerdote stesso che non sembrava affatto convinto del contenuto; infatti, dopo aver versato le prime gocce nel calice si rendeva conto che non si trattava di acqua. A quel punto dopo l'intervento non risolutivo del sacrestano, che si recava in sagrestia con le appolline per verificarne il contenuto, era lo stesso sacerdote che abbandonato l'altare andava a sua volta in sacrestia per curare personalmente il riempimento con i liquidi giusti dei due contenitori.
Il fatto suggerisce una riflessione. Quando si cambiano i contenitori, magari per smania di modernizzazione, è bene accertarsi anche della bontà del contenuto. Coi tempi che corrono la prudenza non e' mai troppa!mercoledì 7 febbraio 2024
Ritorno a Kibali: di nuovo tra i Batwa
Da sempre, dal lontano 2007, quello della visita alla comunità Batwa ( pigmei) di Kibali è una tappa obbligata di ogni missione associativa. Cliccando qui trovi la storia di tutti gli interventi dell'Ass. Kwizera che negli anni di sono susseguiti, tra luci ed ombre, nella comunità dei Batwa di Kibali.
Anche quest'anno abbiamo voluto portare la nostra solidarietà a questa sfortunata comunità che da sempre vive ai margini della società ruandese e che non e' mai riuscita ad affrancarsi da modelli e stili di vita decisamente precari e degradati, non solo materialmente.Questa volta abbiamo trovato quelle persone ancora più incupite, tanto che sono mancate le consuete manifestazioni di gioia, fatte da canti e danze, a cui eravamo stati abituati negli anni passati.Unico dato positivo che abbiamo potuto rilevare è stato il ripristino, da parte delle autorità civili, della figura di una sorta di responsabile del villaggio nella stessa persona che vi prestava servizio in passato. Una figura che almeno riesce a garantire un minimo di ordine nella vita comunitaria. In un simile contesto ci rendiamo conto essere piccola cosa il sacco di 5 kg di fagioli ed un altro con altrettanti di farina di mais che abbiamo lasciato a ciascuna delle 54 famiglia che compongono la comunità, oltre alle 16 madri singole presenti nella stessa.martedì 6 febbraio 2024
Inaugurato l'asilo nido nella Casa di Catia e Rina
Oggi coroniamo un percorso iniziato nel 2020, quando all'indomani delle morte della carissima Catia Asti, tra i fondatori con il marito Angelo Bertolucci dell'Associazione Kwizera, fu deciso di dedicare alla sua memoria questa costruzione.
Inizialmente si pensava di farne una sorta di casa famiglia per le ragazze madri assistite dalle suore della Fraternità del Buon Pastore. Poi a frenare i programmi arrivò il Covid ed il lungo periodo della pandemia che congelò ogni iniziativa. Nel frattempo, nel luglio 22 ci lasciava anche Rina, anche lei con il marito Franco Simonini tra i fondatori di Kwizera; così il suo nome si affiancò a quello di Catia sul frontespizio della Casa.
Anche la destinazione della Casa cambiava: le suore decidevano di farne un nido per i piccoli delle ragazze madri. Così si è arrivati ad oggi in cui celebriamo ufficialmente la nascita di questo nuovo asilo nido dove le suore accolgono una ventina di piccoli che qui trovano un ambiente pienamente confacente alle loro esigenze: dalla vivacità delle pareti fantasiosamente arricchite da disegni, agli arredi a
dimensione di bambino, fino al piccolo parco giochi ricavato sul retro della casa. Qui i bambini trascorrono la giornata, fino alla sera, potendo contare anche su una refezione adeguata.Nei limiti delle proprie disponibilità l'Ass. Kwizera continuerà a sostenere questa iniziativa anche per il futuro.
lunedì 5 febbraio 2024
La Chiesa di Bugarama abbellita da una nuova Via Crucis
domenica 4 febbraio 2024
All'asilo Carlin
lunedì 22 gennaio 2024
Missione 2024 XVII
Inizierà martedì 30 gennaio la Missione Kwizera 2024. Oltre ai consueti appuntamenti con i bambini dell'Asilo Carlin di Kagera e quelli del Progetto Adozioni, anche quest'anno ci sarà la consueta distribuzione di viveri alle famiglie delle comunità Batwa di Kibali e di Miyowe. Altro appuntamento sarà con gli operatori del Posto di Sanità "Alfredo Pierotti" di Mubuga.Non mancherà la visita al Monastero delle Clarisse di Niynawimana che la nostra Associazione sostiene fin dalla fondazione nel 2019. La Missione 2024 avrà come momento qualificante l'inaugurazione dell'Asilo che le suore della Fraternità del Buon Pastore hanno attivato nei locali della Casa di Catia e Rina nella parrocchia di Rwamiko. La tradizionale santa messa che, come nelle passate missioni, sarà celebrata nella chiesa di Bugarama sarà arricchita dalla consegna della nuova Via Crucis realizzata con maestria dal nostro Bernard.
lunedì 15 gennaio 2024
Il prof. Melazzini lascia l'ospedale Morelli: che fine farà il Progetto Italia-Africa-Italia?
La nomina a direttore generale dell'Ospedale Morelli di Sondalo del prof Mario Melazzini aveva suscitato non poche speranze nella comunità locale in merito al possibile rilancio dell’importante presidio sanitario dell’Alta Valle. Anche la nostra piccola associazione, da anni attiva nel volontariato in Africa, aveva condiviso tale entusiasmo ed aveva , a suo tempo, invitato il Prof Melazzini a trarre da qualche cassetto, dove giaceva da qualche anno, il Progetto Italia-Africa-Italia, Stage professionalizzante per giovani medici africani, Progetto pilota per il Rwanda, da noi presentato nel lontano 2017 e aggiornato nel 2021 (clicca qui). In estrema sintesi si trattava di un Stage professionalizzante in area medica per un numero massimo di trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda. Lo stage, della durata di sei mesi da tenersi presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo, si proponeva di offrire ai giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico, in una struttura ospedaliera di livello, delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che l'opportunità di acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di personale infermieristico. Il prof Melazzini accolse questo nostro invito riprendendo quel Progetto e rivisitandolo alla luce della sua esperienza e delle specificità del Morelli, trasformandolo in uno Stage professionalizzante per operatori sanitari nella prevenzione, diagnosi e trattamento delle patologie tubercolari, per un numero massimo di venti operatori sanitari provenienti dal Rwanda ( 10 medici, 5 infermieri e 5 tecnici di laboratorio), secondo modalità sintetizzate in allegato. Purtroppo, l’improvviso trasferimento ad altro incarico del prof Melazzini, nell’ambito della Sanità regionale, ha fatto venir meno uno sponsor decisivo per l’attuazione del Progetto che si avvia quindi ad essere definitivamente archiviato. E’ per questo motivo che ci rivolgiamo all'Assessore al Welfare della Regione Lombardia, dott. Guido Bertolaso, medico che conosce profondamente l’Africa per avervi operato, perché possa riprendere questo Progetto che valorizza, per una volta, il nostro Morelli, oltre che prestarsi come qualificante e prezioso contributo della Regione Lombardia nell'ambito del Piano Mattei per l’Africa.