Il presidente Paul Kagame con il ministro Mario Giro |
La missione in Rwanda del nostro vice ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale, Mario Giro, si è conclusa con un incontro con il Presidente della Repubblica e prossimo presidente
dell’Unione Africana, Paul Kagame. Sul proprio profilo facebook, il v. ministro ha così sintetizzato l'incontro.
" Ho sentito una grande riconoscenza per il nostro lavoro e per l’Italia. Cooperazione, imprese italiane in vari settori, dall’ aeronautica all’agroalimentare, anche queste sono opportunità reali che creano sviluppo.L’Italia ha implementato il training delle forze di sicurezza ruandesi, in particolare grazie al lavoro dei nostri carabinieri e sviluppato programmi innovativi per l’ambiente. Dal Ruanda ho capito ancora una volta di più come sia dirimente connettere gli interessi nazionali italiani e europei con quelli dei Paesi di origine e transito. I flussi sono una grande questione umanitaria, e allo stesso tempo, il segno della sfida di trafficanti, terroristi e organizzazioni criminali contro le nazioni fragili del Sahel e dell’Africa occidentale. Poi però c’è anche un'altra Africa. L’Africa del cambiamento. I giovani africani cominciano ad associarsi ad un processo di start-up, imprese e nuovi lavori. Tematiche trattate non a caso con intelligenza al recente summit di Abidjan. Qui per la prima volta ad un summit, c’era una rete di giovani di vari Paesi africani in movimento, all'insegna di un futuro migliore. Ma l’incontro con il Presidente Kagame è stato anche l’incontro con il prossimo Presidente dell’Unione Africana. Con lui ho parlato anche delle sfide che si troverà ad affrontare come neopresidente e del suo piano di riforma dell’organizzazione stessa. Kagame si raccomanda da tempo che l’Ua si occupi di meno cose, ma in maniera più approfondita, che si raccordi meglio con le organizzazioni regionali (Ecowas, Cemac, Sadeec, ecc.), che spenda meno e bene; che diventi autonoma finanziariamente (oggi oltre il 60% del suo bilancio è finanziato dai donatori come la Ue); che sia più efficace nelle crisi. La sua potrebbe essere una presidenza importante e di svolta. Infine, la nuova leadership della Ua dovrà occuparsi delle tante crisi politico-etniche e farlo in modo nuovo. L’Unione Africana di domani si prepara dunque a grandi mutamenti. Ne ha bisogno. Noi, ed è questo il mio messaggio: vogliamo sostenere questo processo."
A margine della visita, osserviamo come sarebbe stato questa l'occasione per la nostra Cooperazione di dare concretezza a un progetto, giacente sui tavoli del ministero, riguardante un Progetto pilota per il Rwanda predisposto dall'Associazione Kwizera onlus d'intesa con l'University of Technology and Arts of Byumba, per dar vita a uno Stage professionalizzante per giovani medici
africani, di cui qui di seguito riportiamo una sintesi.
Sintesi
del Progetto presentato dall’Associazione Kwizera onlus
Nell’ambito del più ampio Progetto
Italia-Africa-Italia è stato individuato come possibile progetto pilota, l’attivazione di uno Stage professionalizzante
in area medica per un numero massimo di
trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda.
Lo stage della durata di sei mesi
presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo si propone di offrire ai
giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico in una struttura
ospedaliera delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che
acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di
personale infermieristico. Lo stage potrà altresì prevedere momenti di
approfondimento su specifiche specializzazioni, con particolare riferimento al
trattamento della tubercolosi, specializzazione storica del Morelli, di cui si avverte la recrudescenza nei paesi
africani Rwanda compreso.
I giovani medici rwandesi
verrebbero selezionati nel paese di origine da una struttura universitaria
locale che sarebbe altresì chiamata a somministrare, prima della partenza per
l’Italia, un corso di lingua italiana della durata di due mesi oltre che curare
tutti gli aspetti burocratici amministrativi per l’espatrio.
Gli stagisti selezionati si
dovranno impegnare a rendere disponibile, al rientro in Rwanda, un mese di
lavoro gratuito da utilizzarsi nelle strutture sanitarie locali a livello di
assistenza medica o di formazione infermieristica.
Il costo del progetto, per un
massimo di 30 stagisti, dovrebbe
ammontare, in prima approssimazione, a 210.000 euro, pari a un costo di 7.000
euro per ogni stagista coinvolto. Tale cifra prevede un costo giornaliero di 35
euro per i sei mesi di permanenza in Italia, pari all’importo previsto dal
governo italiano per l’accoglienza migranti.
Al netto dei costi di
pernottamento reso disponibile dall’ospedale E. Morelli, tale cifra consente di
coprire le spese di vitto, trasferimento, abbigliamento medicale, la
concessione di una diaria un massimo di 10 euro giornalieri, oltre che le spese
organizzative. I relativi costi potranno essere sostenuti dalla Cooperazione italiana allo sviluppo o
dagli enti pubblici e privati locali a partire dalla Regione Lombardia.
L’Ospedale Morelli di Sondalo
garantirà l’effettuazione dello stage ospedaliero all’interno delle strutture
specialistiche attive, attraverso il
personale medico, infermieristico e di laboratorio, la messa a disposizione di
una figura professionale medica quale coordinatore/responsabile del progetto,
nonché di tutti i supporti burocratico-amministrativi necessari.
L’Ass. Kwizera onlus, proponente
del progetto, curerà, d’intesa con un referente locale ( UTAB) gli adempimenti in
Rwanda e le attività formative per il
personale ospedaliero del Morelli, circa il contesto culturale e storico del
paese d’origine degli stagisti, oltre che momenti comunicazionali sull’esterno per
favorire un corretto coinvolgimento della comunità locale e la prosecuzione di
lezioni di lingua italiana agli stagisti.
Il Progetto si configura anche
come progetto pilota per la realtà africana, con la reale possibilità che il
buon esito dello stesso possa favorire la sua riproposizione in altri paesi del
continente. In tal senso, potrebbero rivelarsi decisivi: la storia di successo
del Rwanda post genocidio unitamente alla riconociuta leadership della
presidenza rwandese in sede di Unione Africana.
L’attuazione del Progetto potrà
avere queste ricadute sul paese d’origine :
-
Creazione di un gemellaggio dell’Ospedale Morelli
con un ospedale rwandese: con scambio di esperienze e rilascio di supporti
consulenziali;
-
Promozione di missioni di volontariato da parte di
personale medico e paramedico del Morelli in Rwanda;
-
Istituzione di una cattedra/corso di lingua
italiana nella capitale rwandese sulla base della metodologia acquisita in sede
di rilascio del programma di formazione linguistica attuato per gli stagisti;
-
Creazione di un corso per la formazione di
personale infermieristico.
L’iniziativa oltre a valorizzare
la mission dell’Ospedale di Sondalo, dandogli una connotazione internazionale,
esalterebbe l’impegno della Regione Lombardia a favore dei paesi in via di
sviluppo, attraverso una politica mirata a favorire le condizioni perché le
popolazioni coinvolte possano esercitare il loro diritto a non emigrare,
rispondendo così alla domanda di solidarietà da più parti sollecitata nella
nostra società.
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