Quando il presidente Paul Kagame ha
appreso dell'accaduto non ci ha pensato due volte e ha sollevato dall'incarico
il Ministro per gli affari dell'Africa orientale EAC, signora Monique
Mukaruliza, per inadeguatezza al ruolo. Analoga sorte è toccata
anche al segretario permanente presso lo stesso ministero, Bill Kayonga.La
goccia che ha fatto traboccare il vaso, provocando il drastico intervento
presidenziale, è stata la cattiva organizzazione di un incontro regionale
tenutosi a Kigali, sotto gli auspici della Comunità dell'Africa orientale,
culminata nell'increscioso incidente che ha visto numerosi delegati
stranieri lasciati soli per ore all'aeroporto internazionale di
Kigali, senza che nessuno del ministero si preoccupasse della loro accoglienza.
Kagame non ha gradito il vulnus all'immagine del paese ed è intervenuto
prontamente con il suo ben noto piglio. Non è la prima volta che si
assiste al cambiamento di un ministro da parte del presidente, a cui la
costituzione riconosce i necessari poteri. Si veda al riguardo il famoso caso
del ministro della gioventù di cui parlammo in un nostro
post ripreso anche da Marco Travaglio
in un suo editoriale su Il Fatto
quotidiano. La differenza è che questa volta Kagame ha voluto far conoscere
le motivazioni sottostanti al provvedimento, stigmatizzando l'inefficienza che
ha caratterizzato il ministero. Un fatto che in Italia sarebbe passato
tranquillamente in cavalleria, in Rwanda viene gestito nei modi che abbiamo
visto. Il caso del ministro silurato andrà così sicuramente ad arricchire l'aneddotica
che concorrerà a consolidare l'immagine di cui il Rwanda gode su certi
media internazionali.
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