"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
venerdì 30 ottobre 2009
E' uscita la Rivista Kwizera 2010
Jatropha: adesso si muove il governo rwandese
Apprendiamo con particolare soddisfazione che il governo rwandese sta avviando, con controparti americane e inglesi, un progetto per la coltivazione su larga scala della jatropha curcas la pianta usata per produrre bio carburanti, le cui caratteristiche i nostri quattro lettori conoscono da almeno un paio d'anni. Ne è testimonianza il Dossier Jatropha che fa bella mostra di sè nel nostro blog. Da tempo, infatti, stiamo approfondendo presso il centro di Nyagahanga la possibilità di coltivare in loco questa pianta particolarmente interessante. Dalla teoria siamo passati alla pratica con i risultati che documentiamo in foto: ecco infatti le prime piantine cresciute sul terreni della parrocchia di Don Paolo. Il progetto governativo prevede che le due società ottengano in affitto, per 49 anni, 10.00 ettari di terreno vicino al Parco nazionale nella parte orientale del Rwanda. Il ministro di Stato per l'energia, Albert Butare ha spiegato che il governo ha deciso di approvare questo progetto perché è in linea con il piano del paese di orientarsi verso un'economia più verde e una riduzione delle emissioni di anidride carbonica e, soprattutto, perchè la terra messa a disposizione è scarsamente produttiva dal punto di vista agricolo, in quanto piuttosto secca, adatta comunque alla Jatropha che può crescere bene anche in terreni aridi.
Una riflessione a margine di questa notizia: non sarebbe stato un titolo di merito per i nostri amici dell'EFA, la scuola di agraria di Nyagahanga, potersi accreditare presso le autorità pubbliche come conoscitori e sperimentatori della coltivazione della Jatropha, come da tempo avevamo loro suggerito di fare?
martedì 27 ottobre 2009
Dal Sinodo per l'Africa: riscoprire la Dottrina sociale della Chiesa
Le sessioni di lavoro della II Assemblea Speciale per l'Africa del Sinodo dei Vescovi si sono concluse con l'approvazione di 57 proposte presentate dai padri sinodali a Benedetto XVI. L'intero documento è consultabile cliccando qui. Tra le proposte presentate ci piace ricordare la n. 18 dedicata all'importanza che i Padri sinodali attribuiscono alla conoscenza della dottrina sociale della Chiesa in tutta l’educazione dei seminari e nei programmi di formazione permanente per i preti, uomini e donne religiosi e nella formazione ed attività dei laici in servizio alla Chiesa e alla società. Più volte il richiamo alla Dottrina sociale della chiesa ha fatto la sua comparsa nei lavori sinodali. Ci sembra un buon segno, soprattutto per favorire la crescita del laicato cattolico africano, coinvolto e impegnato quando si tratta di collaborare all'interno delle strutture ecclesiali, incerto e quasi timoroso quando è chiamato a muoversi in autonomia nella società civile, sia sul piano delle iniziative sociali e ancor di più sul terreno politico. Conoscere il Compendio della dottrina sociale della Chiesa significa avere gli strumenti necessari per orientare con discernimento i propri comportamenti nel perseguimento della crescita dell'uomo nella sua interezza e del bene comune.
lunedì 26 ottobre 2009
Africa alzati!
Riprendiamo dal blog Africana il contributo di Padre Giulio Albanese sulla conclusione del Sinodo dei vescovi africani.
mercoledì 21 ottobre 2009
OGM e agricoltura africana
E' per questo che il documento preparatorio del Sinodo per l'Africa, in svolgimento a Roma, parla tra molte altre questioni anche delle sementi geneticamente modificate, ed è per questo che negli ultimi anni il Vaticano stesso ha studiato da vicino – con molta cautela – la questione relativa agli OGM. Sull'argomento proponiamo due contributi "In Africa le nuove sementi porteranno a una vita migliore?" il primo e "Sementi migliorate per l'Africa, benedizione o maledizione?" in cui viene approfondito l'argomento, evidenziando i pro e i contro delle sementi geneticamente modificate, i rischi che ne potrebbero derivare, gli aspetti di dipendenza che potrebbero vincolare i contadini nei confronti delle multinazionali sementiere, ma anche i vantaggi di cui potrebbe beneficiare l'agricoltura africana.
