"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


sabato 8 aprile 2017

Metano e idroelettrico per il futuro energetico del Rwanda

Elettrificazione rurale a Kiruri
Nell'ultima settimana il Rwanda ha siglato due importanti accordi funzionali a garantire il soddisfacimento del fabbisogno energetico del paese nell'immediato futuro.Il primo accordo ha visto come controparte la Repubblica Democratica del Congo e come oggetto la prospezione dei fondali del lago Kivu che i due paesi condividono. In caso di prevedibili ritrovamenti, l'accordo prevede lo sfruttamento  in comune dei giacimenti individuati. Già ora, il Rwanda estrae dai fondali del lago gas metano che viene utilizzato per l'alimentazione di una centrale elettrica.
Il secondo accordo, siglato con Tanzania e Burundi, prevede la costruzione di una centrale idroelettrica sulle cascate Rusumo, al confine tra i tre paesi.Il progetto, finanziato dalla Banca Mondiale, dovrebbe permettere ai tre paesi vicini di condividere equamente 80 megawatt (MW) di energia elettrica.L'impianto prevede la realizzazione di mini-dighe sul fiume Kagera da parte  di due consorzi, uno cinese e l'altro composto da aziende tedesche e indiane, per un investimento complessivo che dovrebbe aggirarsi attorno a 340 milioni di dollari.Ricordiamo che il Rwanda ospita anche il più grande insieme di pannelli solari ( 28.360 pannelli su 20 ettari) installati in Africa, al di fuori Sud Africa e Mauritius, che con una capacita' di 8,5 mega watt garantisce il soddisfacimento del 6% del fabbisogno nazionale.L'impianto è stato realizzato nel 2015 dalla società olandese Gigawatt Global una multinazionale specializzata nello sviluppo e gestione di energia solare nei mercati emergenti, utilizzando pannelli prodotti dalla società israeliana Energiya Global.

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