"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 31 agosto 2012

Stop agli investimenti pubblicitari per il sostegno a distanza

Riprendiamo dal  sito di Vita questa iniziativa dell'associazione Ai.Bi. volta a vietare gli investimenti pubblicitari per il sostegno a distanza. 
Nel momento in cui il sostegno a distanza risente di una forte diminuzione dei sostenitori a causa della crisi economica del paese che porta al taglio delle spese di solidarietà, l'Aibi sottolinea «la corsa, scatenata negli ultimi tempi, per rastrellare sostenitori, facendo leva su investimenti pubblicitari sempre più ingenti: spot, réclame e messaggi promozionali in onda sugli spazi acquistati da radio e televisioni, inserzioni e acquisto di pagine sulla stampa, testimonial pagati dalle organizzazioni», dice AiBi.
Ed ecco la proposta: «Se vogliamo salvare il vero sostegno a distanza, quello promosso da organizzazioni non governative ben radicate nel tessuto locale, che si assumano la responsabilità in prima persona delle attività di sostegno a distanza, occorre vietare la possibilità di fare pubblicità su questa forma di aiuto. Il sostegno a distanza non può essere solo una raccolta fondi. Chi raccoglie, deve anche gestire in prima persona. Occorre istituire il divieto di pagare la pubblicità utilizzando i fondi raccolti con i sostenitori a distanza: il sostegno a distanza non è un prodotto né un detersivo con cui lavarsi la coscienza».
Come non condividere lo spirito di questa proposta!
 

giovedì 30 agosto 2012

Nuove case rwandesi: fortini con tetti nordici

Di fronte agli alti muri perimetrali, sormontati da vetri rotti piuttosto che filo spinato, che proteggono le ville, ma anche le case più modeste, nelle città ma anche nei villaggi rwandesi, spesso ci siamo lasciati andare alla battuta sui "fortini". Adesso scopriamo che quello che sembrava un vezzo, oltre naturalmente per molti un'esigenza di sicurezza, è invece un obbligo imposto dalle autorità cittadine. Almeno da quelle di Byumba che prevedono che tutti i possessori di una casa debbano  costruirci attorno un muro perimetrale.Non sappiamo invece da dove origini la moda ormai contagiosa che vede tutte le nuove case rwandesi dotate di tetti slanciati verso l'alto, in lamiere coloratissime, preferibilmente azzurre/blu, con una vera e propria gara a chi si doti del tetto più appuntito.Più adatti a paesi nordici che devono fare il conto con la neve che a un paese equatoriale, questi tetti sembrano più una manifestazione esteriore di opulenza da neo ricchi che una soluzione  funzionale, visto che  il sottotetto non viene neppure previsto come spazio utilizzabile.  

mercoledì 29 agosto 2012

Anche il Rwanda tassa le telefonate ricevute dall'estero?

Si chiama “Surtax on international inbound call termination” (Siit), è una tassa che si paga sulle telefonate ricevute dall’estero. Già molti paesi africani la applicano, tra questi,  il Congo-Brazzaville, Guinea, Niger, Costa d'Avorio, Gabon, Mauritania, Madagascar, Ghana, Senegal e Liberia. Non si tratta di un'odiosa forma di censura, come presentata da qualcuno, ma di un facile mezzo per gli stati per fare cassa; anche se dopo l'introduzione di tale balzello il traffico si è ridotto in maniera significativa in tutti i paesi.
Anche il Rwanda avrebbe introdotta tale tassa a partire 2 luglio 2012. Usiamo il condizionale in quanto non abbiamo trovato conferma ufficiale di tale disposizione, che prevederebbe una tassazione di Rwfr 132 al minuto sulla scheda del telefonino rwandese che riceve la telefonata. In assenza di un riscontro ufficiale sul sito dell’Autorità rwandese competente ( RURA), invitiamo gli amici rwandesi a controllare il loro credito telefonico prima e dopo ogni telefonata ricevuta dall’estero, verificando quindi l’applicazione di tale tassa e il suo ammontare e, nel caso, se tale tassa viene applicata anche sulle telefonate inoltrate  sul telefonino tramite Skype. Attendiamo conferme dal Rwanda.

lunedì 27 agosto 2012

Raphael show

 
Raphael, il simpatico twa della comunità di Kibali, anche quest'anno l'ha fatta da protagonista, unitamente alla sua giovane moglie, la terza dopo che due precedenti sono morte. Da consumato attore, si è molto divertito nel posare per le riprese fotografiche dei volontari dell'Ass. Kwizera. A un certo punto, prima della tradizionale distribuzione dei fagioli a ogni famiglia, preso dal ruolo, si è lanciato anche in una specie di arringa all'intera comuntà batwa .
 

