"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI
martedì 28 aprile 2009
L'alveare: il portale di servizio ed educativo rwandese
Il cambio al vertice in Madagascar:un déjà vu africano
domenica 26 aprile 2009
Kigali chiude i programmi BBC in kinyarwanda
Il governo ruandese ha sospeso sabato il servizio radio locale della BBC in lingua kinyarwanda con la motivazione che minacciava il processo di riconciliazione nazionale. In particolare, secondo quanto riportato da The New Times di oggi, l'intervento si è reso necessario a seguito della messa in onda, nonostante le reiterate proteste, di un programma ritenuto inaccettabile dalle autorità di Kigali. Nel programma, secondo un comunicato stampa del ministro dell'informazione Louise Mushikiwabo, veniva accreditata la tesi di un doppio genocidio e che i corpi dei morti rwandesi trovati a suo tempo nel lago Vittoria, in Uganda, fossero vittima del Fronte Patriottico del Rwanda. |
Una raccolta di racconti africani
giovedì 23 aprile 2009
Mondo cane
martedì 21 aprile 2009
A piccoli passi....proseguono i progetti Kwizera
mercoledì 15 aprile 2009
Progetto Jatropha: finalmente sono arrivati i semi
martedì 14 aprile 2009
Rusesabagina: "La memoria del genocidio è sempre presente nei miei pensieri"
Paul Rusesabagina (nella foto con l'attore Don Cheadle) , l'eroico protagonista delle vicende immortalate nel film "Hotel Rwanda" e attualmente Presidente della Hotel Rwanda Rusesabagina Foundation, è intervenuto per commemorare i tragici eventi del 1994 affermando: "La memoria del genocidio è sempre presente nei miei pensieri. Come abbiamo commemorato il 15 ° anniversario della tragedia del Rwanda, mi auguro che la comunità internazionale lavori con noi a costituire una commissione "Verità e riconciliazione per la regione dei Grandi Laghi"" in modo che si possa creare un futuro di pace. A tal fine, l'Hotel Rwanda Rusesabagina Foundation ha pubblicato una relazione in merito alle disparità economiche esistenti oggi in Rwanda. Vogliamo fare in modo che le tensioni presenti nel Rwanda di oggi non portino ad un altro dramma. Ci auguriamo che questa relazione possa mettere sull'avviso la comunità dei donatori circa i problemi che potrebbero ingenerare un aumento della violenza."
La relazione, intitolata "Rwanda di oggi: Quando gli aiuti stranieri fanno più male che bene" (clicca qui ) , elaborata dall' Hotel Rwanda Rusesabagina Foundation, è un'analisi dell'odierna situazione in Rwanda da cui emerge un quadro piuttosto critico e venato di un certo pessimismo circa i possibili sviluppi che possono attendere la società rwandese. Speriamo, per il bene di tutti gli abitanti del paese delle mille colline, che tali fosche previsioni non si abbiano in alcun modo ad avverare; si lavori per eliminare, per quanto possibile, le criticità evidenziate nel documento. Se poi, quanto illustrato nella relazione non corrispondesse alla reale situazione interna rwandese tanto meglio!
lunedì 13 aprile 2009
Un terzo dei governi africani espressione delle forze armate
Secondo un recente articolo di Jeune Afrique, intitolato "Dalla caserma al Palazzo", un terzo dei governi africani, in diciotto dei 53 paesi che compongono il continente, sono presieduti da esponenti provenienti dalla carriera militare. Si va da coloro che sono arrivati al potere con colpi di stato militare e non se ne sono più andati, a coloro che, una volta conquistato il potere attraverso la medesima scorciatoia del putsc, si sono successivamente sottoposti a elezioni, più o meno pilotate, ad altri che sono arrivati al potere attraverso elezioni dopo aver diretto movimenti di liberazione nazionale contro governi più o meno legittimi. Ci sono anche coloro, solo due per la verità, che dismessa la divisa militare si sono sottoposti a regolari elezioni.
