Pagine

venerdì 23 dicembre 2022

Giovane Batwa neolaureata cerca lavoro!

In un post d'inizio anno, avevamo raccontato la bella storia di Delphine NYIRAMINANI,  una giovane batwa della comunità di Kibali che, partendo da una situazione di grave degrado, quale quella in cui si trovava e, purtroppo si trova ancora a vivere l'intera sua comunità, è riuscita con impegno e dedizione a raggiungere un diploma di laurea in Land Survey -Rilevamento topografico al Dipartimento di Rilevamento del territorio dell'INES di Ruhengeri (Clicca qui). La storia ha avuto un più che prevedibile sviluppo: Delphine si è sposata e recentemente è diventata mamma di un bel bambino. Chiusa questa parentesi rosa, Delphine si trova alle prese con la necessità di concorrere alle spese di mantenimento della nuova famiglia e quindi è alla ricerca di un lavoro. Forte di quel titolo di studio di cui va tanto orgogliosa, Delphine si aspettava di poter trovare un posto di lavoro che le permettesse di mettere a frutto quanto appreso all'università. Purtroppo, ad oggi, nè dal comparto privato nè da quello pubblico sono arrivate proposte in tal senso, per cui Delphine ha dovuto, suo malgrado, ripiegare su una soluzione alternativa:   dar vita ad un piccolo commercio, per il quale non era certo necessario sobbarcarsi tanti anni di studio. Non sempre le belle storie hanno un lieto fine!


venerdì 16 dicembre 2022

Auguri

 


Auguri di un sereno Natale e un felice 2023

sabato 3 dicembre 2022

Una picconata ai soliti luoghi comuni sul fenomeno migratorio by F. Rampini

Riportiamo qui di seguito alcuni stralci dell'interessante  prefazione  che Federico Rampini ha scritto per «Ipocrisea», il libro che la giornalista Francesca Ronchin ha pubblicato per i tipi di Compagnia Editoriale Aliberti. Partendo dall'analisi della situazione venutasi a creare  negli USA, in termini di occupazione e di aumenti salariali, nel corso del 2021 a seguito del calo dei flussi d’ingresso, Rampini evidenzia come il dibattito sull’immigrazione non ne sia uscito sconvolto causa le pregiudiziali ideologiche che lo connotano.
 "Invece questo non è avvenuto. L’anomalia salariale (positiva) è stata ampiamente raccontata dai grandi media americani. Che però si sono ben guardati dal trarne la lezione logica, che la semi-chiusura delle frontiere è una cosa buona per la massa dei lavoratori. Per forza non hanno tratto quella lezione: avrebbero dovuto rinnegare loro stessi, smontare il teorema politically correct sull’immigrazione che «fa bene alla nazione». È un caso di omessa informazione, questo silenzio totale sul nesso causale tra due fenomeni – blocco degli ingressi, aumenti salariali – che un buon giornalismo dovrebbe collegare. Ma l’omertà è più forte. Guai a fare autocritica dopo aver abbracciato una causa sbagliata".                    Rampini passa poi a riassumere  "i luoghi comuni che vengono ripetuti senza mai metterli alla prova.«Gli immigrati aumentano la ricchezza nazionale». Per forza, visto che il pil è semplicemente la somma di tutti i redditi prodotti dalla collettività, se il numero di abitanti cresce anche il pil sale. Ma questo non ci dice nulla sulla sua distribuzione: in una nazione più ricca molti possono impoverirsi, ed è quel che accade per l’effetto redistributivo delle migrazioni. Da un lato migliorano il benessere dei migranti e dei capitalisti, dall’altro impoveriscono tanti lavoratori del Paese d’arrivo. «Vengono a fare i lavori che noi non vogliamo più fare». Più esatto: vengono a fare quei lavoratori che nessuno di noi è disposto a fare in condizioni di sfruttamento che talvolta somigliano a schiavismo; senza immigrazione i padroni-schiavisti dovrebbero attrarre manodopera nazionale cambiando il loro modello capitalistico. «Ci impediranno lo spopolamento». Fino a quando mantengono un’alta natalità, cioè per poco: le abitudini riproduttive degli immigrati si adeguano rapidamente alle nostre. «Ci pagheranno le pensioni». Fino a quando non vorranno riscuoterle loro; e sempre ammesso che stiano versando contributi. È il cane che si morde la coda: non basta avere degli immigrati oggi (regolari e non evasori) per ripianare i deficit dell’inps, bisogna averne domani, dopodomani, e a ritmi crescenti, cioè alterando radicalmente gli equilibri etnici e sociali del Paese. È quel che vogliamo? I cittadini sono stati consultati per sapere se accettano questa ingegneria sociale studiata a tavolino dai tecnocrati? Ci sono altre argomentazioni, di tipo umanitario: «Sono disperati, abbiamo un dovere di solidarietà». E in nome della solidarietà gli ospedali di Londra monopolizzano i laureati in medicina del Burkina Faso. È così che li stiamo aiutando, portando via le loro élite, i talenti, le professioni qualificate? La vera sinistra italiana negli anni Cinquanta considerò l’emigrazione dal Mezzogiorno una tragedia; perché adesso è diventata la panacea per risolvere i problemi dell’Africa? Da ultimo, esaurito ogni altro argomento, c’è il luogo comune del fatalismo: «Non c’è modo di fermarli». E qui ritorno all’esempio dell’America 2021. C’è modo eccome, i flussi si possono governare, la prova è nei fatti. Questo è un dibattito che i progressisti (italiani o americani) non riescono a riaprire in modo equilibrato. Preferiscono restare aggrappati alle loro certezze di fede. Perciò fa bene Francesca Ronchin a tentare un’altra picconata contro i luoghi comuni. L ’esperienza di Francesca come reporter in prima linea, sul fronte rovente e tragico degli attraversamenti del Mediterraneo. L’odissea dei disperati che affidano il proprio futuro a quelle traversate ha già fatto troppi morti, ha seminato troppo dolore. È una delle ragioni per cui tante italiane e tanti italiani sono sinceramente, giustamente solidali con chi è spinto dalla miseria a rischiare la vita su un barcone. Francesca però ha visto anche un’altra realtà: le collusioni tra il mondo delle ong umanitarie e quello degli scafisti, le complicità tra l’ideologia no border e la criminalità che gestisce il traffico degli esseri umani disperati. Su questo tema IpocriSea è un documento di denuncia: grave, originale, coraggioso. Nessuno ha il diritto di ignorare queste pagine per partito preso, perché smentiscono una leggenda nobile. Per contestare queste osservazioni di una reporter in prima linea, che racconta quel che ha visto con i propri occhi, bisogna contrapporre dei fatti, non delle opinioni".