sabato 25 agosto 2012

Donald Kaberuka, il Monti rwandese

Donald Kaberuka
Se, per qualche motivo non necessariamente di ordine finanziario, dovesse capitare al Rwanda quello che è capitato a qualche paese occidentale, in cui il governo del paese è finito nelle mani di tecnici con un curriculum apprezzato a livello internazionale, il Monti del Rwanda si chiamerebbe Donald Kaberuka, l'attuale Presidente della Banca Africana di Sviluppo (AfDB).  Prima di entrare alla Banca africana di sviluppo, dove è stato nominato per la prima volta nel 2005 e riconfermato per un secondo quinquennio nel 2010. il signor Kaberuka,  nato il 5 ottobre 1951 a Rushaki nella provincia di Byumba, ha avuto una brillante carriera nel settore bancario, del commercio internazionale e dello sviluppo. Dopo aver studiato presso l'Università di Dar es Salaam, in Tanzania, e aver conseguito un master e un dottorato in economia presso l'Università di Glasgow, ha lavorato come analista di materie prime a Londra presso Morgan, Grenfell & Co e Rayner internazionale, per poi trasferirsi in Costa d'Avorio, come capo economista per l'Inter-African Coffee Organisation. Una nomina a Segretario di Stato alle Finanze lo riportò in Rwanda  dove, nel 1997, è diventato ministro delle Finanze.  Come ministro  delle finanze e della pianificazione economica tra il 1997 e il 2005 è stato il principale artefice della ricostruzione economica del Rwanda dopo la fine della guerra civile. Ha avviato e attuato importanti riforme economiche e ha introdotto nuovi sistemi di governance strutturale, monetaria e fiscale, ponendo particolare attenzione all'indipendenza della banca centrale del Rwanda. Come si vede un curriculum di tutto rispetto che potrebbe essere proficuamente messo a frutto per il suo paese di origine per il quale, in un'intervista del 2002, così si esprimeva:

giovedì 23 agosto 2012

I sacerdoti della Diocesi di Byumba

Il sito della Diocesi di Byumba ha pubblicato l'organico del clero diocesano distribuito per parrocchia che riproduciamo qui di seguito come strumento utile nel lavoro in atto tra l'Ass. Kwizera e la diocesi.
I. Services généraux du Diocèse
1. Mgr Servilien NZAKAMWITA, Evêque
2. Mgr Alfred RUTAGENGWA, Vicaire général
3. Mgr Kizito BAHUJIMIHIGO, Justice et Paix ; Aumônier de l’IPB
4. A. J. Damascène MUGIRANEZA, Chancelier et chargé du website du Diocèse
5. A. Lucien HAKIZIMANA, Econome général
6. A. JMV DUSHIMIYIMANA, Econome général Adjoint
7. A. Emmanuel RUTSINDINTWARANE, Directeur de la Caritas diocésaine
8. A. Antoine NGAMIJE MIHIGO, Représentant diocésain de l’Enseignement catholique
9. A. Faustin NYOMBAYIRE, Recteur de l’Institut Polytechnique de Byumba (IPB)

II. Petit Séminaire Rwesero:
1. A. Paul GAHUTU, Recteur
2. A. Jean Pierre SIBORUREMA, Préfet des Etudes
3. A. Clet NAHAYO, Père spirituel
4. A. Augustin NZABONIMANA, Econome
5. A. Emile Bienvenu HAKIZIMANA, Préfet de discipline
6. Fratri David Bienvenu NSHIMIYIMANA, Stagiaire

III. Paroisses

mercoledì 22 agosto 2012

In corso il censimento della popolazione rwandese

Durante la Missione 2012 è capitato d'imbattersi sulle strade rwandesi in  coppie, prevalentemente di giovani, che per comportamenti e abbigliamento erano facilmente confondibili con i testimoni di Geova, se non fosse che per un badge con tanto di foto e nome portata al collo. Erano gli addetti al censimento generale della popolazione rwandese indetto proprio nel mese di agosto.
Oltre 24 mila addetti, per la precisione 24.422, sono stati sguinzagliati nelle città fino al più remoto  dei villaggi per  incontrare le famiglie e sottoporre loro le domande degli oltre 2,7 milioni di questionari predisposti per il censimento.  Ogni operatore aveva il compito di contattare 16 famiglie al giorno, previamente allertate via telefonino, almeno per quelle che ne erano in possesso, oppure lasciando un biglietto e dandosi appuntamento nel fine settimana. Noi stessi abbiamo ricevuto sull'utenza telefonica rwandese un avviso in proposito. Le operazioni hanno richiesto due settimane di rilevazione, dopo di che si cominceranno ad elaborare i dati raccolti, di cui si avranno le prime informazioni verso il mese di dicembre. L'ultimo censimento era stato condotto nel 2002, quando la popolazione censita ammontava a 8.128.553, mentre  ad oggi, secondo recenti stime, dovrebbe aver superato gli 11 milioni. Anche i rwandesi all'estero sono stati censiti dalle ambasciate del Rwanda nei rispttivi paesi ospitanti. Il censimento ha un costo stimato di Rwf 16 miliardi. 

martedì 21 agosto 2012

Don Paolo Gahutu nominato rettore del Piccolo seminario di Rwesero

Don Paolo Gahutu
Don Paolo Gahutu è stato nominato dal vescovo di Byumba, mons Servilien Nzakamwita, nuovo rettore del Piccolo Seminario di Rwesero. Lascia la parrocchia di Nyagahanga al nuovo parroco Don Deogratias, attuale vicario a Mutete, che conosce la parrocchia per avervi già trascorso da seminarista qualche mese  di tiriocinio. Il Piccolo Seminario di Rwesero, così come i Piccoli seminari delle altre diocesi rwandesi, è una scuola superiore dove, dopo la scuola dell'obbligo, accedono ragazzi aspiranti al sacerdozio, ma anche altri alla ricerca di una scuola qualificata. I Piccoli seminari godono, infatti, di un alta considerazione, essendo soliti aggiudicarsi i primi posti nelle graduatorie di merito che annualmente vengono stilate dalle autorità scolastiche rwandesi. I corsi di studio sono quelli propri di una scuola superiore, cui si affianca un percorso spirituale che dovrà portare, a fine corso, a selezionare un massimo di dieci studenti, tale è il numero dei posti riconosciuti ad ogni diocesi rwandese, che verranno ammessi al Seminario maggiore per arrivare al sacerdozio. Frequentano il Piccolo Seminario di Rwesero circa 450 studenti, molti provenienti anche dalla capitale, che per frequentare il Piccolo seminario devono prevedere il pagamento di una retta annua di circa 240.000 Frw ( poco più di 300 euro) un po' superiore a quelle richieste dalle scuole secondarie statali, tutte a pagamento. La sfida che attende Don Paolo è dunque particolarmente stimolante: saper individuare candidati meritevoli di accedere al sacerdozio, ma anche di formare laici capaci di farsi portatori di valori cristiani nella società civile.

