"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


martedì 31 gennaio 2012

Nuovo vescovo di Ruhengeri

Il Santo Padre Benedetto XVI in data 31 gennaio 2012 ha nominato Vescovo di Ruhengeri (Rwanda) il Rev.do Vincent Harolimana, finora Rettore del Seminario Minore S. Pio X della diocesi di Nyundo.
Il Rev.do Vincent Harolimana, cinquantenne di Mpembe, parrocchia di Mubuga, nella diocesi di Nyundo, ha frequentato  la scuola primaria e secondaria nel Petit Séminaire St. Pie X di Nyundo, è entrato poi nel Seminario di Rutongo e successivamente nel Grand Séminaire St. Charles di Nyakibanda, dove ha conseguito il Diploma di Baccalaureato in Teologia. L’8 settembre 1990 è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Nyundo dal Beato Giovanni Paolo II, durante il Viaggio Apostolico a Mbare, nella diocesi di Kabgayi. E' stato inizialmente Vicario nella parrocchia di Gisenyi ha quindi conseguito il Dottorato in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana, a Roma. E' stato  Rettore del Petit Séminaire St. Pie X della diocesi di Nyundo e  dal 2004 Professeur visiteur di Teologia Dogmatica presso il Grand Séminaire St. Charles di Nyakibanda.
La Diocesi di Ruhengeri, eretta nel 1960, è suffraganea dell'Arcidiocesi di Kigali. Ha una superficie di 1.762 kmq e una popolazione di 989.000 abitanti, di cui 488.000 sono cattolici. Ci sono 11 parrocchie, 57 sacerdoti (42 diocesani, 15 religiosi), 5 fratelli religiosi, 77 suore e 38 seminaristi.

Costa il 50% in più visitare i gorilla di montagna

Foto tratta dal libro Kwizera Rwanda
Le autorità rwandesi hanno deciso di aumentare, a partire dal prossimo 1 giugno,  del 50% il prezzo dei biglietti per la visita ai gorilla di montagna, principale attrazione turistica del paese.I prezzi passeranno così da 500 a 750 dollari  per gli stranieri non residenti e da 250 a 375 dollari per gli stranieri residenti. I rwandesi vedranno il prezzo del biglietto passare da  20.000 franchi rwandesi (circa 33 dollari) a 30.000 franchi (circa 49 dollari) pari allo stipendio mensile di un buon operaio.Le motivazioni addotte dalle autorità rwnadesi per giustificare tale aumento fanno riferimento all'incremento  significativo della popolazione dei gorilla e al dilatarsi del numero di turisti interessati a visitare il parco dei Vulcani, dove vivono circa la metà dei 700 gorilla di montagna ancora esistenti al mondo.