lunedì 28 novembre 2022

Oggi la Chiesa ricorda le apparizioni della Vergine a Kibeho

Oggi la Chiesa ricorda le apparizioni della Vergine a Kibeho (28 novembre 1981 – 28 novembre 1989) le prime, verificatesi in terra d’Africa, su cui la Chiesa ha espresso il suo riconoscimento, giudicandole autentiche, al termine di una lunga inchiesta e di un rigoroso processo canonico. Tratta dal libro "Dentro il Rwanda", proponiamo, qui di seguito, la storia delle apparizioni di Kibeho. 

La Madonna di Kibeho

Pochi sanno che il piccolo e tragico Rwanda, purtroppo assurto a esempio di quali livelli possa raggiungere la barbarie umana, può fregiarsi del privilegio di essere stato teatro dell’unica apparizione mariana riconosciuta ufficialmente dalla Chiesa in Africa. Titolo di cui neppure le ben più famose apparizioni di Medjugorie si possono ancora fregiare. Allo scettico che si accosta all’argomento con indifferenza e distacco proponiamo di soffermarsi per un attimo su questa frase “un fiume di sangue, persone che si uccidevano a vicenda, cadaveri abbandonati senza che nessuno si curasse di seppellirli, un abisso spalancato, un mostro spaventoso, teste mozzate” e poi tornare con la memoria alle immagini trasmesse dai network internazionali in quel tragico 1994.Gli sembrerà la didascalia di quanto scorreva sul teleschermo di casa. Si tratta invece di quanto riferito da tre giovani studentesse del collegio di Kibeho dopo un’apparizione della Madonna del 15 agosto del 1982, ben dodici anni prima che quelle visioni trovassero la loro tragica concretizzazione. Era solo una delle numerose apparizioni della Madonna a Kibeho, un piccolo villaggio del Sud del Rwanda, avvenute tra il Novembre 1981 e il Dicembre 1983. E proprio a Kibeho quella profezia ebbe una tragica appendice nell'aprile dell'anno successivo, nel 1995, quando un sanguinoso intervento di repressione dell'esercito ruandese in un campo profughi procurò più di 4.000 morti.Tutto è iniziato il 28 Novembre 1981 quando una giovane studentessa del collegio di Kibeho, Alphonsine Mumureke, afferma di aver visto una signora di incomparabile bellezza che si presenta con il titolo di " Nyina wa Jambo " vale a dire, " Madre del Verbo ". Nel corso dei mesi successivi la Madonna apparve anche ad altre due ragazze Nathalie Mukamazjmpaka e Marie Claire Mukangango. Le apparizioni furono ufficialmente riconosciute tali dalla Chiesa il 29 giugno 2001 al termine di una lunga inchiesta e un rigoroso processo grazie alla preziosa e appassionata opera del compianto vescovo di Gikongoro, mons Augustin Misago.Delle tre veggenti Alphonsine Mumureke si è fatta suora e vive nel monastero delle clarisse cappuccine di Cotonou in Benin, Marie Claire Mukangango è stata uccisa con il marito durante il genocidio del 1994, mentre Nathalie Mukamazjmpaka vive a Kibeho come testimone di questi avvenimenti miracolosi. Proprio a Kibeho, sul piazzale retrostante la basilica, il 7 Agosto 2012 in occasione della Missione Kwizera, abbiamo avuto il privilegio di avere un commovente incontro con una delle testimoni di quelle apparizioni, Nathalie Mukamazimpaka, e incrociare quegli occhi che hanno visto la Vergine. Esperienza rivissuta, con altrettanta commozione, nel febbraio del 2017.Ad oggi il santuario di Kibeho costruito sui luoghi delle apparizioni, raggiungibile scendendo da Kigali fino a Butare e poi percorrendo un’ampia strada sterrata per una trentina di kilometri, non è particolarmente frequentato. Chi vi arriva per la prima volta, in un giorno feriale, rimane sorpreso di trovare il più famoso santuario africano pressoché deserto. Quando ci siamo stati, abbiamo incontrato qualche ragazzo sull’ampio sagrato, un paio di gruppetti di pellegrini bianchi e tutto intorno un silenzio surreale e un panorama in cui colline appena accennate, ben diverse da quelle che caratterizzano il Nord Rwanda, si stendono a perdita d’occhio soprattutto nelle parte sud che degrada verso il Burundi. Il governo ruandese, sempre attento ad ogni possibile fonte di entrate, intende però farne un possibile polo per lo sviluppo di un turismo religioso sensibile al richiamo di un luogo testimone dell'apparizione della Madonna, analogamente a quanto avviene in numerosi santuari mariani del vecchio continente. Per gli operatori turistici Kibeho potrebbe diventare un ulteriore polo di richiamo da affiancare alle destinazioni ormai affermate a livello mondiale come i gorilla del parco dei Virunga, piuttosto che la foresta di Nyunge o il parco savana dell’Akagera, peraltro piuttosto modesto rispetto agli altri parchi africani. Dopo il lancio ufficiale, ai turisti che arriveranno in Rwanda per visitare le richiamate attrazioni turistiche verrà offerta la possibilità anche di questo nuovo itinerario religioso, fornendo loro informazioni sugli eventi degli anni ottanta, sul successivo processo di riconoscimento formale delle apparizioni, consentendo soprattutto una pausa religiosa nell’accogliente santuario mariano, con le annesse prime strutture ricettive, che non attende altro che ospitare un numero sempre maggiore di pellegrini alla ricerca di una pausa di spiritualità nella casa della Nostra Signora dei dolori, come è conosciuta la Madonna di Kibeho.