lunedì 20 agosto 2012

Grillo e il Rwanda: la tragedia maneggiata da un comico

Il comico Beppe Grillo fondatore del movimento politico M5S, lamentandosi del trattamento che la stampa italiana riserverebbe al movimento da lui promosso, si è imbarcato in un paragone che sfiora la categoria dell'osceno. Così scrive, fra l'altro, sul suo blog: "Il segnale dell'inizio delle ostilità è stata la vittoria di Parma. Da allora, l'informazione italiana ha un solo bersaglio, il M5S. Chi ne fa parte è diventato un illuso o uno scarafaggio, un "cafard" da denigrare, da eliminare dalla vista degli italiani. La Radio Televisione Libera delle Mille Colline Italiana sta facendo a tempo pieno il suo sporco lavoro per garantire la continuità del Sistema alle prossime elezioni politiche. E' necessario "tagliare la cima degli alberi alti" per mantenere l'attuale classe politica al potere. Un'informazione simile a quella del Rwanda nel 1994. Qui siamo più civili. Non usiamo il machete….. La Radio delle Mille Colline rwandese (RTLM) aveva un solo speaker, quella italiana ne ha un numero quasi infinito, non sono di destra o di sinistra, sono servi ed eseguono gli ordini".
Chissà quanto i superstiti della tragedia rwandese, che è costata centinaia di migliaia di vittime, apprezzeranno veder paragonati i loro morti ai grillini alle prese con la banale quotidianità della disputa politica italiana, scomodare le componenti di una tragedia epocale per spiegare una commedia all'italiana.

Progetto Mikan a 1000


Le famiglie di Rebero alla consegna della millesima capretta 
Quel piccolo seme gettato nel 2009 da  una giovane coppia italiana, Michele e Anna, che in occasione del matrimonio decide di destinare la somma stanziata per le tradizionali  bomboniere all’acquisto di 25 caprette da assegnare ad altrettante giovani coppie  rwandesi con l'impegno delle stesse a destinare il primo capretto che nascerà ad altrettante coppie, ha dato i suoi frutti. Il Progetto Mikan, costruito dall'Associazione Kwizera su quell'idea iniziale, ha festeggiato sabato scorso a Rebero, una sottoparrocchia di Nyagahanga, la consegna a una coppia del luogo della millesima capra. In tre anni mille famiglie, inserite nel percorso  di pastorale familiare delle parrocchie della diocesi di Byumba,  sono state coinvolte nel Progetto, previa un'adeguata formazione sullo spirito del progetto e sull'allevamento delle capre, supportata da un apposito libretto di istruzione. Attualmente sono attivi 21 gruppi di 25 coppie ciascuno, distribuiti su 8 parrocchie, affiancate da altrettante famiglie in attesa del loro capretto. Gradualmente il Progetto andrà a interessare l'intera diocesi di Byumba.
 Michele e Anna, dai quali è partita questa bella storia, hanno vissuto così questa tappa del Progetto Mikan: E’ con immensa gioia che accogliamo la notizia che le nostre caprette ora sono arrivate a mille!!
E’ gioia sincera per tutte le famiglie che stanno beneficiando delle caprette, ma non è solo questo…
E’ la piacevole conferma che può ancora esistere una realtà diversa…una realtà migliore.
Perché la riuscita del nostro progetto è la dimostrazione che si può tornare a concetti semplici ma profondi come la Persona, come il Condividere, come l’Attenzione per le cose, la Cura dei propri beni, l’Imparare e il Trasmettere, la Fatica e l’Impegno, il Sudore per qualcosa di concreto.
Insomma, il lavoro come lo intendevano i nostri nonni.
Oggi le parole d’ordine purtroppo sono diventate guadagno, utile, capitale, transazione,  fallimenti, sperequazioni, indici di borsa, tassi d’interesse e altre bestemmie affini.
I numeri prima delle persone, i soldi prima del bene comune.
Il Progetto Mikan non vuole essere una risposta alla crisi finanziaria, ma un monito a un ritorno ad un sistema diverso.
Un pezzettino minuscolo minuscolo di mondo ce l’ha fatta.
Forse non è niente o  forse è un inizio…
Non è facile, non sarà facile, ma tutto sembra difficile prima di diventare facile….

