"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 19 maggio 2013

Paul Kagame come sir Alex Ferguson?

Può l’uscita di scena si Sir Alex Ferguson,  manager calcistico del Machester United, ritiratosi dopo 27 anni di gestione vincente del prestigioso team britannico, offrire qualche spunto al dibattito in corso in Rwanda sulla successione del presidente Paul Kagame nel 2017? Sì, secondo il recente intervento del mai banale editorialista de The New Times, Sunny  Ntayombya. Quando Ferguson diventa direttore nel 1986,  trovando una squadra che viveva sulle glorie del passato, con giocatori ormai imbolsiti, mette mano alla ricostruzione del team, con pazienza e fermezza, attraverso lo scouting e la valorizzazione dei giovani e una gestione decisa dello spogliatoio.Quindi, dopo tredici trofei Premiership, due Champions, cinque Coppe d'Inghilterra, dieci Charity Shields, una Coppa delle Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA, una Coppa Intercontinentale e un Mondiale per Club FIFA, Ferguson decide di ritirarsi non prima però di aver designato il proprio  successore. E qui cominciano per Sunny Ntayombya le similitudini fra Sir Alex,  the boss of United, e il presidente Kagame, the CEO of Rwanda Inc..Entrambi oggetto di studio presso la Harvard Business School per la loro leadership esemplare e per i loro successi, frutto di un percorso dalle forti analogie nei modi di ricostruire le rispettive "squadre, gestire le turbolenze dei rispettivi spogliatoi (giocatori o ministri), nell’individure nei giovani la chiave del successo, nel tener testa ai leader (allenatori o governanti) dei rispettivi competitors. Accomuna i due anche il disonrientamento creatosi tra i loro fan quando si è affacciata la prospettiva  di dover lasciare il posto di comando, per limite di età o per fine mandato, e dover  individuare un successore.I tifosi del Manchester United hanno già dovuto rassegnarsi a questo evento,   consolandosi con il fatto che la decisione di Sir Alex sia venuta con un Manchester al top, con  una società organizzata in grado di garantire una competitività  nel tempo, e, da ultimo, con la decisione di scegliere  un degno  successore in grado di garantire futuri successi nel solco della tradizione.
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L'editorialista  conclude sostenendo che se parlare ora del ritiro di Kagame è un po' prematuro, il futuro post-Kagame vada comunque  affrontato come sta facendo sulle colonne de The New Times il prof  Manasse Nshuti, Presidente della holding Crystal Ventures Ltd. ,  che in maniera articolata, siamo già alla dodicesima puntata, e acuta va preconizzando per l'appuntamento del 2017  un "Cambio nella stabilità e continuità" ( senza rinunciare, a quanto è dato capire,  alla leadership di Kagame). Lo stesso modello che discende dalla lezione che ci manda sir Alex : cambiare nella stabilità e continuità con quel mix vincente che ha caratterizzato la gestione della squadra inglese. 
Poiché per ogni amante del calcio, e ce ne sono tanti anche in Rwanda, questo magnifico gioco non ha segreti e tutti sono in grado di capirne le dinamiche e coglierne le metafore -  oggi il Manchester United ha un nuovo manager - ci chiediamo se l’intervento  del bravo Sunny  si configuri come un metaforico brillante assist o come  un altrettanto metaforico clamoroso autogol.

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