lunedì 21 novembre 2022

Lettera aperta al prof. Melazzini neo direttore generale dell'Ospedale E. Morelli sul Progetto Italia-Africa-Italia

Illustre prof. Melazzini, 

anche noi, piccola associazione che opera in Africa, condividiamo l'entusiasmo con cui l'intera comunità locale ha accolto la sua  nomina a futuro direttore generale dell'Ospedale Morelli di Sondalo. Il nostro entusiasmo, che accompagniamo con i più fervidi voti augurali di buon lavoro per il suo impegnativo e sfidante incarico, nasconde un piccolo conflitto d'interessi che veniamo subito a rivelarLe. Dopo che avrà preso pieno possesso dei vari dossiers giacenti sulla sua scrivania e ne avrà individuate e avviate le soluzioni, Le chiediamo di trarre da qualche cassetto, dove giace da qualche anno, il Progetto Italia-Africa-Italia, Stage professionalizzante per giovani medici africani, Progetto pilota per il Rwanda, da noi presentato nel lontano 2017 e aggiornato nel 2021. In estrema sintesi si tratta di un Stage professionalizzante in area medica per un numero massimo di trenta giovani medici africani, provenienti dal Rwanda. Lo stage, della durata di sei mesi presso la struttura ospedaliera E. Morelli di Sondalo, si propone di offrire ai giovani medici neolaureati l’approfondimento a livello pratico, in una struttura ospedaliera di livello, delle nozioni apprese nel corso degli studi in medicina, oltre che l'opportunità di acquisire competenze formative da utilizzare al rientro per la preparazione di personale infermieristico. Lo stage potrà altresì prevedere momenti di approfondimento su specifiche specializzazioni, con particolare riferimento al trattamento della tubercolosi, specializzazione storica del Morelli, di cui si avverte la recrudescenza nei paesi africani, Rwanda compreso.

domenica 6 novembre 2022

L'elettricità arriva al 75% delle famiglie ruandesi

Secondo il Rwanda Energy Group (REG) il 74,5% delle famiglie ruandesi hanno oggi accesso all'elettricità: il 50,9% delle famiglie è connesso alla rete nazionale, mentre il 23,6% utilizza soluzioni off-grid, tra cui sistemi solari autonomi e mini-grid.Con una media di cinque persone per famiglia, oggi circa 10 milioni di ruandesi hanno accesso all'elettricità. L'energia, e in particolare l'accesso all'elettricità, è la priorità chiave del governo. Dal 1937, quando REGIDESO è stata fondata in Rwanda e nel 1957 quando è stata costruita la prima centrale elettrica in Rwanda fino all'anno 2000, l'accesso all'elettricità è stato considerato un privilegio raro per chi viveva nelle città, con solo 46.000 famiglie collegate. Nel 2009 è stato introdotto un programma speciale per implementare l'accesso all'elettricità, soprattutto nelle aree rurali, per aumentare il tasso di accesso nella comunità ruandese. Secondo REG, a quel tempo, solo il 6% delle famiglie ruandesi aveva accesso all'elettricità di rete. Secondo Ron Weiss, amministratore delegato di REG, il Rwanda dovrebbe essere in grado di portare a termine l'attuale piano di elettrificazione che prevede l'accesso all'elettricità di tutte le famiglie ruandesi  entro il 2024 quando il 70% delle famiglie sarà connesso alla rete mentre circa il 30% utilizzerà soluzioni off-grid.

venerdì 28 ottobre 2022

Il WJP Rule of Law Index promuove il Rwanda sullo stato di diritto

Secondo il WJP Rule of Law Index, la principale fonte mondiale di dati indipendenti sullo stato di diritto,  il Rwanda è al primo posto nell’Africa subsahariana e  42° a livello mondiale per rispetto dello stato di diritto. Tra i paesi a basso reddito, il Rwanda è al 1° posto su 17.In Africa precede: Mauritius (45° ), Namibia (46°), Botswana (51° ) e Sud Africa (54°).  Il WJP Rule of Law Index si basa su  sondaggi approfonditi su oltre 154.000 persone comuni e 3.600 legali professionisti ed esperti per misurare lo stato di diritto in base a otto fattori: poteri governativi limitati, assenza di corruzione, ordine e sicurezza, diritti fondamentali, governo aperto, applicazione delle normative, giustizia civile e giustizia penale. Il quadro riassuntivo delle performances del Rwanda sono consultabili cliccando qui. A livello globale, il paese al primo posto nell'Indice WJP Rule of Law 2022 è la Danimarca, seguito da Norvegia, Finlandia, Svezia e Paesi Bassi.  Il paese con il punteggio più basso è il Venezuela, poi Cambogia, Afghanistan, Repubblica Democratica del Congo e Haiti. L’Italia si colloca al 32° posto.

mercoledì 26 ottobre 2022

Il fenomeno migratorio nel discorso d'insediamento del neo premier italiano

Riportiamo qui di seguito la parte dedicata al fenomeno migratorio dall'on. Meloni nel suo discorso d'insediamento come neo presidente del Condiglio dei ministri. Ognuno potra' valutarne la portata.A noi pare importante il richiamo a "rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa" e la proposta di dar vita, d'intesa con l'Unione Europea, a un "piano Mattei" per l'Africa.