domenica 19 agosto 2012

Cambia il sentiment internazionale sul Rwanda

Non si sa quale sarà lo sbocco della nuova grave crisi che sta interessando  il Nord Kivu e che ha fatto negli ultimi tempi numerose vittime, dopo averne fatto diversi milioni nel passato,  come sostenuto in documenti ufficiali dell’Onu. Questa volta, oltre che sul campo, il confronto si sta effettuando in sede diplomatica tra accuse dell’Onu sulle intromissioni del Rwanda nelle questioni interne congolesi e le sdegnose smentite delle autorità di Kigali circa un  coinvolgimento ruandese nella crisi. Al di là delle schermaglie diplomatiche resta un fatto. Questa crisi ha mutato il sentiment internazionale nei confronti del Rwanda.Accompagnato nel post 94 da una generalizzata simpatia di tutti i paesi e istituzioni internazionali che hanno contribuito generosamente alla ricostruzione del paese appoggiando il nuovo corso ruandese con  comprensione, a volte con qualche condiscendenza di troppo, ed enfatizzando spesso i reali progressi messi a segno, il Rwanda si trova oggi a fare il conto con un clima internazionale totalmente mutato. Sembra che la comunità internazionale, in passato  mossa da un sotterraneo senso di colta per non aver saputo o voluto evitare l’eccidio del 1994,  non sia più disposta a riservare un occhio di riguardo, concedendo tutti gli sconti del caso, al presidente Paul Kagame. A fatica le agenzie di pubbliche relazioni ingaggiate da Kigali per curare l’immagine del paese riescono a tenere a bada la stampa internazionale. Rende bene l’idea di come sia cambiato il vento  il titolo, An isolated autocrat, con cui il quotidiano Financial Times  ha titolato un suo recente pezzo sul presidente rwandese; cosa impensabile fino a poche settimane fa. Purtroppo per i rwandesi non si tratta solo di aver perso il favore dei  media internazionali, ma molto più concretamente di essersi giocati milioni di dollari di aiuti internazionali, congelati da diversi paesi a seguito del ruolo, vero o presunto che sia, tenuto dal Rwanda nella crisi del Kivu.Hanno cominciato gli Usa tagliando, in maniera poco più che simbolica ma dando un chiaro avvertimento,  200.000 dollari di un aiuto per una scuola militare, hanno fatto seguito la GranBretagna che ha annunciato la sospensione di 25 dei 118 milioni  di dollari annuali previsti, l’Olanda con la sospensione di 5 milioni di euro di aiuti, seguite da altri paesi europei, compresa la Germania che ha congelato 21 milioni di euro e quindi la Svezia. La reazione di Kigali è stata immediata. Promosso ufficialmente dalla diaspora rwandese nel mondo è stato creato un fondo sovrano  denominato Agaciro Development Fund (AgDF),  Agaciro Development Fund (AgDF) con l’immediata apertura di tre conti sulle tre principali banche rwandesi su cui veicolare le donazioni che dovrebbero sopperire ai tagli dei partners internazionali. Una reazione d’orgoglio, la parola agaciro che compare nella denominazione del Fondo significa  valori e dignità,  che certo non attenua il duro colpo che l’immagine del Rwanda ha subito in questa crisi. Le autorità di Kigali, cui non manca certo la capacità di leggere i segni del mutato sentiment internazionale, dovranno correre ai ripari apportando le necessarie correzioni di rotta  alla propria politica nel Kivu e, forse, non solo a quella.

sabato 18 agosto 2012

Annullata partecipazione di Kagame a ordinazione sacerdotale a Rushaki

La notizia si era diffusa un paio di giorni prima, mettendo in fibrillazione gli organizzatori. Il presidente rwandese Paul Kagame avrebbe presenziato all’ordinazione sacerdotale del diacono Augustine Hakizimana    che si sarebbe dovuta tenere a Rushaki, un villaggio della diocesi di Byumba nell’estremo nord del Rwanda, nella mattinata di mercoledì 15 agosto. La scelta di presenziare, tra le tante ordinazioni sacerdotali che si tengono in questo periodo, proprio a quella di Rushaki è da attribuire al fatto che la mamma del presidente è originaria proprio di quel villaggio. All’ultimo momento,  il viaggio di Kagame è stato però  annullato, nel pomeriggio di martedì, tanto che già in serata venivano rimosse le strutture aggiuntive predisposte in funzione della presenza presidenziale e i militari dislocati in loco facevano rientro a Kigali. Non si conoscono le ragioni di una scelta così repentina dopo che l’annuncio della presenza era stato dato solo due giorni prima; forse i responsabili della sicurezza presidenziale hanno giudicato inutilmente rischioso lasciare il presidente bloccato  tre ore, tanto dura un’ordinazione sacerdotale, su un palco in mezzo alla folla in un luogo decentrato e poco controllabile.All a cerimonia  ha presenziato il Ministro dell'interno.

Kiruri

Linea elettrica


 Venerdì la Missione Kwizera 2012 ha fatto tappa a Kiruri.Qui è stata ufficialmente consegnata la linea di 1300 metri, con tre derivazioni da 300 metri cadauna, per una lunghezza totale di 2.200 metri, che permette di portare l’elettricità a più di 100 famiglie dell’agglomerato di Rubanda presso Kiruri. I lavori, coordinati da un Comitato locale, sono stati finanziati per metà con i contributi derivanti dal 5 per mille e per l'altra metà grazie a un contributo della Fondazione Cassa
di Risparmio di Lucca.

