Partiti
con la compagnia KLM da Milano-Malpensa alle 6,30, con scalo di poco
più di un'ora ad Amsterdam, arriviamo a Kigali alle 19 di sera,
un'ora avanti rispetto a noi.Il sole è tramontato da tempo ed è
ormai buio pesto. Siamo all’equatore e quindi la giornata è di 12
ore di luce e 12 ore di buio tutti i giorni dell’anno, con il sole
che sorge verso le 6/6,30 e tramonta verso le 18,30 con l’immediata
discesa delle tenebre, pur nell’alternarsi delle stagioni. Appena
sbarcati bisogna adempiere al pagamento della tassa d’ingresso di
30 dollari, ma non è più richiesta, come in passato, la
compilazione di un questionario in cui bisognava fornire tutte le
informazioni del caso su cosa si veniva a fare, dove si alloggiava,
chi erano i referenti locali: un grosso passo avanti fatto dal
governo ruandese che, pur particolarmente attento a ciò che succede
sul proprio territorio, ha avuto il coraggio di queste forme di
attenuazioni dei controlli. Questa volta KLM, solitamente
efficiente, ci riserva il brutto scherzo di aver disguidato le due
valige al seguito; ci toccherà tornare all'indomani. Ci consola il
fatto che questo viaggio è costato solo poco più di 400 euro,
quando negli anni scorsi si era partiti da oltre 800 euro per poi
scendere, grazie anche all'affacciarsi sulla tratta per Kigali di
altre compagnie; ad oggi oltre KLM ci sono altre 5 compagnie che
effettuano collegamenti con il Rwanda.Prima di uscire dall’aeroporto,
un’altra sorpresa, ci si imbatte anche in cartelli che ricordano
che in Rwanda non si possono utilizzare le borse di plastica, pena
salatissime multe. A breve entrerà in vigore una nuova legge che
proibirà addirittura l'utilizzo di vari oggetti di plastica monouso
come:bicchieri di plastica, auricolari, posate,cannucce e bottiglie
PET per acque e bevande analcoliche. All’uscita dall’aeroporto lo
spettacolo di anno in anno muta: da quella prima volta nel 2003 in
cui l’illuminazione della capitale era così limitata che quasi si
riuscivano a contare le case illuminate. Questa volta gli onori di
casa della capitale li fa la sagoma illuminata del nuovo Kigali
Convention Centre (KCC), una struttura ultra-moderna la cui cupola
imponente, che è facile prevedere diventerà un simbolo di Kigali,
si ispira alle capanne tradizionali del Rwanda, mentre il vicino
l'hotel Radisson è 'avvolto' in bande multicolori, che rappresentano
i cestini ruandesi. Accolti dai nostri amici ruandesi, prendiamo
immediatamente la via verso Byumba, nel nord del Paese, che sarà la
base operativa della nostra missione.
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