"Sicurezza e legalità, certo, riguardano anche una corretta gestione dei flussi migratori. Secondo un principio semplice: in Italia, come in qualsiasi altro Stato serio, non si entra illegalmente, si entra solo attraverso i decreti flussi.In questi anni di terribile incapacità nel trovare le giuste soluzioni alle diverse crisi migratorie, troppi uomini e donne, e bambini, hanno trovato la morte in mare nel tentativo di arrivare in Italia. Troppe volte abbiamo detto “mai più”, per poi doverlo ripetere ancora e ancora. Questo governo vuole quindi perseguire una strada, poco percorsa fino ad oggi: fermare le partenze illegali, spezzando finalmente il traffico di esseri umani nel Mediterraneo. La nostra intenzione è sempre la stessa. Ma se non volete che si parli di blocco navale lo dirò così: è nostra intenzione recuperare la proposta originaria della missione navale Sophia dell’Unione Europea che nella terza fase prevista, anche se mai attuata, prevedeva proprio il blocco delle partenze dei barconi dal nord Africa. Intendiamo proporlo in sede europea e attuarlo in accordo con le autorità del nord Africa, accompagnato dalla creazione sui territori africani di hotspot, gestiti da organizzazioni internazionali, dove poter vagliare le richieste di asilo e distinguere chi ha diritto ad essere accolto in Europa da chi quel diritto non ce l’ha.Perché non intendiamo in alcun modo mettere in discussione il diritto d’asilo per chi fugge da guerre e persecuzioni. Il nostro obiettivo è impedire che sull’immigrazione l'italia continui a farsi fare la selezione in ingresso dagli scafisti.E allora mancherà un’ultima cosa da fare, forse la più importante: rimuovere le cause che portano i migranti, soprattutto i più giovani, ad abbandonare la propria terra, le proprie radici culturali, la propria famiglia per cercare una vita migliore in Europa. Il prossimo 27 ottobre ricorrerà il sessantesimo anniversario della morte di Enrico Mattei, un grande italiano che fu tra gli artefici della ricostruzione post bellica, capace di stringere accordi di reciproca convenienza con nazioni di tutto il Mondo. Ecco, credo che l’Italia debba farsi promotrice di un “piano Mattei” per l’Africa, un modello virtuoso di collaborazione e di crescita tra Unione Europea e nazioni africane, anche per contrastare il preoccupante dilagare del radicalismo islamista, soprattutto nell’area sub-sahariana. Ci piacerebbe così recuperare, dopo anni in cui si è preferito indietreggiare, il nostro ruolo strategico nel Mediterraneo."


lunedì 17 ottobre 2022

Ora è possibile visitare Kigali con Street View su Google Maps

 

Panoramica di Kigali

Google Maps ha rilasciato la funzione Street View per la città di Kigali. Il Rwanda è l'undicesimo paese africano ad essere rimappato tramite la nuova funzione di Google Street View , dopo Kenya, Sud Africa, Senegal ed i Paesi nordafricani. Secondo il Ministero delle TIC e dell'innovazione, Google sta raccogliendole immagini in tutta Kigali, per arrivare alla copertura dell’intera città, in attesa di veder confermata l’intenzione di continuare anche oltre Kigali. Un ulteriore tassello nella promozione del turismo internazionale, a partire da quello congressuale, una delle fonti principali che concorrono al PIL ruandese.  Clicca qui per iniziare il tuo tour di Kigali e andare a conoscere i ristoranti italiani,  partendo dal ristorante Brachetto del patron  Alessandro Merlo  per arrivare al Sole Luna del vicentino Dionigi.



martedì 4 ottobre 2022

Kagame: ecco come il Rwanda si è risollevato dalla tragedia del 1994

Riportiamo il testo della Lezione tenuta dal presidente Paul Kagame  alla  Nanyang Technological University di Singapore il 30 settembre scorso. In essa il presidente ricorda alcuni dei fattori di successo, in un mix tra innovazione e continuità, che hanno consentito al Rwanda di risollevarsi dalla tragedia del 1994. Tutti fattori che trovate ampiamente trattati nel nostro "Aiutiamoli a casa loro Il modello Rwanda".   

"Nel 1994, il Ruanda aveva praticamente cessato di esistere come nazione. Un milione di persone giacevano morte, su una popolazione di circa sette milioni, a causa di un'ideologia genocida perversa. Altri milioni erano rifugiati. Ogni istituzione pubblica era stata distrutta e il tesoro nazionale era stato saccheggiato. Per la maggior parte degli osservatori, tutto ciò a cui i ruandesi potevano aspirare, nella generazione che seguì quella tragedia, era semplicemente sopravvivere. Tracciare un percorso verso la prosperità sembrava un sogno assurdo. Abbiamo ancora molta strada da fare, ma il nostro Paese è stato fondamentalmente trasformato in meglio. Abbiamo trovato la nostra strada attraverso l'innovazione attraverso soluzioni coltivate in casa in tre aree chiave. Lascia che ti dia alcuni esempi di ciascuno. Innanzitutto c'era la necessità di innovare intorno all'unità nazionale e alla coesione sociale. Abbiamo iniziato creando sicurezza, perché questa è la base perché qualsiasi altra cosa accada. Abbiamo anche avviato immediatamente il processo di fusione dell'esercito di liberazione con l'esercito sconfitto del precedente governo. Un Paese senza un'identità nazionale condivisa non ha futuro. L'unità storica del Ruanda era stata progressivamente corrotta dai precedenti governi coloniali e post-indipendenza. Abbiamo ripristinato una pratica tradizionale (umuganda) in cui un servizio comunitario mensile ha riunito tutti i cittadini per migliorare i loro quartieri. Abbiamo rilasciato i sospettati di genocidio nelle loro comunità, dove sono stati giudicati attraverso un processo chiamato Gacaca, incentrato sia sulla punizione che sul portare alla luce la verità. 

mercoledì 21 settembre 2022

In Rwanda, l'ascolto di Radio Maria giova alla salute fisica e spirituale

Riportiamo qui di seguito le interessanti Conclusioni di un contributo dell'Abbé Lucien Hakizimana, docente di Antropologia presso l’Université de Technologie et des Arts de Byumba (UTAB), apparso sulla rivista Communio - edizione in francese per il Rwanda, dal titolo "Impatto antropo-spirituale di Radio Maria sugli ascoltatori in Rwanda: dalla crisi alla speranza".