Sacche scolastiche
Nell'occasione sono state consegnate alla locale scuola primarie 400 sacche scolastiche che verranno distribuite agli alunni della terza classe all'inizio dell'anno scolastico. Un analogo quantitativo è stato reso disponibile alla scuola primaria di Kibali. Le sacche sono state confezionate dai laboratori di cucito delle poarrocchie di Nyagahanga e di Rushaki. Il Progetto, che prosegue interessando anche altre scuole, è sostenuto dalla Fondazione Credito Valtellinese.

venerdì 17 agosto 2012

Kwizera incontra i parroci della diocesi di Byumba


Foto di gruppo dei partecipanti all'incontro
Giovedì mattina,  si è tenuto, in una sala della diocesi di Byumba alla presenza del vescovo mons. Servilien Nzakamwita, un incontro tra i responsabili dell'Associazione Kwizera, impegnati nella Missione 2012, con i parroci della diocesi,  per fare il punto sulla situazione dei progetti in corso, per raccogliere proposte di appoggio su nuovi progetti, ma principalmente per definire le migliori pratiche per la gestione dei complessi e delicati rapporti che intercorrono tra i portatori di fondi e i beneficiari. A questo proposito particolarmente illuminante è stata la relazione introdutiva svolta da don Emmanuel Mugabo, professore di teologia  morale al seminario maggiore di Nyakibanda, che ha trattato il tema a partire dalla Caritas in veritate, dando particolare risalto al ruolo che, in questo ambito, devono avere i laici cristiani senza tacere tutti i rischi che si possono incontrare nella gestione dei progetti quando l'impegno delle persone coinvolte, laici o sacerdoti che siano, non sono adeguatamente supportati da un'ispirazione etica e dalle imprescindibili conoscenze tecniche.Lo spessore della relazione ne ha consigliato una sua maggior diffusione; così, appena il relatore licenzierà il testo definitivo, provvederemo a renderla disponibile anche sul blog. Ha fatto seguito una testimonianza di Don Paolo Gahutu sull'esperienza di Kwizera in Rwanda e si è quindi aperto un confronto franco e aperto tra i presenti che ha consentito al Vescovo di poter trarre utili spunti per impostare la collaborazione futura, tra Kwizera e diocesi, su basi meglio definite per rimuovere ogni criticità nella gestione dei progetti e nella comunicazione tra i protagonisti. Un incontro che ha raccolto l'apprezzamento convinto di tutti gli intervenuti e che sarà sicuramente un'ottima base per rilanciare la collaborazione tra Kwizera e diocesi che, come riconosciuto da mons Servilien, ha dato in questi anni frutti copiosi come, da ultimo, la casa parrocchiale di Mutete e il supporto alla pastorale familiare attraverso il Progetto Mikan.  
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Cina-Africa: massimi sistemi e una sacca scolastica

 Come la realizzazione in Rwanda di una semplice sacca scolastica possa spiegare meglio di tante teorizzazioni il problema dell’incidenza cinese sullo sviluppo dell’Africa. Volendo realizzare delle sacche scolastiche in tessuto,  da distribuire agli scolari di alcune scuole primarie del nord Rwanda, l’Associazione Kwizera ha approntato un modello, il più semplice possibile, da realizzare in loco presso due piccoli laboratori parrocchiali. Nel definire i costi di realizzazione si perveniva a un costo finale nell’ordine di circa 900 Frw.di cui 850 Frw  per materiali e solo 50 Frw per la manodopera. Naturalmente in tale prezzo non era compreso alcun margine di guadagno. Certo, acquistando quantitativi più significativi di tessuto e legacci si sarebbe potuto limare i prezzi anche in maniera significativa, non certo però per competere con la sacca molto più sofisticata, realizzata in Cina con materiale artificiale, che in Italia abbiamo trovato su una bancarella a un euro, comprensivo del giusto guadagno di chi ce lo vendeva, cioè a 750 Frw, al cambio corrente. Domanda: continuiamo a confezionare le nostre sacche in Rwanda o ci affidiamo al fornitore cinese?Il dilemma è tutto qui, per chi fa del volontariato la risposta dovrebbe essere sì; non siamo però certi che lo sia anche per chi distribuisce le sacche per profitto. Conclusione: le lavoranti del laboratorio rwandese dovranno quindi tornare a zappare i campi, fino quando i cinesi arriveranno anche lì, coma peraltro capita nelle grandi costruzioni promosse direttamente dai cinesi nei vari paesi africani.

Mutete

La nuova casa parrocchiale di Mutete
Per la giornata di ferragosto l’appuntamento è fissato a Mutete per l’avvio di due gruppi del Progetto Mikan, con alcune capre donate dal Gruppo San Matteo in Nave (Lu), e per l’inaugurazione della nuova casa parrocchiale finanziata dall’Associazione Kwizera. Dopo che l’anno scorso, sempre grazie al sostegno di Kwizera, era stata realizzata la sala della comunità, quest’anno, finalmente,  i due sacerdoti preposti, il parroco don Nacisse e il suo vicario don Deogratias,  si trovano a poter disporre di un’ampia e moderna costruzione dove hanno voluto ricavare anche una piccola cappella. Fra qualche giorno, dopo le ultime rifiniture , potranno prenderne pieno possesso lasciando, dopo sette anni, gli angusti locali dove avevano trovato una  sistemazione a dir poco disagiata. La festa di Mutete è stata allietata da una grande esibizione di percussionisti di tamburo, con  a capo il maestro artigiano di Ruhengeri, Anicete Kimanuka, che oltre a costruire tamburi tradizionali, li sa far vibrare, con fare istrionico, come pochi, come dimostra il filmato sottostante.