sabato 28 gennaio 2012

Più latte nella dieta rwandese

Mucche da latte a Nyinawimana
La forte diffusione  delle vacche da latte in sostituzione di quelle tradizionali, il cui apporto di latte era pressoché nullo, sta cambiando molti stili di vita della società rwnadese. Attualmente, il 31% del patrimonio zootecnico nazionale è rappresentato da queste nuove razze. A partire dal 2006 il governo ha favorito la sostituzione delle vacche tradizionali con nuove razze, avviando altresì il programma“Gir’inka”  che prevede l’assegnazione di una mucca a ogni famiglia, con l’impegno di chi  ha ricevuto una mucca di dare il secondo vitello  nato a un’altra famiglia  e così via fino ad arrivare a soddisfare tutte le 350.000 famiglie bisognose inserite nel programma. A fine del 2011, sarebbero 106.000 le famiglie povere che hanno già beneficiato di questo programma. Così oggi il possesso di una vacca da latte  comincia a diventare un’aspirazione per molte famiglie che vivono nelle campagne. A questo programma fa seguito l’impegno delle autorità a diffondere il consumo del latte, facendolo diventare un alimento di base, soprattutto nell’alimentazione infantile per combattere la malnutrizione.Il Ruanda produce, per ora,  poco più di  1,8 milioni di litri di latte al giorno, appena sufficiente per combattere la malnutrizione nazionale ma non ancora a un livello tale da poter far entrare il latte come componente dell’alimentazione anche degli adulti.La diffusione delle mucche da latte ha avuto come conseguenza  una diminuzione drastica del numero delle vacche destinate alla macellazione, provocando un significativo innalzamento del prezzo della carne, che nell’ultimo anno è passato da 1500 a 2000 Franchi rwandesi al kilo.Le famiglie che possiedono una vacca da latte, assorbite nella sua cura   abbandonano l’allevamento delle capre creando così ulteriori difficoltà sul mercato della carne a cui per ora non sopperisce l’allevamento dei maiali, la cui carne non entra tradizionalmente tra i consumi della  popolazione rwandese, così come il consumo della carne di pecora, poco diffus e  per tradizione riservata ai batwa. Per sopperire a queste carenze le autorità stanno cercando di introdurre nuove razze di capre e di conigli e a incentivare l’allevamento  dei maiali e regolamentarne la macellazione. Così in attesa che la carne, finora prerogativa delle mense cittadine, possa arrivare anche sulla tavola degli abitanti delle campagne, non solo nelle occasioni di festa, le autorità spingono sul consumo del latte e dei suoi derivati, favorendo anche la realizzazione di centri di raccolta e di lavorazione nelle campagne. 
 

lunedì 23 gennaio 2012

Le scuole confessionali primeggiano su quelle pubbliche

 Venerdì scorso sono stati resi pubblici i  risultati degli esami tenutesi nelle  scuole primarie del paese. Come per il passato è stata l’occasione per stilare una specie di classifica sul livello qualitativo delle varie scuole. Dalla verifica di tali risultati sono emersi due dati molto chiari che evidenziano come le scuole rurali siano mediamente migliori delle più blasonate scuole della capitale e come le scuole emanazione della varie confessioni presenti nel paese, con un menzione particolare per i Piccoli seminari di varie diocesi cattoliche, siano ai primi posti di tali classifiche. I due fenomeni hanno richiamato l’attenzione dei media, tanto che su The New Times di oggi viene dedicato un approfondito commento sul decadimento che ha interessato, nell’ultimo decennio, le scuole della capitale rispetto a quelle rurali, pur potendo contare  su mezzi  decisamente superiori rispetto alle scuole di villaggio e su alunni provenienti da ceti sociali con tenori di vita più elevati rispetto a quelli della campagna. Il commentatore mette poi in rilievo il livello delle scuole di emanazione della Chiesa che riescono a piazzare i loro alunni nelle prime posizioni delle varie classifiche.  Analizzando le possibili cause di questa eccellenza, viene messa in evidenza come le scuole confessionali siano ancora caratterizzate  da buoni  livelli di impegno e disciplina che sembrano mancare nelle scuole pubbliche, specie quelle della capitale dove, oltretutto, fanno la loro comparsa fenomeni negativi  quali la diffusione della droga e dell’alcool. La conclusione del commentatore suona come particolarmente elogiativa per le scuole confessionali: “Forse è giunto il momento per i responsabili politici di considerare la possibilità che  gli stessi valori che abbiamo visto nelle scuole confessionali vengano diffusi  in tutte le scuole pubbliche.  I vantaggi di una tale decisione sembrano di gran lunga superare qualunque possibile  conseguenza negativa che potrebbe conseguire”. Questo riconoscimento dovrebbe essere di stimolo per le autorità ecclesiastiche per rafforzare il loro impegno nel sistema educativo del paese, in particolare nelle scuole superiori e nelle università, per arrivare a formare dei laici capaci di recitare un ruolo significativo nella vita economica e sociale del paese.