Ci si puo' fidare di African Rights
martedì 20 ottobre 2009
Vangelo e sviluppo dei popoli: una riflessione di Padre Gheddo
lunedì 19 ottobre 2009
Vescovi africani: attenzione all'imperialismo culturale dell'occidente
Ecco alcune preoccupazioni e raccomandazioni emerse dall’Assemblea Sinodale per l'Africa, in svolgimento dal 5 al 24 ottobre a Roma, di cui si sono fatti portatori diversi porporati africani in riferimento a certe politiche perseguite da paesi e organizzazioni impegnate negli aiuti indirizzati verso il continente africano. Nel piccolo, sono raccomandazioni che riguardano anche l'attività di un Associazione come Kwizera. Il Cardinale Théodore-Adrien Sarr, Arcivescovo di Dakar (Senegal) ha sottolineato che “Se ci vogliono aiutare, non possono però instillarci idee che non riteniamo corrette. Vogliamo essere aiutati, ma nella verità, e rispettati per quello che siamo”. Ha inoltre denunciato che gli aiuti umanitari che arrivano al continente africano sono a volte accompagnati da “una sorta di imperialismo culturale”. “Se ci vogliono aiutare, non possono però instillarci idee che non riteniamo corrette. Vogliamo essere aiutati, ma nella verità, e rispettati per quello che siamo” ha ggiunto esortando inoltre che “i popoli occidentali si distacchino dal pensiero che tutto quel che credono e fanno diventi regola in tutto il mondo”.Da parte sua, il Cardinale John Njue, Arcivescovo di Nairobi (Kenya), ha sottolineato che “la cooperazione e gli aiuti sono necessari”, ma che bisogna anche “rispettare l’indipendenza e il punto di vista, la cultura e la dignità” dei popoli africani e che “non va bene dare aiuti condizionati al cambiamento dei valori della persona su temi come l'aborto e la concezione della famiglia”. “Gli africani hanno bisogno di cooperazione, ma bisogna rispettare la loro indipendenza, la loro cultura e la dignità della persona umana”.
Da parte sua il Cardinale Wilfrid Fox Napier, Arcivescovo di Durban (Sudafrica) ha affermato che “bisogna che l’indipendenza delle popolazioni africane venga rispettata” e che ciò che “viene da fuori deve essere nel rispetto della cultura e della dignità della persona umana”.
domenica 18 ottobre 2009
Dossier Fides:Missionari per l’Africa, Missionari dall’Africa per il mondo
In Africa la Chiesa cattolica conosce il più alto tasso di crescita a livello globale. Dal 1900 al 2000, a fronte del raddoppiamento della popolazione totale, si è infatti passati da 1,9 a 139 milioni di fedeli, un fenomeno mai registrato nella storia dell'evangelizzazione. Essi sono cresciuti negli ultimi anni del 3,1% (percentuale più alta della crescita della popolazione, pari a 2,5%) e quasi la metà dei battesimi di adulti a livello mondiale si è registrata in Africa. Anche le vocazioni sono in espansione. Il Bigard Memorial Seminary di Enugu per la Nigeria Occidentale ed Orientale, con oltre 1.100 candidati al sacerdozio, è il più grande del mondo. Secondo i dati più recenti dell'Annuario Statistico, oggi i cattolici costituiscono il 17,8% della popolazione africana (circa 930 milioni complessivi), pari a oltre 158 milioni di abitanti. Nel biennio 2005-2006 il numero dei fedeli è aumentato di poco meno di 5 milioni – secondo solo all'America nel suo complesso. Significativi anche i dati ecclesiali: 638 Vescovi, oltre 33 mila sacerdoti, 7 mila religiosi non sacerdoti, 24 mila seminaristi, circa 400 mila catechisti. Entro il 2050, tre nazioni africane (Repubblica Democratica del Congo, Uganda e Nigeria) saranno nell'elenco dei primi dieci paesi cattolici più grandi del mondo. Tali indicatori si spiegano con l'imponente crescita demografica e con un'azione missionaria che da due secoli non conosce soste. In questo Dossier l'Agenzia Fides intende mettere in evidenza, in concomitanza con la celebrazione della Seconda Assemblea Speciale per l’Africa del Sinodo dei Vescovi, i grandi sforzi compiuti per l'evangelizzazione dell'Africa negli ultimi due secoli e la risposta dinamica delle giovani Chiese africane, presentando i principali Istituti religiosi missionari nati nel continente che sono attualmente impegnati nella missione Ad Gentes nelle proprie nazioni, in altri paesi dell’Africa e anche in altri continente.
