Stabilimento C & H Garments LTD (D.Nzohabonimana) |
L’avanzata degli investimenti cinesi in Rwanda nel comparto
manifatturiero prosegue in maniera spedita. E’ la volta dell'Huajian Group, importante esportatore cinese
di scarpe da donna di fascia alta , che ha firmato un memorandum d'intesa, il 10
settembre scorso a Kigali, che prevede un investimento complessivo di 1 milione
di dollari in 10 anni, con la creazione di 20.000 posti di lavoro. La fabbrica
rwandese è destinata alla produzione di scarpe, abiti, borse, ma anche
apparecchiature elettroniche. Alla fine dell'anno in corso, Huajian Group
intende formare i primi 200 addetti per avviare l'impianto nell'aprile 2018. Conosciuta
per i suoi grossi investimenti in Etiopia dove produce scarpe ora vendute sui
mercati occidentali, l'azienda afferma di essere stata attratta dalla qualità della governance. "Negli
ultimi tre giorni ho avuto l'impressione che il Rwanda assomigli a un qualsiasi
paese europeo, perché esiste un governo efficace, esercitante una buona
gestione", ha detto il presidente del Gruppo, Zhang Huarong. L’investimento
del Huajian Group fa seguito a quello, del tutto analogo, della società cinese C & H Garments LTD, anche questa attiva in Etiopia
come uno dei maggiori produttori di
scarpe dell'Africa sub-sahariana, che dal 2015 opera, nell’area industriale speciale di Kigali, con uno stabilimento dove si
producono capi di abbigliamento per l’export
e per il mercato interno, con una forza lavoro di un migliaio di addetti in
crescita, essendo prevista l’apertura di una nuova fabbrica con la creazione di
5.000 nuovi posti di lavoro. I
richiamati investimenti cinesi s’inquadrano nel progetto perseguito dalle
autorità rwandesi di rafforzamento del "Made in Rwanda", come strumento
per perseguite la propria strategia di
sviluppo del proprio mercato di esportazione di manufatti che affianchino i
tradizionali the e caffè. In linea anche con le raccomandazioni della Banca
Mondiale che nella sua ultima relazione sull'economia rwandese, pubblicata la
scorsa settimana, ha invitato il governo a riconoscere il potenziale di
crescita delle esportazioni di prodotti finiti a beneficio dell'intera
economia.
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