In conclusione, nel corso di questa ricerca, abbiamo discusso dell'impatto antropo-spirituale di Radio Maria sul suo pubblico in Rwanda e su come abbia aiutato le persone a passare  dalla crisi alla speranza. I risultati hanno confermato l'effetto antropo-spirituale, come i casi di: crescita progressiva della speranza 88%,  riduzione della tentazione di divorzio 73%, crescita della preoccupazione per la famiglia e i bambini 71%, diminuzione della depressione 88%, così come una integrazione spirituale 91%. Questi risultati sono ugualmente confermati  dalle fonti citate, come vari articoli di riviste e libri scientifici. Ecco le strategie suggerite per un efficace benessere antropo-spirituale in stato di crisi: l'80% dei pazienti ha affermato che l'educazione preventiva dovrebbe aiutare i pazienti, in ospedale o a casa, ad affidarsi a Dio attraverso l'ascolto di musica sacra e altri programmi che aiutino lo spirito ad avvicinarsi a Dio. In diverse occasioni,  persone abilitate e leader religiosi dovrebbero aiutare i pazienti ad accrescere la loro speranza, poiché senza di essa, come ha dimostrato la scienza, l'uomo muore a poco a poco sia spiritualmente che fisicamente. Il 91% dei malati ha affermato che i responsabili dovrebbero includere nei programmi dei servizi sanitari il ruolo degli assistenti religiosi. Il diritto alla salute sicura dello spirito come del corpo deve essere incluso nei programmi al fine di sradicare la disperazione e la depressione che perseguitano molti pazienti, soprattutto in punto di morte. Infatti, la letteratura e i dati raccolti tra i pazienti e nelle loro famiglie conferma l'ipotesi secondo la quale Radio Maria può avere un impatto antropo-spirituale sul suo pubblico in Rwanda, aumentando la speranza di quelli che sono in crisi. Radio Maria promuove i percorsi di incontro con Dio favorendo un equilibrio spirituale e somatico.

martedì 13 settembre 2022

Non di solo pane… al monastero di Nyinawimana

La nuova chiesa
Quando  le clarisse ruandesi del monastero di Kamonyi decisero di dar vita ad una nuova comunità sulla collina di Nyinawimana (leggi qui la storia), l’Associazione Kwizera aderì con entusiasmo, pur nella limitatezza dei propri mezzi,  al progetto della costruzione del monastero e successivamente finanziando la realizzazione, sugli ampi terreni di cui dispone il monastero, di una stalla, dotandola anche di 25 capre. Oggi che il monastero fa bella mostra di sé sulla collina, arricchito nell’ultimo anno anche di una bellissima chiesa, l’Associazione Kwizera continua la sua opera di sostegno alla piccola comunità monastica, in tutto sette monache guidate da suor Marie Regine, garantendo un piccolo contributo mensile in denaro che va ad arricchire le entrate in natura revenienti dalla fattoria. Per toccare con mano quanto fatto in questi ormai tre anni di assenza, unitamente alla fidata Pascasia, abbiamo fatto visita alla comunità nella giornata di mercoledì. Purtroppo una giornata di pioggia non ci ha permesso di apprezzare appieno  tutto il lavoro svolto sui terreni della fattoria, come avrebbe voluto suor Marie Regine, giustamente orgogliosa di quanto fin qui realizzato. Vi abbiamo comunque rimediato, quando domenica prima d’intraprendere il viaggio verso Kigali per il ritorno a casa, abbiamo fatto tappa appunto a Nyinawimana, colmando le lacune del mercoledì precedente. Col sole la fattoria sembra vivere: con le sue mucche( tre mucche e due vitelli) e la sua ventina di capre, in attesa prossimamente di un pollaio di galline e le sue diverse coltivazioni, non manca neppure un campo di fragole, e le venti piante di avocado, che le sorelle identificano con un proprio nome, come per altro succede per gli animali. Sulla bellezza e sulla bontà dei grossi avocado della fattoria ne potrà dare testimonianza  anche chi ne ha potuto gustare qualcuno al nostro ritorno a casa. La giornata di mercoledì è stata anche l’occasione per licenziare le lettere che l’Associazione invia alle famiglie italiane che aderiscono al Progetto Adozioni.Infatti, ci siamo avvalsi della buona conoscenza della lingua italiana che ha Suor Marie Regine, appresa durante la sua permanenza in Italia, per affidare a lei la traduzione delle brevi letterine che i bambini indirizzano nella propria lingua, il Kinyarwanda, ai loro benefattori.
Divine con mamma, nonna e suor Marie Regine
A proposito di Adozioni, la nostra presenza a Nyinawimana a richiamato al monastero i quattro assistiti che vivono in zona, tra cui, Alphonse, un handicappato grave che vive nella vicina comunità Inzere, ma soprattutto la piccola Divine. 
Una bimba che, a suo tempo, suor Marie Regine ci aveva segnalata perchè abbandonata dalla madre che se ne era andata a Kigali. E proprio mercoledì abbiamo avuto la gradita sorpresa di apprendere che la mamma della piccola Divine era tornata a casa. Infatti, all'incontro era presente la mamma di Divine, oltre che la nonna che in questo tempo di lontananza della mamma si era presa cura della piccola.