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lunedì 13 agosto 2012

Ecco i tre gemelli di Bungwe

Il programma odierno della Missione Kwizera prevedeva la visita a Bungwe dove, oltre a dare l'avvio a due gruppi del Progetto Mikan, si è proceduto alla verifica delle adozioni esistenti in loco e alla consegna di una consistente scorta di materiale per la prima infanzia, messa a disposizione dalla Farmacia Novelli di Lucca, al locale centro di Sanità. Inutile nascondere che il clou della visita è stato l’incontro con Tanasia Nyirabarimwabo, una donna di 33 anni già madre di cinque bambine, che nel novembre scorso aveva dato alla luce altri tre gemelli, due femminucce e un maschietto, presso l’ospedale di Byumba, come da noi riferito in un post in cui compare anche la foto dei neonati con la mamma. Per venire incontro alla esigenze della numerosa prole si era prontamente trovata una benefattrice che ha permesso l’inserimento della famiglia di Tanasia nel programma adozioni di Kwizera. E’ stato quindi particolarmente emozionante veder arrivare all’incontro Tanasia, accompagnata dal marito e da una delle figlie grandi, con i suoi tre piccoli: due li portava la madre, uno in braccio e l’altro sulle spalle, mentre il terzo era sulle spalle della sorella. I bimbi, che hanno appena compiuto nove mesi, erano particolarmente vispi e si sono prestati di buon grado a essere immortalati nelle immancabili foto. Nell’occasione abbiamo appreso anche il loro nome: Sandrine e Sarah le bimbe e Cedric il maschietto.

domenica 12 agosto 2012

Adozioni a.......contatto diretto

 
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Durante l'annuale Missione, i volontari di Kwizera incontrano, uno per uno, gli oltre trecento bambini e ragazzi inseriti nel programma di adozioni a distanza. E' una maniera di verificare che tutto proceda per il meglio ed, eventualmente, rimuovere e risolvere possibili problemi che dovessero essere insorti nel corso dell'anno. Luca e Mariuccia hanno fatto di più.Avendo adottato a distanza tramite l'Ass. Kwizera, due bambini, Oliva di otto anni e Innocent oggi quattordicenne, e non potendoli incontrare nel giorno programmato, martedì della prossima settimana, causa il loro rientro in Italia anticipato rispetto agli altri volontari Kwizera, non hanno voluto mancare l'occasione di conoscerli personalmente, dopo averne fatta la conoscenza per fotografia e tramite le consuete letterine. Così, con qualche giorno di anticipo hanno fissato, con i buoni uffici di Bernard, uno dei referenti locali di Kwizera, un incontro sulla strada che da Nyagahanga conduce a Kigali, proprio nella mattina della partenza per l'Italia. Ieri, sulla strada per l'aeroporto, al bivio per Nyinawimana, hanno così trovato ad attenderli i due bambini accompagnati dalle rispettive mamme. Come documentato dalla foto, l'incontro è stato particolarmente intenso, solo provvidenziali occhiali da sole hanno nascosto, nelle foto ufficiali, qualche lacrima di commozione della mamma italiana.

sabato 11 agosto 2012

Rwanda al femminile: una donna a capo di un campo prigionieri


Prigionieri impegnati in un cantiere TIG

E' noto come le donne rwandesi abbiano conquistato diverse posizioni nell'amministrazione pubblica e siano arrivate ad avere la maggioranza in parlamento. Il ruolo ricoperto da una giovane rwandese che abbiamo incontrato in questi giorni, nei pressi di Nyagahanga, è uno di quelli che non ti aspetteresti affidato a una donna  Leocadie H., ma non è questo il suo vero nome, sovraintende a circa un centinaio di prigionieri impegnati  nei Travaux d’Intérêt Général –TIG, Lavori d’interesse generale.Forte di una passata esperienza militare, sembra non avere problemi a gestire questi lavoratori che vivono, praticamente liberi, in accampamenti composti da ampli tendoni arancione,  che si spostano sul territorio impegnati nella realizzazione di opere di interesse pubblico. Proprio uno di questi campi ha portato a termine l'amplimento della strada che da Rukomo va verso Nyagahanga e ora è alle prese con l'amplamento della strada verso Kagejo. La grintosa e prestante Leocadie non sembra avere problemi a gestire questi prigionieri, in maggioranza condannati per i crimini commessi nelle vicende del 1994 che, dopo aver confessato le proprie colpe, scontano metà della loro pena appunto lavorando in questi cantieri. Questi campi sono diffusi in diverse distretti del Rwanda; i prigionieri, gestiti dalle autorità del distretto che si fanno carico anche del loro mantenimento, sono solitamente adibiti alla realizzazione di opere pubbliche di interesse locale. Nelle intenzioni delle autorità questa esperienza dovrebbe favorire un reinserimento di questi prigionieri pentiti nella società, dopo un percorso di recupero e di riconciliazione.
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giovedì 9 agosto 2012

