"Prima ancora che il diritto a emigrare, va riaffermato il diritto a non emigrare, cioè a essere in condizione di rimanere nella propria terra". Benedetto XVI


domenica 14 settembre 2008

Ci vediamo alle.......ora Kigali

Prendo dal blog Africana di don Giulio Albanese questa citazione dello scrittore e giornalista polacco, Ryszard Kapuściński, profondo conoscitore della realtà africana, relativa alla concezione del tempo nella cultura africana :“Nel concetto europeo il tempo esiste indipendentemente dall’uomo ed e dotato di qualità misurabili e lineari (…). L’europeo si sente schiavo del tempo, ne è condizionato, è il suo suddito in tutto e per tutto, (…) deve rispettare date, scadenze, giorni e orari (…). Tra l’uomo e il tempo esiste un conflitto insolubile che si conclude inevitabilmente con la sconfitta dell’uomo. Gli africani invece intendono il tempo in modo molto più flessibile, aperto, elastico, soggettivo. E’ l’uomo che influisce sulla forma del tempo, sul suo corso e ritmo. Il tempo è addirittura qualcosa che l’uomo può creare: infatti l’esistenza del tempo si manifesta attraverso gli eventi e che un evento abbia luogo oppure no dipende dall’uomo. (…) Il tempo si manifesta per effetto del nostro agire: se cessiamo la nostra azione esso sparisce (…) Tradotto in pratica significa che se ci rechiamo in un villaggio dove deve tenersi una riunione e sul luogo stabilito non troviamo nessuno, non ha senso chiedere quando incomincia la riunione perché la risposta sarà: ‘quando tutti sono arrivati’”. (tratto da “Ebano”, Feltrinelli, Milano 2001).
Da condividere pienamente: è la famosa "ora Kigali" con la quale ci diamo appuntamento con i nostri amici rwandesi!

Nessun commento: