"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


giovedì 31 gennaio 2019

Diario di Viaggio 2019


Partiti con la compagnia KLM da Milano-Malpensa alle 6,30, con scalo di poco più di un'ora ad Amsterdam, arriviamo a Kigali alle 19 di sera, un'ora avanti rispetto a noi.Il sole è tramontato da tempo ed è ormai buio pesto. Siamo all’equatore e quindi la giornata è di 12 ore di luce e 12 ore di buio tutti i giorni dell’anno, con il sole che sorge verso le 6/6,30 e tramonta verso le 18,30 con l’immediata discesa delle tenebre, pur nell’alternarsi delle stagioni. Appena sbarcati bisogna adempiere al pagamento della tassa d’ingresso di 30 dollari, ma non è più richiesta, come in passato, la compilazione di un questionario in cui bisognava fornire tutte le informazioni del caso su cosa si veniva a fare, dove si alloggiava, chi erano i referenti locali: un grosso passo avanti fatto dal governo ruandese che, pur particolarmente attento a ciò che succede sul proprio territorio, ha avuto il coraggio di queste forme di attenuazioni dei controlli. Questa volta KLM, solitamente efficiente, ci riserva il brutto scherzo di aver disguidato le due valige al seguito; ci toccherà tornare all'indomani. Ci consola il fatto che questo viaggio è costato solo poco più di 400 euro, quando negli anni scorsi si era partiti da oltre 800 euro per poi scendere, grazie anche all'affacciarsi sulla tratta per Kigali di altre compagnie; ad oggi oltre KLM ci sono altre 5 compagnie che effettuano collegamenti con il Rwanda.Prima di uscire dall’aeroporto, un’altra sorpresa, ci si imbatte anche in cartelli che ricordano che in Rwanda non si possono utilizzare le borse di plastica, pena salatissime multe. A breve entrerà in vigore una nuova legge che proibirà addirittura l'utilizzo di vari oggetti di plastica monouso come:bicchieri di plastica, auricolari, posate,cannucce e bottiglie PET per acque e bevande analcoliche. All’uscita dall’aeroporto lo spettacolo di anno in anno muta: da quella prima volta nel 2003 in cui l’illuminazione della capitale era così limitata che quasi si riuscivano a contare le case illuminate. Questa volta gli onori di casa della capitale li fa la sagoma illuminata del nuovo Kigali Convention Centre (KCC), una struttura ultra-moderna la cui cupola imponente, che è facile prevedere diventerà un simbolo di Kigali, si ispira alle capanne tradizionali del Rwanda, mentre il vicino l'hotel Radisson è 'avvolto' in bande multicolori, che rappresentano i cestini ruandesi. Accolti dai nostri amici ruandesi, prendiamo immediatamente la via verso Byumba, nel nord del Paese, che sarà la base operativa della nostra missione.

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