L'asilo di Kagera intitolato a Carlin

Quando nel 2010, da presidente dell’Azione cattolica di Grosio, decise di inviare un cospicuo contributo, frutto delle donazioni periodiche degli associati, all’amico Don Paolo Gahutu  in Rwanda, mai Carlo Rodolfi, per tutti da sempre semplicemente Carlin, avrebbe potuto immaginare la giornata odierna. Quel contributo unitamente a quello della comunità di Barga (Lu), cui si aggiunsero per il tramite dell’Associazione Kwizera, quelli della parrocchia di Sagnino di Como e del Gruppo San Matteo di Nave-Lucca, servì a Don Paolo per realizzare una scuola materna a Kagera, in una delle zone più povere della sua estesa parrocchia.Oggi, nell’anniversario dell’inaugurazione avvenuta proprio il 9 agosto di un anno fa e a poche mesi dall’improvvisa scomparsa di Carlo Rodolfi, l’asilo di Kagera è stato intitolato, su proposta della sezione valtellinese dell’Associazione Kwizera  prontamente condivisa da Don Paolo, proprio a lui, il compianto Carlin.La targa con l’inconfondibile immagine di Carlin è stata, infatti, apposta oggi dai volontari di Kwizera  sulla facciata dell'asilo, durante una semplice ma intensa cerimonia, allietata dalla partecipata e composta presenza di una folta rappresentanza  dei 174 bambini che durante l’anno scolastico frequentano l’asilo,  assistiti dalle tre maestre: Jeanne Espérance, Liberata e Leocadie. Vedere quei bambini gioiosi fare festa sotto lo sguardo buono di Carlin, durante la distribuzione  di capi di vestiario che è seguita alla cerimonia, è stata una dei momenti, forse più toccanti, per i volontari grosini partecipanti alla Missione Kwizera 2012 che, al loro rientro, siamo certi sapranno condividere questa emozione con l’intera comunità grosina che ha già ha fatto avere il suo sostegno, tramite la parrocchia, per affrontare le spese del primo anno di asilo.
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martedì 7 agosto 2012

Pronti....e via

 
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In centro a Kigali ecco un semaforo che riporta i secondi residui di durata di ogni segnale, sia per il rosso che per il verde. Allo stop quindi tutti pronti a scattare allo scadere dei secondi del rosso, quasi come in una gara di formula 1.

domenica 5 agosto 2012

Battesimi a Bugarama

 La Santa messa domenicale, come da tradizione della  Missione Kwizera, si è tenuta nella chiesa di Bugarama, dedicata alla Beata Vergine delle Grazie in gemellaggio con l'omonimo santuario di Grosotto (So).Dopo che l'anno scorso si erano tenute le prime comunioni della comunità di quella sottoparrocchia di Nyagahanga, quest'anno Don Paolo ha voluto arricchire la cerimonia con l'amministrazione di sei battesimi. Nella foto un momento della cerimonia battesimale.  
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Il caffè


Sulla collina di Bugarama i contadini si dedicano alla coltura del caffè, una delle principali voci dell'export rwandese unitamente al the. Nelle foto in senso orario: un campo di caffè, il frutto ancora sulla pianta, la fase "sbucciatura" del frutto e infine, dopo l'essicamento, i chicchi vengono insacchettati per la consegna ai centri di raccolta. 
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sabato 4 agosto 2012

Abazungu al lavoro




Abazungu alle prese con alcuni lavori di rifinitura delle sacche scolastiche, predisposte dalle lavoranti di Nyaghanga, che saranno distribuite nelle scuole fra qualche giorno, alla ripresa delle lezioni. Il Progetto sacche scolastiche ha beneficiato di un contributo della Fondazione Credito Valtellinese.
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Parte il catasto terreni

Aggirandosi tra i villaggi, capita spesso di incontrare edifici pubblici tappezzati da decine di fogli, come  riportato nella foto. Avvicinandosi si scopre che vi sono riportati interminabili elenchi di nomi. Si tratta dei nomi di coloro che all’esito di un  processo di ricognizione catastale compiuto dalle autorità    vengono riconosciuti come titolari dei terreni. Starà ad ognuno verificare che il proprio terreno non risulti intestato ad altri. La nuova legislazione che ha portato alla definizione dei diritti di proprietà dei terreni, prevede, tra l’altro, che i proprietari di terreni per una superficie superiore ai due ettari, siano tenuti a concedere in affitto i terreni oltre tale limite. La misura tocca da vicino la Chiesa, che nel tempo ha avuto modo di trovarsi titolare di importanti patrimoni immobiliari in terreni. Evitato il rischio dell’esproprio,  misura storicamente  abbastanza frequente a tutte le latitudini quando si tratta di beni ecclesiastici, le parrocchie e le diocesi sono ora attese alla sfida di trasformare tale vincolo in un’importante opportunità che porti alla promozione di cooperative agricole tra i cristiani delle comunità parrocchiali a cui affidare in conduzione i terreni in esubero.
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giovedì 2 agosto 2012

Progetto Mikan verso quota mille

Mercoledì l’appuntamento è alla parrocchia di Gituza per l’avvio di un nuovo gruppo del Progetto Mikan, di cui i nostri quattro lettori conoscono ormai tutta la storia. Per chi, invece, l’avesse persa, può sempre cliccare qui per recuperare le puntate precedenti. Si tratta del ventinovesimo gruppo attivato in diocesi. Nei prossimi giorni ne partiranno  altri cinque, un altro nella stessa parrocchia di Gituza e due rispettivamente  nelle parrocchie di Mutete e di Bungwe. Altri cinque  gruppi riceveranno, nella seconda settimana di agosto, le caprette da altrettanti gruppi che hanno concluso la loro esperienza nel Progetto. Il clou si avrà sabato 18 agosto, quando a Rebero, una sottoparrocchia di Nyagahanga, ci sarà  il passaggio a un altro gruppo col quale il Progetto Mikan toccherà le mille famiglie coinvolte. Affidiamo alla testimonianza  di Luca e Mariuccia, impegnati in Italia nella pastorale familiare, il compito di raccontare l’esperienza di ieri a Gituza.

