Il 1 settembre a Bruxelles, Rwanda e Kenya hanno firmato un
Accordo di partenariato economico, cosiddetti Ape/Epa, che dovrebbero
permettere ai due paesi di esportare i propri prodotti in Europa senza
l’applicazione di imposte.
Tali accordi avrebbero dovuto essere approvati il 18 luglio scorso dall’intera
Comunità dell’Africa orientale (Eac) di cui i due paesi fanno parte, ma la firma era stata sospesa in seguito alla richiesta della
Tanzania di avere più tempo per valutare le conseguenze dell’uscita
dall’Ue della Gran Bretagna. L’Uganda aveva fin da subito espresso la volontà di
adottare una posizione comune, preferendo rimandare la firma degli accordi
piuttosto che compromettere il processo di integrazione regionale tra i paesi
dell’Africa orientale. L’argomento è stato trattato ieri al vertice dell’EAC
che si è tenuto a Dar es Salaam, Tanzania, in cui gli altri capi di stato, che
ancora non hanno firmato l’accorodo, hanno richiesto altri tre mesi per approfondire alcune delle questioni controverse tra alcuni
Stati partner prima di considerare la firma dell'accordo. L'accordo tra EAC e UE, oggetto di negoziato dal
2007 e autorizzato dal Consiglio europeo nel luglio scorso, punta a garantire una maggiore integrazione
regionale e lo sviluppo economico dei paesi firmatari e conferma l’esenzione
totale ai prodotti importati nei mercati della Ue sulla base del principio di
apertura asimmetrica.L’accordo contiene anche clausole di salvaguardia tali da
consentire ai paesi africani di alzare i dazi su quelle importazioni dall’Ue
che aumentino in misura tale da mettere a rischio la sopravvivenza
dell’industria locale.
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