L'intero Dossier è consultabile cliccando qui.
Don Paolo Gahutu è arrivato in Italia
giovedì 15 ottobre 2009
Intervento del Vescovo di Byumba al Sinodo sull'Africa
lunedì 12 ottobre 2009
Le buone idee non dovrebbero avere colore
Non mi pare sufficiente richiamarsi ai traumi che storicamente hanno interessato il continente africano ( schiavismo e colonialismo) per continuare a coltivare , quasi fosse un valore assoluto, tanta ritrosia e resistenza ad aprirsi a una proficua collaborazione con altre culture ed economie. Insomma, se il gatto ha dimostrato di essere capace di prendere i topi si potrebbe ben chiudere un occhio sul colore del suo pelo. Naturalmente si dovrà fare ben attenzione che la sua caccia si limiti ai topi e rispetti la dispensa di casa.
mercoledì 7 ottobre 2009
Per conoscere l'altro
martedì 6 ottobre 2009
Rapporto ONU 2009 sullo Sviluppo Umano: Rwanda solo 167esimo
principali indici presi in considerazione.
HDI valore | Aspettativa di vita alla nascita | Tasso di alfabetizzazione degli adulti | PIL pro capite |
1. Norvegia (0,971) | 1. Giappone (82,7) | 1. Georgia (100,0) | 1. Liechtenstein (85.382) |
165. Eritrea (0,472) | 161. Burundi (50,1) | 120. India (66,0) | 166. Madagascar (932) |
166 Senegal (0,464) | 162. Guinea E. (49,9) | 121. Ghana (65,0) | 167. Myanmar (904) |
167 Rwanda (0,460) | 163 Rwanda (49,7) | 122 Rwanda (64,9) | 168. Rwanda (866) |
168. Gambia (0,456) | 164. Ciad (48,6) | 123. GuineaB(64,6) | 169. Mozambico (802) |
169. Liberia (0,442) | 165. Mali (48,1) | 124. Eritrea (64,2) | 170. Togo (788) |
182. Niger (0,340) | 176 Afghanistan (43,6) | 151. Mali (26,2) | 181. Congo (R D del) (298) |
Tabella 2: Principali indicatori di povertà umana per il Rwanda | ||||
Indice di povertà umana (HPI-1) | Probabilità di non sopravvivere a 40 anni (%) | Tasso di analfabetismo degli adulti ( % sopra i 15 anni di età ) | Persone che non utilizzano una fonte d’acqua (%) | Bambini sottopeso per età (% sotto i 5 anni di età) |
1. Rep. Ceca (1,5) | 1. Hong Kong, Cina (SAR) (1,4) | 1. Georgia (0,0) | 1. Barbados (0) | 1. Croazia (1) |
98 Guinea Eq (31,9) | 138. Burundi 33,7) | 120. India (34,0) | 120. Cambogia (35) | 96. Tanzania (22) |
99. Nepal (32,1) | 139Camerun (34,2) | 121. Ghana (35,0) | 121. Benin (35) | 97. Haiti (22) |
100.Rwanda (32,9) | 140Rwanda (34,2) | 122.Rwanda (35,1) | 122. Rwanda (35) | 98. Rwanda (23) |
101. Pakistan (33,4) | 141 GuineaE (34,5) | 123. Guinea-B (35,4) | 123. Uganda (36) | 99. Benin (23) |
102. Bhutan (33,7) | 142. Ciad (35,7) | 124. Eritrea (35,8) | 124. Liberia (36) | 100. Guatemala (23) |
135 Afghanistan (59,8) | 153 Lesotho (47,4) | 151. Mali (73,8) | 150. Afghanistan (78) | 138. Bangladesh (48) |