Alla chiesa di Bugarama per ricordare don Renato e don Alessandro

Sabato pomeriggio, come avveniva negli anni passati, a conclusione della Missione associativa, ci si dà appuntamento alla chiesa di Bugarama, la Chiesa dell’Associazione Kwizera in Rwanda. Edificata nel 2008 in memoria dello storico sagrestano del santuario di Grosotto, Bernardo Trinca Colonel, è dedicata a Maria Vergine delle Grazie, come appunto il santuario grosottino. Si tratta di una chiesa di una Centrale della parrocchia di Nyagahanga, un’unità periferica in cui si suddividono le parrocchie ruandesi, dove alla domenica il catechista presiede la liturgia della Parola e dove solo ogni 2/3 mesi viene celebrata la santa messa. Quest’anno la celebrazione assumeva un significato particolare perché a presiederla era don Cleto, parroco di Nyagahanga da pochi giorni, che proprio per questo vedeva la chiesa per la prima volta. A questo proposito merita essere ricordato un aneddoto gustoso.  Nel trasferimento da Nyagahanga, dove siamo passati a prendere col pick up della Caritas don Cleto,  ci siamo accorti che nè don Cleto, ma neppure il direttore della Caritas, don Augustin, facente funzioni di autista, e neppure il terzo ruandese a bordo, non residente in zona, conosceva la strada per raggiungere la chiesa posta in cima alla collina. E’ toccato così al muzungu, estensero di queste note, dover indicare  ai ruandesi il percorso esatto per raggiungere la chiesa. 
All’arrivo ci attendeva il solito folto gruppo di fedeli. La santa messa quest’anno è stata celebrata in memoria di due amici dell’Associazione scomparsi negli ultimi due anni: don Renato Lanzetti e  don Alessandro Zubiani.   
La loro memoria  sopravviverà nella chiesa di Bugarama; due targhe, infatti, riportanti i  loro nomi incisi dal nostro bravo  collaboratore Bernard sulla pietra nera del Rwanda, sono state apposte sul piedestallo che regge la statua della Madonna, copia di quella di Grosotto, realizzato tre anni fa sempre dal nostro Bernard. Don Alessandro e don Renato si aggiungono agli altri sacerdoti locali che qui sono ricordati: Don Giovanni Rapella, Don Norberto Damiani, mons. Virgilio Levi e, da ultimo, don Agostino Salandi. In occassione di questa sua prima messa a Bugarama, il neo parroco don Cleto ha potuto annunciare ai fedeli che da quest’anno, grazie all’accordo con l’Associazione Kwizera,  che ha deciso di destinare a questa chiesa parte delle offerte che solitamente riceve per la celebrazione di sante messe, potranno beneficiare della santa messa ogni mese. Una forma per riconfermare come l’impegno associativo non riduca  il proprio orizzonte ai meri progetti di sviluppo sociale, come ben dimostra il nostro progetto “Non di solo pane…” rivolto alle clarisse di Nyinawimana.

venerdì 9 settembre 2022

A challenging proposal to mister Gerard Sina

Dear Mr. Sina,

since 2007 our association has operated in the historically marginalised community of Kibali, ( aka Batwa for the muzungu), building an house for all the families residing there, for a total amount of 47 houses (click here).

 During the following years over eight hectares of land have been terraced, and that the civil authorities have made them available to that community (click here).

We have also supported the cultivation of those lands, in an alternation of encouraging results and frustrating disappointments, despite a certain commitment of the members of the community.

Overall, we are witnessing a conspicuous heritage of agricultural land not fully exploited by that community that could draw an important source of livelihood from those same land.

Faced with this bleak state of affairs, mindful of her personal history, which from a difficult childhood has been able to rise to a successful entrepreneur not only on a national level, we would like to launch a challenging proposal.

Propose to the civil authorities to take over the management of those lands, enhancing them, as you know how to do, and sharing the fruits, according to modalities to be defined, with the members of that community.

Community that can also be involved in the agricultural activities that are intended to be implemented there, undertaking a training course for the members of the cooperative, already active in the past in agricultural work, under the guidance of its technicians.

This could be a replicable pilot project in similar realities.

A project that would have a return for all the protagonists:

 for his Group, the confirmation of attention to the social reality in which it operates, with undoubted returns in terms of image;

or the civil authorities, a concrete answer to the request for support that communities like that of Kibali ask for; 

for the families of the community, a real response to their daily needs, not separated from a possible beginning of a path of redemption that frees them from the difficult situation in which they live.

We’re talking about a “win win project”!

As you can see, everyone could be the winner of this challenge, only if you take it up, as you have been able to do many other times in your life, starting from the distant times when you were a child in Kigali and you found someone who offered an opportunity.

With deep esteem and admiration.

Kwizera  Association

 (kwizeraodv@gmail.com)


Dal Batwa day il lancio di un' idea sfidante

Kibali

La Missione Kwizera nel corso degli anni ha sempre avuto un appuntamento fisso: quello con la comunità storicamente marginalizzata dei Batwa di Kibali. E così è stato anche per la Missione 2022. Al mattino abbiamo portato aiuti alimentari, 5 kilogrammi di fagioli ed altrettanti di farina di mais a ciascuno dei 65 nuclei familiari di quella comunità per la quale tanto è stato fatto nel corso degli anni. A partire dal 2007, quando l'Ass. Kwizera onlus ha realizzato per gli allora 47 nuclei familiari, lì residenti, altrettante casette (clicca qui); poi negli anni successivi terrazzando oltre otto ettari di terreni che le autorità civili hanno messo a disposizione di quella comunità (clicca qui )
Miyove
. Successivamente l'Associazione ha sostenuto la messa a coltura di quei terreni, in un alternarsi di risultati incoraggianti e di frustanti delusioni, nonostante un certo impegno dei componenti della comunità. Anche l'ultima campagna agricola, causa la siccità, è stata avara di risultati. Questa volta la distribuzione di aiuti alimentari ha interessato anche l'altra comunità, quella di Miyove, composta da 28 famiglie, le cui condizioni non si discostano di molto da quelle di Kibali, che forse sconta in negativo il fatto di essere troppo isolata e riversata su se stessa. Anche in quella comunità sono stati avviati programmi agricoli, seguiti in loco da don Theophile responsabile di un'Associazione locale impegnata nel riscatto delle popolazioni emarginate,  SPES,  senza, purtroppo risultati incoraggianti. E' per questo che ci siamo decisi a lanciare l'appello, sotto forma di lettera aperta, a un imprenditore ruandese di successo  in ambito agroalimentare, ma non solo, il signor Gerard Sina, perchè raccolga la sfida di dare una mano a queste comunità storicamente emarginate per accompagnarle in un percorso di riscatto.

