Gentile Signora
Dott.sa Cécile
Kyenge Kashetu
Ministro per l'Integrazione
Innanzitutto ci fa
piacere sapere che possiamo dire di Lei che è il primo ministro nero nella
storia del governo italiano e non essere costretti a ricorrere, come abbiamo
fatto nel nostro precedente
post e di questo ce ne scusiamo, a uno scontato "di colore".
Un'altra Sua
affermazione ci ha però colpito. Affermare che più che ministro
dell'integrazione vorrebbe essere il ministro dell'interazione " se vogliamo
nuova coesione sociale bisogna conoscere le persone e le culture e insieme
ripartire. Finché avremo frontiere, di qualunque tipo, è difficile fare un
percorso".
Proprio
su questo concetto vorremmo intrattenerLa, anche se forse la materia non è
di Sua esclusiva pertinenza: come può esserci interazione stante
l’attuale regime estremamente restrittivo regolante l’ingresso in Italia di una
persona proveniente da un paese extracomunitario desiderosa
di venire, legittimamente, nel nostro paese anche
solo per un breve soggiorno.
Come
noto, il rilascio dei visti da parte delle nostre rappresentanze all’estero è
normato da precise e articolate direttive di carattere europeo che lascerebbero
supporre che disponendo dei requisiti richiesti, il richiedente possa aspirare
a ottenere il visto. In realtà, il paese comunitario conserva la
discrezionalità circa il rilascio. Si può ben comprendere come simile legittimo
strumento si trasformi, in mano alla nostra burocrazia consolare, in
una fonte inesauribile di arbitrii, abusi e malversazioni. Lei stessa, forse,
potrebbe esserne stata testimone diretta in tempi lontani, anche se proprio in Africa due episodi assurti
all’onore delle cronache, presso le nostre sedi diplomatiche di Lagos e
di Nairobi,
si sono premurati di testimoniare come certe pratiche odiose non siano mai
cessate e probabilmente mai cesseranno fin quando si manterrà l'attuale
indirizzo. Le
sarà certo evidente come molti di coloro che si vedono rifiutato un
visto, magari in forme non propriamente trasparenti, appena usciti dall'ambasciata
con la lettera di rifiuto si metteranno immediatamente alla ricerca di
qualche scorciatoia per entrare in Italia in altra maniera. E magari
troveranno immediatamente fuori dell'ambasciata chi è pronto, dietro cospicuo
pagamento, a trovare strade alternative per arrivare in Italia. E’
palese come i due fatti siano intrinsecamente connessi. Tanto più saranno
restrittivi i criteri con cui vengono rilasciati i visti d’entrata, tanto
maggiore sarà il numero dei disgraziati che saliranno sulle carrette
del mare per approdare sulla terraferma italiana, a rischio della
loro stessa vita, e finire quale oggetto d’intervento del Suo Ministero. Proviamo
allora a vedere se esista qualche reale possibilità per creare i presupposti
affinchè quel Suo auspicio iniziale possa realizzarsi. Tralasciando le altre diverse
tipologie di visto d’entrata, desideriamo soffermarci qui a quello più comune,
quello turistico, usato non tanto per visitare le bellezze del nostro paese, ma
per allacciare e proseguire rapporti, coltivare amicizie che potrebbero portare
a più consolidati legami, conoscere nuove persone, confrontarsi con un’altra
cultura, iniziare l'apprendimento della nostra lingua, sondare possibilità di
future opportunità lavorative, in una parola.... iniziare un percorso. Per
tale fattispecie è prevista, per chi non sia esponente dell’élite politica o
economica del paese d'origine, la figura dell’italiano che invita lo straniero,
garantendogli un alloggio, le necessarie garanzie finanziarie, l’assicurazione
sanitaria e, ove necessario, l'interfaccia con gli organi di pubblica
sicurezza. Un connazionale diventa nei fatti un garante dell’extracomunitario
che entra in Italia e conseguentemente ove, alla scadenza del visto, l’ospite
non rientrasse nel paese d’origine (la più ricorrente delle causali usate dalle
autorità consolari per rifiutare un visto) le autorità competenti, con i
necessari strumenti normativi, avrebbero ben chiaro la persona su cui rivalersi
con adeguati interventi sanzionatori atti a disincentivare qualsiasi abuso. Una
semplice regolamentazione di simile fattispecie, tendente a responsabilizzare
l'italiano ospitante, sarebbe più che sufficiente per
tranquillizzare, circa il rientro alla scadenza del visto, chi è
chiamato a rilasciare un visto temporaneo e rendere il nostro paese un
paese civile e aperto al confronto con le persone, di qualunque colore esse
siano. Nel momento in cui abbiamo la fortunata coincidenza che anche il
Ministero degli Affari Esteri è retto da una donna, potrebbe crearsi una
favorevole alchimia che permetta di approntare
una migliore regolamentazione di quella famosa
discrezionalità che gli uffici consolari hanno fino ad oggi elevato a
vera e propria barriera per tenere separati paesi, culture e persone.
Sarebbe
già un primo importante passo verso l'interazione.
Un cordiale saluto e un augurio di buon lavoro.
2 commenti:
Parlo per esperienza diretta. Ad una mia amica, all'ambasciata italiana è stata richiesta una "mazzetta" esorbitante, lasciando intendere che se vai in Italia è per prostituirti e allora facciamo a metà....
In questo modo le nere che vengono in Italia sono selezionate...
Ho poi risolto il problema io con cauzione, assicurazione e tanto tempo.
Certo che i politici italiani ed i loro rappresentanti non fanno una bella figura in giro per il mondo.
Parole sante.
Il problema dei visti è una tema sinceramente inconcepibile a livello concettuale.
E'francamente impensabile intervenire nella vita delle persone negandone di fatto, se non la felicità stessa, quantomeno la possibilità di inseguirla, adducendo motivazioni etico politiche di sicurezza nazionale sulla base di quattro scartoffie e due fotografie.
Insomma, caro burocrate, tu stai negando il visto ad una persona che non hai mai visto!
L'incontro tra culture diverse, l'interscambio tra le persone è una possibilità di crescita per tutti.
Insomma è un'occasione unica di progresso globale per tutti i popoli, e perdipiù a costo zero.
La libera circolazione delle genti è un fiume in piena per cui non esistono né argini nè dighe, e pensare di erigerli è pura miopia.
Cari governanti di tutto il pianeta, è ora di ascoltare l'urlo che viene dall'anima del mondo
Posta un commento