Deve aver suscitato qualche
sorriso beffardo sul viso di tanti autocrati africani la notizia che la
cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha sciolto la riserva decidendo di
candidarsi nel 2017 per la quarta volta a cancelliera, naturalmente al solo scopo di“continuare a servire ancora per quattro anni la Germania” . E’ dal novembre del 2005,
quando l'allora 51enne leader della Cdu, il partito cristiano-democratico
tedesco, fu chiamata a formare il suo primo governo, che non ha più lasciato la
sua poltrona. Seppur in un contesto costituzionale totalmente diverso dotato di pesi e contrappesi, dove peraltro i
cancellieri precedenti sono stati al potere anche 16 anni di seguito, siamo in
presenza di una cancelliera che è al potere da un lasso di tempo inferiore di solo due anni a quello del presidente
rwandese, ma anche di altri esponenti africani.Di fronte a questo esempio proveniente
da una delle democrazie dell’occidente, risulta meno facile, per lo meno agli
occhi degli interessati e magari della loro gente, impartire lezioni di democrazia a quegli autocrati africani che brigano
per togliere, naturalmente passando al vaglio elettorale della propria gente, dalle rispettive costituzioni i limiti ai mandati presidenziali, magari complessivamente inferiori alla durata in carica della dama di ferro tedesca. D’altronde, anche per la Merkel, proprio come per i suoi colleghi africani, la
parola d’ordine è sempre la stessa: come può andare avanti il paese in questi momenti difficili senza di me che ho ancora molto da dare alla mia gente?
Naturalmente abbiamo scherzato....... ma non troppo!
Naturalmente abbiamo scherzato....... ma non troppo!
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