Ecco la nostra lettera.

 Illustre signor Sina,

a partire dal 2007 la nostra associazione ha operato presso la comunità di Kibali, per il muzungu semplicemente gli amici Batwa, realizzando per gli allora 47 nuclei familiari, lì residenti, altrettante casette (clicca qui); poi negli anni successivi terrazzando oltre otto ettari di terreni che le autorità civili hanno messo a disposizione di quella comunità (clicca qui). Abbiamo quindi sostenuto la messa a coltura di quei terreni, in un alternarsi di risultati incoraggianti e di frustanti delusioni, nonostante un certo impegno dei componenti della comunità.  Nel complesso, assistiamo a un cospicuo patrimonio di terreni agricoli non pienamente sfruttati da parte di quella comunità che da quegli stessi terreni potrebbe trarre importanti fonte di sostentamento. 

Di fronte a questo desolante stato di fatto, memore della sua storia personale, che da un’infanzia difficile ha saputo assurgere a imprenditore di successo non solo a livello nazionale, vorremmo lanciarle una proposta sfidante. Proporre alle autorità civili di assumere la gestione di quei terreni, valorizzandoli, come lei sa fare, e condividendone i frutti, secondo modalità da definirsi, con i componenti di quella comunità. Comunità che potrà essere coinvolta anche nelle attività agricole che si intendono lì attuare, intraprendendo un percorso formativo per i componenti della cooperativa, già attiva nel passato nei lavori agricoli,  sotto la guida dei suoi tecnici.

 Potrebbe essere questo un progetto pilota replicabile in realtà consimili, presenti numerose sul territorio. Un progetto che avrebbe un ritorno per tutti i protagonisti: 

per il suo Gruppo, la conferma di un’attenzione alla realtà sociale in cui opera, con indubbi ritorni a livello d’immagine; 

per le autorità civili, una concreta risposta alla domanda di sostegno che comunità come quella di Kibali richiedono; 

per le famiglie della comunità, una  reale risposta alle loro esigenze quotidiane, non disgiunta da un possibile inizio di un percorso di riscatto che le affranchi dalla situazione di disagio in cui vivono.

 Come vede tutti potrebbero uscire vincitori da questa sfida, solo che lei la raccolga, come ha saputo fare tante altre volte nella sua vita, a partire dai tempi lontani in cui era bambino a Kigali e ha trovato chi le ha offerta un’opportunità. 

 Con profonda stima ed ammirazione.

Associazione Kwizera odv                              


Al Posto di sanità "Alfredo Pierotti" di Mubuga

Nel pomeriggio di giovedì ci siamo recati al Posto di sanità di Mubuga . Il Posto, unità di base nel sistema sanitario ruandese, è stato realizzato nel 2019, grazie alla munifica donazione della dottoressa Marinella Poggi in ricordo del marito Alfredo Pierotti, al quale l'opera è dedicata.Ci accompagnava don Lucien Hakizimana a suo tempo propugnatore dell'opera, in qualità di parroco di Kisaro, parrocchia dove sorge il Posto. Oltre che per verificare il funzionamento del presidio sanitario, che abbiamo trovato ben organizzato e ben manutenuto,  la visita doveva essere l'occasione per la consegna  di un ecografo portatile ( valore circa 3.000 euro) donato dalla dottoressa Marinella. Ci hanno accolti l'operatore del Posto di sanità ed un rappresentante del Centro di sanità di Kisaro, oltre al parroco e ad alcune pazienti in attesa. Ci ha quindi raggiunto il responsabile del Settore, l'unità amministrativa di base, signor Alcade Kabayiza. Ne è seguita  la cerimonia di consegna dell'ecografo, accompagnato anche dalla comunicazione della messa a disposizione di una dotazione in denaro, resa disponibile dalla stessa dottoressa Marinella, a cui gli operatori del Posto di sanità potranno fare ricorso per specifiche esigenze inerenti l'attività. L'ecografo è stato preso in consegna dagli operatori che, prima ancora che lasciassimo il Posto, erano già alle prese con il tutorial, scaricato da YouTube,  per apprenderne il funzionamento. Buon inizio!

L'incontro con i bambini del Progetto Adozioni


Pascasia con la mamma di 3 gemelli
Martedì, già di buon mattino, un folta rappresentanza dei bambini, inseriti nel Progetto Adozioni dell'Associazione, si è fatta trovare davanti all'ufficio dell'Associazione in Byumba, rispondendo all'invito di quella che per loro è una  sorta di angelo custode, madame Pascasia, la nostra fidatacollaboratrice locale. Molti erano anche i genitori presenti, per alcuni dei quali quella era l'occasione per ritirare la seconda tranche del contributo annuale che la generosità delle famiglie adottive italiane fa loro arrivare. L'incontro è stata l'occasione per fare con molti di loro una istantanea da inoltrare in tempo reale via WhatsApp,  ai rispettivi benefattori di cui disponevamo dei numeri telefonici. Per una di loro, Chartine, c'è stata pure la sorpresa di ricevere, quasi in tempo reale, un saluto telefonico dalla sua emozionatissima madrina italiana, la signora Dolores Matteo di Como. Per tutti i 34 bambini del Progetto è in fase di spedizione, direttamente da Byumba, la consueta lettera che indirizziamo ai benefattori, accompagnata da una foto aggiornata di ciascun bambino. Quella di martedì è stata una bella mattinata che ci ha consentito di apprezzare, ancora una volta, l'ottima gestione del Progetto da parte della nostra madame Pascasia;  conosce una per una le famiglie beneficiarie e le loro storie, spesso dai risvolti segnati da situazione di degrado familiare, riuscendo così a garantire una corretta gestione del denaro erogato perchè sia in toto finalizzato  al benessere dei bambini.