Incredibile come venti euro, per noi poca cosa ma per loro una mensilità di un agricoltore, bastino per far felice una famiglia e far si che la solidarietà passi di casa in casa. Anche l’esperienza vissuta oggi è stata una lezione di vita che, vista in un contesto occidentale, farebbe sorridere, ma vissuta sul posto assume una valenza diversa: si capisce il valore di una semplice capretta per il sostentamento di una famiglia. Come al solito, al nostro arrivo siamo stati accolti con tutti gli onori; chi poteva, piccolo e adulto,  aveva indossato l’abito delle grandi occasioni. Mentre le venticinque caprette, pronte per la consegna,  erano provvisoriamente affidate alla cura di altrettanti bambini, le coppie hanno partecipato a un ultimo momento formativo in cui il responsabile del Progetto, signor Damasceno, ha loro fatto le ultime raccomandazioni, ripassando la precedente formazione, sulle modalità di gestire il dono che avrebbero ricevuto. La grande serietà dell’evento, accompagnata dalla dignità di ogni coppia, da cui peraltro traspariva la trepidazione dell’attesa, ci ha sbalorditi. Ma la cosa più sorprendente è stata la solidarietà tra le famiglie che  questo progetto include in sé; concetto più volte richiamato e sottolineato dal parroco di Gituza, don Donat Nsabimana,  e da don Paolo.Si respirava un’aria di felicità, il tutto accompagnato dalle preghiere e dai soliti bellisimi canti, in questo caso di ringraziamento e riconoscenza. Grazie Rwanda, grazie don Paolo, grazie Kwizera. Luca e Mariuccia

mercoledì 1 agosto 2012

Passata la festa...

 
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Dopo due giorni di festa, una visita all’asilo di Kagera ha permesso a Luca e Mariuccia un primissimo impatto con la dura realtà della profonda campagna rwandese. Lasciati alle spalle i colori, i suoni e le gioie della festa, questi bambini e queste donne testimoniano dell’esistenza di una quotidianità fatta di stenti e di disagio sociale. che neppure il sorriso e la gioia dei bambini riescono ad attenuare, anzi.emmai ce ne fosse bisogno non fanno che aumentare l’intensità delle emozioni vissute dai visitatori.

Il Padre bianco di Aosta

Padre Luigi Costa con il neosacerdote Don Noel e Don Paolo
Posted by PicasaAlla celebrazione della prima messa dell’abbè Noel era presente anche padre Luigi Costa, un missionario di Aosta dal 1974 in Rwanda con i Padri Bianchi. E’ stato l’ultimo parroco di Nyagahanga prima che la parrocchia passasse alla diocesi e fosse affidata a Don Paolo Gahutu. Attualmente, in attesa di ritornare in Italia per il meritato riposo, cura l’economato dei Padri bianchi a Kigali. Purtroppo la necessità di fare rientro a Kigali per le incombenze di fine mese, non ci ha permesso di intrattenerci, come avremmo voluto, con un testimone che ha vissuto in prima persona,gli ultimi travagliati decenni della vita ruandese. Siamo confidenti che quando rientrerà definitivamente in Italia possa  trasfondere i suoi ricordi in un bel libro; chissà quante cose avrà da raccontare

L'ordinazione sacerdotale

La prima santa messa dell'Abbé Noel
Questo è il periodo in cui si svolgono le ordinazioni sacerdotali nella diocesi di Byumba: Quest’anno sono sette i novelli sacerdoti. Domenica abbiamo assistito all’ordinazione dell’abbé Noel Ngabonziza, una vocazione adulta originaria di Ruhondo, una centrale della parrocchia di Nyagahanga, mentre oggi c’è stata la celebrazione della prima messa nel villaggio d’origine. Due cerimonie durate circa sei ore ognuna, con una grande partecipazione di fedeli e di gran parte dei sacerdoti della diocesi. L’ordinazione, officiata dal vescovo di Byumba, mons Servillien, si è svolta nel campo sportivo di Nyagahanga con una grande  partecipazione degli abitanti della zona, con rappresentanti delle istituzioni ai massimi livelli regionali e una delegazione di persone originarie di Nyagahanga ma da anni trasferiti nella capitale.La cerimonia religiosa ha avuto come contorno le consuete danze tradizionali, gli interminabili e numerosi discorsi, il tutto coordinato da un protocollo perfetto nel muovere la complessa organizzazione. Non è mancata la consegna dei doni al nuovo sacerdote, con una lunga fila di persone di ogni età pronta a presentare il proprio presente e ricevere la benedizione. Naturale conclusione della cerimonia, a pomeriggio ormai inoltrato, con un pranzo servito all’esterno del Centro parrocchiale, con l’immancabile contorno di bottiglie di  birra che in queste festa scorre abbondante. Il lunedì si è avuta una replica, con  la celebrazione dell’abbé Noel della prima santa messa presso la sua comunità d’origine a Ruhondo. Stesso intenso cerimoniale, forse con una partecipazione ancor più intensa da parte dei fedeli, per molti dei quali Noel era il vecchio compagno di giochi o di scuola, l’amico di gioventù, il parente. Anche la festa che ne è seguita ha risentito di questo particolare clima;  infatti i festeggiamenti iniziati nei locali della  centrale si sono poi protratti  nei pressi della casa dell’Abbé Noel, per concludersi, dopo una classica notte ruandese, alle due del mattino di martedì: qui ha fatto la sua comparsa, a fianco della birra industriale  e delle altre bibite, anche la birra tradizionale di sorgo bevuta dalle classiche zucche.
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