Un fenomeno, quello del ruolo delle forze armate nei giovani paesi africani, che potrebbe creare un certo sconcerto se analizzato secondo una prospettiva europea. Se però si prova a riflettere su quella che è la situazione venutasi a creare nel periodo post coloniale, si scopre che la situazione illustrata da Jeune Afrique non è poi così anomala come potrebbe apparire. Ecco, infatti, alcune possibili chiave di lettura di un fenomeno tipicamente africano. All'indomani della proclamazione dell'indipendenza, l'unico gruppo strutturato all' interno delle giovani società africane è quello rappresentato dalle Forze armate, che spesso hanno già avuto addestramento e formazione già nel periodo coloniale. Un gruppo che da subito può contare sulla tradizionale organizzazione gerarchica militare e sui cospicui mezzi finanziari che riesce a ritagliarsi all'interno dei magri bilanci statali e, soprattutto, sull'assenza di blocchi sociali concorrenti. Infatti, risulta scarsa l'incidenza dei gruppi intellettuali, spesso indeboliti da una forte diaspora estera, e ancor meno di esponenti dell'economia e delle professioni ai quali manca, oltretutto, quella omogeneità di gruppo che invece caratterizza i militari.C'è inoltre un buon livello di istruzione, soprattutto per gli ufficiali di grado medio alto, che spesso hanno alle spalle corsi di studio di livello universitario all'estero presso le potenze, tempo per tempo, di riferimento, ( Usa, Urss, Cina o paesi europei). Naturalmente il tutto si accompagna al fatto, di per sè risolutivo, di detenere il monopolio della forza, a fronte dell'assenza di contropoteri reali, quali quelli che, nel tempo, si sono venuti costituendo nei paesi con una democrazia più consolidata. Stiamo parlando di percorsi storici che in Europa hanno richiesto secoli e non pochi scontri, anche cruenti, fra i diversi gruppi di potere concorrenti, per arrivare a strutture di potere equilibrate e con un fondamento di sostanziale controllo democratico. Forse bisognerà, quindi, attendere ancora un po' di tempo prima di vedere le forze armate dei paesi africani limitarsi a essere custodi dell'integrità dei rispettivi paesi e spettatori neutrali della dinamica democratica delle forze politiche.
venerdì 10 aprile 2009
Calma ragazzi!
Almeno 32 studenti di cinque diverse classi sono stati espulsi dalla Riviera High School, una scuola superiore che promette un elevato livello d'istruzione per i suoi 476 studenti, 218 ragazze e 258 ragazzi, provenienti da famiglie agiate della capitale. I giovani sono accusati per dimostrazioni di protesta sfociate in gravi atti di vandalismo che hanno causato seri danni alle attrezzature scolastiche della scuola, tanto che ogni famiglia è stata chiamata a pagare un extra per i danni di 15.000 franchi rwandesi. La causa della protesta è stata la decisione da parte della scuola di non protrarre una festa, in concomitanza con una sfilata di moda, oltre le ore 22 della sera; mentre gli studenti avrebbero voluto continuare fino al notte inoltrata. La contestazione ha coinvolto quasi tutti gli studenti della scuola, tanto che molti sono stati sospesi e per altri si stanno valutando provvedimenti anche più gravi. Le cronache parlano di intervento della polizia e di abuso di alcool e di qualche spinello di marijuana di troppo.
La cronaca è riportata sul The New Times di oggi, il quotidiano rwandese che difficilmente viene letto nei villaggi; diversamente, cosa avrebbero dovuto pensare i ragazzi e i giovani delle zone rurali del paese, dove una dignitosa povertà è condizione di vita quotidiana e l’accesso all’istruzione un percorso non sempre facile, di questi ricchi e annoiati studenti di città per i quali una festa, un po’ meno lunga delle attese, diventa occasione di accese proteste e di atti di vandalismo?
giovedì 9 aprile 2009
Buona Pasqua nel segno della riconciliazione, della giustizia e della pace
martedì 7 aprile 2009
I Lake Angels incontrano la pop star Paolo Nutini
sabato 4 aprile 2009
Africando: serata Burundi
Si è tenuta ieri sera, presso la biblioteca di Albosaggia, la seconda delle tre serate del ciclo Africando, organizzato da Erik Viani, per conoscere più da vicino la realtà di alcuni paesi del continente africano: ieri sera, dopo il Rwanda, è toccato al Burundi. Protagonista della serata è stata la signora Fides Marzi dell'Associazione Dukorere Hamwe- Lavoriamo insieme Onlus, un'agronoma originaria di quel paese che vive da più di trenta anni anni in Valtellina.Unitamente ad altri aderenti all'Associazione ( nella foto in occasione della loro recente spedizione), la signora Fides ha illustrato le diverse iniziative che sta seguendo in Burundi: dall'assistenza formativa ai ragazzi soldato da riportare alla normalità, alle borse di studio concesse a una decina di ragazzi per seguire corsi professionali presso la scuola dei Salesiani, alla realizzazione di una struttura adatta ad accogliere i volontari che periodicamente si renderanno disponibili a passare un periodo in loco per prestare la loro opera in favore delle popolazioni locali. Altro importante progetto che l'Associazione sta curando è quello di avviare la collaborazione tra la Facoltà di Agraria di Milano con la Facoltà di Agraria di Bujumbura per condurre in loco studi e sperimentazioni in campo agricolo. Per saperne di più sull'ultima spedizione clicca qui. La serata si è conclusa con un thè, tassativamente proveniente dal Burundi, che ha suggellato un momento di amicizia tra persone portatrici sane del "mal d'Africa".