domenica 22 gennaio 2012

Il proverbio della domenica

Nyir'ubwenge aruta nyir'uburyo


Meglio essere saggio che ricco

mercoledì 18 gennaio 2012

Si entra in Rwanda con non più di 10.000 dollari

Capita spesso che i volontari impegnati in Rwanda portino al seguito contanti, anche per ammontari significativi, necessari per interventi in loco: una cosa rischiosa da più di un punto di vista. Innanzitutto per il rischio di essere derubati durante il viaggio e, soprattutto, una volta arrivati sul posto.Ci sono poi le violazioni delle norme valutarie italiane che puniscono con sanzioni significative ( 40% dell'importo eccedente il limite autorizzato) esportazioni non dichiarate di importi superiori a 10.000 euro. Da un po' di tempo anche le autorità rwandesi hanno intensificato i controlli alla frontiera per far rispettare la norma antiriciclaggio, entrata in vigore lo scorso anno, che prevede che si possa entrare in Rwanda con un massimo di 10.000 dollari usa al seguito se  non previamente dichiarati.Che le autorità rwandesi facciano sul serio, è provato dal fatto che dal 23 dicembre 2011 al 15 gennaio scorso sono stati sequestrati 1,2 milioni di dollari Usa.Nel complesso la normativa antiriciclaggio non si discosta molto da quella vigente nei paesi occidentali, con l'obbligo anche per gli intermediari finanziari rwandesi di segnalare le operazioni sospette.

lunedì 16 gennaio 2012

Rassegna stampa

Riprendiamo dal mensile di Grosio Il Graffito questa recensione del libro Kwizera Rwanda scritta dal direttore Ivan Mambretti.


sabato 14 gennaio 2012

Iniziati i lavori della linea elettrica di Kiruri

La posa dei pali di sostegno della linea
Ha preso avvio nel mese di dicembre uno dei progetti 2012 dell'Associazione Kwizera Onlus in Rwanda. Si tratta della realizzazione di una linea elettrica che porterà l’elettricità a più di 100 famiglie dell’agglomerato di Rubanda presso Kiruri. Il progetto prevede una linea principale di 1300 metri, con tre derivazioni da 300 metri cadauna, per una lunghezza totale di 2.200 metri. Il progetto richiede un investimento di poco più di 10.000 euro. Le famiglie interessate parteciperannoal progetto con la fornitura di tutti i pali in legno necessari per il supporto della linea. I lavori sono già in fase avanzata, con la posa dei pali e della linea elettrica principale, e si prevede che il progetto si possa concludere entro il prossimo mese.

mercoledì 11 gennaio 2012

Un'opportunità per il Rwanda:il mercato delle commodity

Il documento programmatico stilato nel 2000 dalle autorità rwandesi denominato Vision 2020, contenente le ambiziose ma anche realistiche linee guida che dovevano ispirare lo sviluppo del Rwanda nel ventennio successivo, si concludeva con questa frase “ L’esperienza di sviluppo delle “Tigre asiatiche” prova che questo sogno può realizzarsi”. Negli anni successivi è emerso con evidenza come tra i vari paesi del sud est asiatico, Corea del Sud, Hong Kong, Singapore e Taiwan,  il modello su  cui si sono maggiormente concentrate le attenzioni e le preferenze delle autorità rwandesi sia Singapore. La piccola città stato, con una  superficie di soli 694 km quadrati e cinque milioni di abitanti, è stata portata in un ventennio dal suo padre fondatore e attuale incontrastato padrone, Lee Kuan Yew,  nel giro delle potenze economiche mondiali. Singapore sta all’Asia come il Rwanda  aspirerebbe a essere per il continente africano. Singapore è oggi un centro finanziario a livello mondiale, ma anche polo d’attrazione turistica per l’intera Asia e non solo, con i suoi casinò, parchi divertimento, gran premio di formula 1,  e la più grande struttura  per fiere e congressi del mondo che fa da richiamo anche  per molte società commerciali asiatiche che da qui curano i loro interessi, anche grazie alla posizione strategica del suo porto.
Se è difficile ipotizzare che possa essere copiato il modello di centro finanziario, anche limitatamente al servizio della sola realtà africana, in quanto l’attività finanziaria non comporta necessariamente una vicinanza ai paesi serviti e soprattutto richiede, oltre che professionalità sofisticate. un  contesto di stabilità e sicurezza difficilmente ipotizzabile, ad oggi, nel continente africano, vi è però un comparto in cui si è sviluppata l’economia di Singapore che dovrebbe attirare l’attenzione delle autorità rwandesi. In un’inchiesta dedicata a Singapore sul numero di domenica de Il Sole 24 ore, si scrive che la città stato asiatica “ ha sfruttato la vicinanza con Paesi ricchi di materie prime come Australia, Malesia e Indonesia per sviluppare un efficiente e voluminoso mercato della commodity”. E’ forse in questo settore che il piccolo ma ambizioso Rwanda potrebbe ritagliarsi un ruolo importante come piazza di negoziazione delle materie prime di cui l’Africa, a partire dal vicino Congo, è il vero scrigno del mondo. E’ realisticamente su questo settore, piuttosto che sul più difficile comparto finanziario carente di know how e di materia prima (denaro), che il Rwanda potrà mutuare efficacemente da Singapore questo modello di  business sicuramente alla sua portata.Mettere in piedi  una borsa di scambio per le materie prime a Kigali non sarebbe poi così  impensabile.

