Questa splendida poesia ci viene segnalata dal silenzio
claustrale di un monastero di benedettine. E' l'inno alla donna africana
scritto da Elisa Kidane', una suora comboniana di origine eritrea. La poesia
viene qui riproposta, in un video ripreso da You tube, sulla musica del
Padre nostro in swahili con una dedica particolare a tutte le mamme dei Paesi
in guerra e in particolare alle madri del Kivu che con amore e coraggio
continuano a donare e custodire la vita dagli orrori della guerra avvolgendola
nei colori dei loro pagnes in un abbraccio di ostinata speranza.
claustrale di un monastero di benedettine. E' l'inno alla donna africana
scritto da Elisa Kidane', una suora comboniana di origine eritrea. La poesia
viene qui riproposta, in un video ripreso da You tube, sulla musica del
Padre nostro in swahili con una dedica particolare a tutte le mamme dei Paesi
in guerra e in particolare alle madri del Kivu che con amore e coraggio
continuano a donare e custodire la vita dagli orrori della guerra avvolgendola
nei colori dei loro pagnes in un abbraccio di ostinata speranza.
Qui di seguito riportiamo il testo della poesia.
Avanzi
maestosa,
più che regina,
e nei tuoi occhi
riflessa sta
una forza
a te solo conosciuta.
E vai,
macinando miglia
ingoiando polvere
caricando pesi
coltivando sogni.
E vai
con passo fermo,
segnando tappe
per capitoli nuovi
di un libro antico.
E continui
ad andare,
instancabile
venditrice
di speranza.
Non importa
se la pioggia
inzuppa le tue ossa,
se il sole
brucia l’anima tua
se la polvere
impasta il sudore.
Nei tuoi occhi gentili
riflessa sta
una meta
a te solo conosciuta.
E vai
incontro alla notte.
Ad attenderti
le stelle,
impazienti di danzare
al ritmo dolce
del tuo cuore.
Poi
prima che spunti il sole,
riprendi il cammino
anticipando l’alba
generando aurore
inventando futuro.
E l’Africa tutta
vedendoti avanzare
all’orizzonte,
maestosa,
più che regina,
rinnova,
la fede
nel Dio della Vita.
E vai
carica
di sogni e popoli,
riflessi
nei tuoi occhi dolci
di Madre d’Africa
e ostinata custode
dell’umanità.
maestosa,
più che regina,
e nei tuoi occhi
riflessa sta
una forza
a te solo conosciuta.
E vai,
macinando miglia
ingoiando polvere
caricando pesi
coltivando sogni.
E vai
con passo fermo,
segnando tappe
per capitoli nuovi
di un libro antico.
E continui
ad andare,
instancabile
venditrice
di speranza.
Non importa
se la pioggia
inzuppa le tue ossa,
se il sole
brucia l’anima tua
se la polvere
impasta il sudore.
Nei tuoi occhi gentili
riflessa sta
una meta
a te solo conosciuta.
E vai
incontro alla notte.
Ad attenderti
le stelle,
impazienti di danzare
al ritmo dolce
del tuo cuore.
Poi
prima che spunti il sole,
riprendi il cammino
anticipando l’alba
generando aurore
inventando futuro.
E l’Africa tutta
vedendoti avanzare
all’orizzonte,
maestosa,
più che regina,
rinnova,
la fede
nel Dio della Vita.
E vai
carica
di sogni e popoli,
riflessi
nei tuoi occhi dolci
di Madre d’Africa
e ostinata custode
dell’umanità.
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