"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


venerdì 6 marzo 2015

The Times contesta la "politica estera parallela" di Tony Blair in Rwanda


La "politica estera parallela" di Tony Blair in Rwanda mina l'azione del ministero degli Esteri britannico in quel Paese: è l'accusa che 'The Times' rivolge all'ex premier con la pubblicazione di alcuni dati relativi ai rapporti tra la sua fondazione l'AGI-African Governance Initiative (vedi post del 2011) ed il presidente rwandese Paul Kagame. Dopo che di recente il governo non aveva risposto alle richieste della stampa sull'attivismo dell'ex premier (vedi post) in Rwanda, ora il quotidiano londinese cita un telegramma dell'Alto commissario per il Rwanda, Nicholas Cannon, secondo cui l'ex primo ministro ha compiuto sei visite da quando ha lasciato Downing Street, "con un attivismo senza precedenti". E la sua fondazione, la "AGI-African Governance initiative",  ha dodici dipendenti, a fronte dei soli quattro della Alta commissione, tutti "bene inseriti nelle istituzioni locali", oltre a disporre di un budget non indifferente: un milione di sterline (1,2 milioni di euro) messi a disposizione da Lord Sainsbury, proprietario di una delle più grandi catene di supermercati nel Regno Unito. Un contributo grazie al quale, viene spiegato dal quotidiano, avrebbe avuto contatti ad alto livello in Rwanda per la conclusione di accordi economici e commerciali.     Una situazione che fa storcere il naso al Foreign Office: mentre la posizione ufficiale del Regno Unito è stata di condanna per il governo rwandese. "Così non si può andare avanti. Non è possibile avere politiche estere parallele", si lamenta David Amess del Partito conservatore, mentre in un corsivo il Times ribadisce che "una politica estera ombra non è una cosa salutare e rischia seriamente di danneggiare il peso del Regno Unito". Ma la Fondazione di Blair smentisce le accuse in una nota, in cui conferma di "lavorare al fianco del Rwanda per ridurre la povertà di quel Paese".

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