lunedì 9 gennaio 2012

20.000 visitatori

Nuova piccola tappa per Albe rwandesi, è stata superata la soglia dei 20.000 visitatori.

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Allarme droga e alcool


La stampa rwandese riporta sempre più spesso notizie di azioni di polizia contro spacciatori di droga. Nell’edizione odierna de The New Times si parla dell’arresto di due giovani a Kayonza che trasportavano sul loro pick up circa 200 chilogrammi di cannabis destinata a Kigali, e del comunicato della polizia riportante il numero di arresti effettuati nei primi dieci mesi dell’anno scorso per reati attinenti la droga: spaccio e consumo.Partiamo da quest’ultima notizia.Ben 2.012 persone sono state arrestate tra gennaio e ottobre, l'anno scorso, sia per spaccio che per consumo di droghe e sono stati sequestrati 2.000 kg di cannabis. Secondo i dati forniti dalla polizia, l’83,7 per cento degli arrestati sono giovani con età compresa tra i 18 e i 35 anni, mentre il 5,5 per cento riguarda minorenni sotto i 18 anni. Non sappiamo dare un giudizio circa la portata dei numeri citati che non lasciano comunque indifferente la polizia che lancia l’allarme su un fenomeno che sembra allargarsi nella società rwandese, tanto da essere ormai in cima alla lista dei reati negli ultimi tre anni.Strettamente legato al problema della droga vi è quello dell’alcolismo con particolare riguardo alla birra di contrabbando chiamata Kanyanga: oltre 707.771 litri di questa birra locale sono stati distrutti nei primi dieci mesi dello scorso anno, con oltre 860 arresti.Come per la droga anche il traffico illecito della Kanyanga è molto diffuso, in particolare nelle zone di confine con l’Uganda, con il coinvolgimento di molte persone, anche con la connivenza di certe autorità locali, come evidenzia l’arresto di taluni loro esponenti, stante la particolare redditività di tale commercio. Secondo la polizia c'è anche un legame tra consumo di Kanyanga e molti casi di rapine e crimini violenti, senza dimenticare che spesso nell’ambiente dei consumatori di birra illegale si diffonde anche la prostituzione. La polizia non nasconde una certa preoccupazione per il diffondersi di droga e abuso di alcool tanto d’aver già messo in campodiverse campagne contro il diffondersi di tali flagelli, soprattutto tra i giovani, arrivando a coinvolgere, anche a livello di villaggio, tutti i possibili protagonisti quali proprietari di bar, capi di base, clero e genitori.

