"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


mercoledì 8 aprile 2020

La scomparsa per Covid di don Renato Lanzetti, vicario episcopale della diocesi di Como e amico dell'ass. Kwizera

Mons. Renato Lanzetti
E’ morto oggi, vittima del Covid19, don Renato Lanzetti, 69 anni originario di Torre Santa Maria, vicario generale della Diocesi di Como. Ricoverato inizialmente al Valduce di Como, in condizioni non preoccupanti,  la sua situazione si era andata aggravando fino a richiedere il suo trasferimento al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Vigevano. Mons Lanzetti era vicario generale dal primo settembre 2017, quando il vescovo monsignor Oscar Cantoni l’aveva chiamato a Como da Grosio, dove era parroco dal 2009, accompagnando la sua scelta con queste parole rivolte ai grosini: «Non è un motivo di amicizia o opportunità o di calcolo quello che mi ha portato a scegliere il vostro parroco: lo Spirito Santo, mentre mi chiarivo quali caratteristiche avrei cercato nel nuovo vicario generale, mi ha fatto giungere a Grosio e mi ha fatto trovare proprio ciò che cercavo. Sono grato a don Renato per aver accettato un incarico così gravoso, ma anche a voi grosini per avermi fatto trovare pronto e plasmato l’uomo che serviva a me e a tutta la nostra Diocesi».
Lo ricordiamo come persona riservata e di poche parole, ma guida sicura ed esemplare nella fede. Caratteristiche che hanno convinto il vescovo Oscar a chiamarlo al suo fianco come proprio vicario, in un ruolo che oltre le doti organizzative, che a don Renato non  mancavano certo, richiede riservatezza, indipendenza di giudizio e una spiccata carità cristiana. Tutte doti che don Renato ha saputo declinare innervandole  con uno spiccato spirito di umiltà. Lo vogliamo ricordare con le parole con cui si era accomiatato dalla comunità di Grosio, lasciando una sorta di testamento spirituale, quanto mai attuale: «Non è possibile rinunciare alla messa domenicale se si vuole essere autentici discepoli del Signore. Amate e custodite le vostre famiglie, diffondete e alimentate il dialogo sincero di coppia. Amate la vostra comunità arricchendola con la vostra attiva presenza di opere di bene a vantaggio di tutti. Nel giorno nel quale ho fatto il mio ingresso a Grosio ho detto che avevo il sogno che il Signore concedesse a questa comunità, come ad altre, qualche vocazione sacerdotale, missionaria. Questo sogno ce l’ho ancora, non si è spento. Vi chiedo di pregare per me perché il compito che il vescovo mi affida è delicato e impegnativo. Che io possa svolgerlo con fedeltà». Lo vogliamo ricordare qui anche come grande e discreto amico dell’ass. Kwizera, a cui, quando era parroco di Grosio non ha mai fatto mancare la sua simpatia e il sostegno materiale con significativi contributi annuali. Perdiamo un amico, la cui memoria ricorderemo in Rwanda nella Chiesa di Bugarama, accanto agli altri sacerdoti amici dell’associazione.   

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