Tra le diverse iniziative messe in atto dalla Chiesa rwandese, nella sua ormai ultracentenaria attività nel sociale, merita di essere segnalata la realizzazione di una struttura creditizia: il Réseau Interdiocésain de Microfinance – RIM. Costituita nel maggio 2004 con un capitale sociale di 140 milioni di Frw sottoscritto dalle nove diocesi rwandesi e dalla Caritas Rwanda ( successivamente è entrata nel capitale anche la Compagnia di assicurazioni di emanazione ecclesiale, CORAR), la banca è attiva nell'erogazione del credito, nella particolare forma della microfinanza, sulla linea dell'esprienza del microcredito diffusasi in tutto il mondo sull'onda del successo dell'esperienza della Grameen Bank messa in atto in Bangladesh dal premio nobel per la pace M. Yunus.
Partita nel’autunno del 2004 con l’apertura di dodici sportelli sul territorio rwandese, ha scontato l’inevitabile rodaggio iniziale, sia a livello organizzativo che nel far conoscere la cultura del credito tra la popolazione. Alcune difficoltà emerse intorno al 2007, per la cui soluzione ci eravamo adoperati portando la disponibilità di un’istituzione di banche popolari di un paese europeo a fornire qualche forma di supporto ( proposta peraltro lasciata cadere), sembrano ormai superate alla luce dei risultati che la banca ha presentato nei giorni scorsi. Infatti, l’esercizio 2012 si è chiuso con un risultato netto di 184,5 milioni di Frw, tanto che gli amministratori prevedono che il prossimo esercizio potrebbe portare alla distribuzione di un dividendo tra i soci. I principali dati di bilancio del 2012 evidenziano una raccolta di risparmi presso la clientela di Frw 3,3 miliardi ( +13% sul 2011), suddivisa su 104.500 clienti, con un deposito medio di Frw 31.000, crediti accordati ammontanti a Frw 5,4 miliardi ( +34% sul 2011), e crediti in essere per Frw 2,5 miliardi (+ 37%), suddivisi su
14.500 clienti, divisi a metà tra operatori del commercio e agricoltori, con un
importo medio di oltre 170.000 Frw, livello che sembrerebbe non potersi
definire da microfinanza, ma che sconta
forse la modalità di finanziare prevalentemente gruppi associativi (Assofi).Purtroppo, per un giudizio completo sui risultati, ci mancano diversi dati a cominciare dal dato delle sofferenze bancarie, cioè dei crediti che non verranno restituiti, che già nel 2011 la banca denunciava, con preoccupazione, ammontare a Frw 629 milioni, e da quello degli eventuali accantonamenti effettuati per affrontare tale fenomeno. Un problema quello dei crediti che non saranno restituiti di cui il settore deve tener debito conto ( vedi nostro precedente post) e che la Banca Nazionale cerca di tenere sotto costante controllo imponendo per le sofferenze un limite massimo del 5% dei crediti in essere, anche se il dato può essere decisamente fuorviante in presenza di forti dinamiche nell’incremento dei crediti concessi. A sottolineare la delicatezza del problema, basterà pensare come l’attuale patrimonio della banca, ammontante a Frw 908 milioni (+ 43%), non possa essere ritenuto del tutto tranquillizzante se raffrontato al dato appena richiamato dello stock delle sofferenze in essere. E’ quindi probabile che prima di erogare dividendi si debba pensare a destinare gli utili della gestione a un rafforzamento patrimoniale ulteriore che consenta di far fronte alle richiamate criticità. Nel contempo la banca procede nel migliorare gli assetti organizzativi attraverso l’informatizzazione delle principali attività bancarie, mentre la rete di sportelli sul territorio copre 28 dei trenta distretti e il 76% delle parrocchie rwandesi. Va infine sottolineato come la banca RIM detenga il 6% del mercato dei depositi bancari di tutte le 490 istituzioni di microfinanza presenti in Rwanda.
Lo sportello RIM di Nyinawimana |
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