sabato 7 gennaio 2012

Da giugno via tutti gli ambulanti dalle strade di Kigali

Il Kigali City Council (KCC) ha stabilito il prossimo giugno come termine ultimo per tutti i venditori ambulanti di operare per le strade della capitale.   Secondo un censimento effettuato lo scorso anno, sono ancora oltre 6.300 i venditori ambulanti che offrono la loro merce in città: si va dalle donne che offrono frutta e verdura provenienti dalla campagna, ai ragazzi  che offrono oggettistica turistica, la più svariata, piuttosto che cartine geografiche o atlanti del Rwanda. L'estate scorsa ci è capitato di incontrare un gruppetto di ragazze che offrivano camicette e altri abiti in prossimità della nuova City Tower; all'approssimarsi di una coppia di agenti di polizia hanno velocemente  indossato tutto quanto stavano offrendo e si sono dileguate tra i passanti per sfuggire all'inevitabile sazione. Il nuovo provvedimento dell'autorità cittadina prevede la costituzione di punti vendita in cui gli attuali ambulanti potranno offrire la propria merce: Già 1500 venditori sono stati  formati nella gestione d'impresa per aiutarli a formalizzare le loro piccole imprese. Per incentivare questa trasformazione sarà anche offerto un anno di  franchigia fiscale.   "L'attività di vendita ambulante è illegale ed è a questo proposito che noi incoraggiamo tutti i venditori ambulanti della città a rispettare le norme e i regolamenti riguardanti il ​​modo di procedere in qualsiasi attività commerciale, per essere pronti a lavorare nei mini market che la città ha preparato per loro, perché questo li aiuterà a migliorare la loro vita quotidiana, socialmente ed economicamente " ha detto un responsabile comunale. In compenso la città, secondo le intenzioni della municipalità dovrebbe diventare più pulita e sicura. Rimarranno escluse da questi interventi le molte giovani donne, con i loro bambini portati sulle spalle, che spesso s'incontrano in città alla ricerca di un'offerta per poter mangiare; per loro sarà dura, da giugno, sfuggire ai solerti vigili urbani.

domenica 1 gennaio 2012

La rivincita della medicina tradizionale

Insegna di un guaritore (foto di don G. Bucchianeri)
La medicina tradizionale rwandese tenta di uscire allo scoperto e togliersi di dosso il rischio di essere confusa con la stregoneria. E’ di ieri la notizia che, nella zona di Nyagatare, i praticanti della medicina tradizionale hanno costituito un’associazione sindacale per tutelare la categoria. I guaritori tradizionali, riuniti nell’ AGA Ruanda Network, lavorano con il permesso del Ministero della Sanità. In una recente manifestazione-fiera, molti guaritori tradizionali erano orgogliosi di spiegare quello che fanno a coloro che visitavano i loro stand.Uno di questi guaritori tradizionali racconta di ricevere in casa, con tanto di camice bianco, i propri pazienti per effettuare un consulto ed emettere una diagnosi, prescrivendo le medicine necessarie preparate secondo precise ricette con erbe medicinali. Se ritengono di non essere in grado di curare il paziente, i guaritoti lo mandano tranquillamente all’ospedale. La popolazione nutre ancora molta fiducia in questi guaritori e nei loro rimedi, piuttosto che nella moderna medicina.Lo sdoganamento dei rimedi tradizionali, fino a poco tempo fa venduti in maniera informale per le strade o in case private, si era già avuta con il riconoscimento e l’ufficializzazione delle farmacie di medicina tradizionale, soprattutto nelle aree urbane. Qui in locali, che non hanno nulla da invidiare alle moderne farmacie, si trovano piccole bottiglie pulite, ordinate e con tanto di etichetta dove è scritto quanto serve:le malattie trattate, la scadenza e l'indirizzo del fornitore e le erbe che formano il farmaco, reperibili allo stato naturale ma anche coltivate in specifici giardini botanici allestiti appositamente. Questi negozi sono contrassegnati da cartelli che specificano le patologie trattate: per esempio l'ipertensione piuttosto che l'avvelenamento. Guaritori e rimedi tradizionali hanno trovato, nel settembre scorso, un momento significativo di riconoscimento nella Giornata Africana della Medicina Tradizionale.
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