venerdì 3 aprile 2009
L'agaseke sbarca in Giappone: un'opportunità per le donne di Nyagahanga
E’ stato firmato ieri un memorandum d'intesa (MoU) tra una azienda giapponese, Ruise B e il Kigali City Council (KCC), per creare un centro per la vendita in Giappone del tradizionale cesto ruandese (Agaseke).Dopo la cerimonia di firma, Yuri Mito, rappresentante in Rwanda della Ruise B, ha sottolineato come l'iniziativa si rivolga alle donne ruandesi impegnate in attività artigianali sull’intero territorio.
La notizia ci pare giunga quanto mai opportuna anche per le donne che faticosamente stanno avviando un’esperienza di cooperazione a Nyagahanga. Bisognerà darsi da fare per trovare i giusti collegamenti a Kigali per poter sfruttare questo promettente sbocco commerciale e, soprattutto, bisognerà organizzarsi per garantire una produzione qualificata e regolare. Per cogliere questa opportunità confidiamo molto sulle capacità organizzative di madame Asterie a Nyagahanga e quelle relazionali di Don Paolo a Kigali.
Da che pulpito!
giovedì 2 aprile 2009
Benedetto XVI al G 20: ascoltate anche la voce dell'Africa
S.S. Benedetto XVI ha indirizzato una lettera al primo ministro britannico Gordon Brown in vista del vertice del G 20 in corso a Londra per discutere e affrontare possibili soluzioni per uscire dalla gravissima crisi che sta interessando il mondo intero. Il Papa porta all'attenzione dei rappresentanti degli Stati che rappresentano il 90 % del PIL e l’80 % del commercio mondiale anche la voce di coloro che hanno meno forza nello scenario politico e che soffrono di più i danni di una crisi di cui non portano la responsabilità.In primis quei paesi dell'Africa di cui il Papa , nel suo recente viaggio, ha potuto toccare con mano sia la realtà di una povertà bruciante e di una esclusione cronica, che la crisi rischia di aggravare drammaticamente, sia le straordinarie risorse umane di cui quel Continente gode e che può mettere a disposizione dell’intero pianeta. Auspicando che sia ascoltata la voce di tutti i Paesi del mondo, affinché le misure e i provvedimenti decisi negli incontri del G20 siano condivisi da tutti, il Papa ricorda che le crisi finanziarie scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Ricordando che "la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in se stesse la radice del loro fallimento" sottolinea come l’unico fondamento vero e solido sia la fiducia nell’uomo. Per questo "tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l’etica nelle finanze". Forte è poi il richiamo del Papa affinchè la crisi attuale non porti alla cancellazione o alla drastica riduzione dei piani di aiuto estero, specialmente per l’Africa e per gli altri Paesi meno sviluppati. La lettera prosegue quindi in questi termini: "L’aiuto allo sviluppo, comprese le condizioni commerciali e finanziarie favorevoli ai Paesi meno sviluppati e la remissione del debito estero dei Paesi più poveri e più indebitati, non è stata la causa della crisi e, per un motivo di giustizia fondamentale, non deve esserne la vittima. Se un elemento centrale della crisi attuale è da riscontrare in un deficit di etica nelle strutture economiche, questa stessa crisi ci insegna che l’etica non è "fuori" dall’economia, ma "dentro" e che l’economia non funziona se non porta in sé l’elemento etico". Da qui un accalorato richiamo a un " coraggioso e generoso potenziamento di una cooperazione internazionale capace di promuovere un reale sviluppo umano ed integrale".
mercoledì 1 aprile 2009
Un visto unico per i paesi dell'EAC
I governi della Comunità dell'Africa Orientale (Eac), Burundi, Kenya, Randa Tanzania e Uganda, hanno deciso di introdurre un visto unico d’ingresso nei rispettivi paesi al fine di favorire lo sviluppo dei flussi turistici agevolando gli spostamenti dei turisti all’interno dell’area. Accanto a questa misura, la Eac ha messo a punto anche un unico codice di condotta per i tour operator e la standardizzazione della classificazione degli hotel. Le misure sono tese a risollevare il settore turistico duramente colpito dalla crisi finanziaria internazionale e che per molti paesi rappresenta la principale fonte di introiti. L'operatività della decisione dovrebbe scattare a partire dal prossimo anno.