All'asilo Carlin

 Venerdì è dedicato alla visita all'Asilo Carlin, non prima di essere passati dalla casa parrocchiale di Nyagahanga dove incontriamo il nuovo parroco, don Cleto, una nostra vecchia conoscenza dai tempi in cui per le nostre missioni facevamo base al Petit Seminaire di Rwesero, dove appunto don Cleto insegnava. Per arrivare a 
Nyagahanga abbiamo percorso una strada ampia ed asfaltata, salvo alcuni tratti in via di ultimazione, lontano ricordo di quella pista sconnessa e piena di buche percorsa tante volte in passato. Anche la chiesa parrocchiale ha subito un restyling in vista del recente giubileo  in cui si è celebrato il 75° di fondazione della parrocchia. Abbiamo visitato il Centro parrocchiale, una realizzazione dell'Associazione nel lontano 2008, trovandolo ben tenuto. A Kagera abbiamo trovato la solita entusiastica accoglienza: anche se in pieno periodo di vacanze, le tre insegnanti hanno radunato ben 153 bambini e molti genitori. Un'accoglienza che non ha però fatto passare in secondo piano alcuni problemi che sono emersi recentemente nella gestione dell'Asilo. A partire dallo scoppio, qualche settimana fa, probabilmente causa il caldo, della cisterna da 10.000 litri che garantiva l'acqua igienico sanitaria per i bambini. Per arrivare al danneggiamento della recinzione dell'Otilia Park e della rottura delle altalene, causa la non eccelsa qualità dei materiali usati, di cui abbiamo interessato il costruttore e vedremo cosa potremo ottenere. Anche alla luce di questi fatti, forse evitabili con una più una attenta cura e vigilanza, abbiamo richiesto un maggior coinvolgimento dei genitori che dovrebbero garantire, nell'arco dell'anno 2/3 giornate ciascuno come vigilanti e manutentori, salvo che si accollino una piccolissima sorta di retta mensile per la frequenza di 300 Frw ( meno di mezzo euro). Con don Cleto abbiamo affrontato questi problemi e siamo certi che vi porremo rimedio perchè l'Asilo continui ad essere uno strumento efficace al servizio della comunità locale che, ricordiamolo, vive in uno dei contesti più difficili della realtà ruandese, quella delle campagne più profonde. 

mercoledì 7 settembre 2022

Diario Missione 2022

 Dopo un volo da Istanbul tranquillo, ma un po' sacrificato per la scomodità dei posti (Turkish Airline sulla tratta africana non è ancora ai livelli di KLM e Brussels Airline, a partire dal catering molto povero), come al solito ci accoglie don Paolo Gahutu, venuto dalla sua lontana parrocchia di Mulindi, posta sul confine con l'Uganda. Dopo il pernottamento presso la sempre accogliente Domus Pacis, iniziamo la giornata con la santa messa celebrata da don Paolo nella cappellina della residenza. Quindi, si va in città: incontriamo il nostro "cambista di strada" Gregoire, di cui abbiamo parlato nel nostro libro "Dentro il Rwanda", che ci fornisce la valuta locale, poi andiamo alla Mtn per l'acquisto della scheda telefonica ruandese che ci permetterà di sentirci con tutti i nostri contatti in loco, mentre per i contatti con l'Italia provvederemo con WhatsApp. Lasciamo Kigali per avviarci verso Mulindi, dove resteremo fino a domenica, facendo tappa per il pranzo a Rwesero dove consumiamo una bella tilapia al Beach, il ristorante di proprietà della diocesi di Byumba facente parte del complesso del Petit Seminaire, posto in riva al lago Muhazi. La tappa successiva sarà Rwamiko, dove visiteremo la Casa di Catia, non prima d'aver salutato la mamma di don Paolo, la cui casa paterna si trova appunto sulla strada che dobbiamo percorerre.  

Casa di Catia

A Rwamiko ci accolgono suor Donata e suor Cristine dell'ordine del Buon Pastore a cui nel 2020 affidammo la nuova realizzazione, una struttura per la pastorale delle ragazze madri, la Casa di Catia, in memoria della compianta Catia Asti. Complice la pandemia, finora la Casa ha avuto un utilizzo parziale, anche in attesa che si completi il progetto che le suore stanno realizzando in loco di una scuola professionale con annessa una struttura per riunioni e laboratori. A regime, la Casa diverrà un punto di riferimento per le ragazze madri e, soprattutto, per i loro bambini che qui troveranno anche una sorta di asilo nido mentre le loro mamme frequenteranno i corsi professionali.

giovedì 1 settembre 2022

Missione Kwizera 2022 XVI

Dopo una assenza di tre anni, causa i blocchi dovuti al Covid, si torna finalmente, per la sedicesimo volta in Rwanda, dopo quel primo viaggio del 2003. Sarà una Missione piuttosto breve, si concluderà il 12 settembre, ed in solitario causa l'impossibilità di altri amici di partecipare. Faremo comunque tutto il necessario per tener vivo il lavoro dell'Associazione Kwizera Odv. Già da domani, sbrigati gli immancabili preliminari a Kigali, faremo un sopralluogo a Rwamiko, alla Casa di Catia realizzata nel 2020 e mai visitata. Il giorno successivo andremo con don Paolo ed il nuovo parroco di Nyagahanga, all'asilo Carlin a Kagera per fare il punto dell'attività con le insegnanti  e per pianificare la sostituzione della cisterna da 10.000 litri che è scoppiata un paio di mesi fa. Trascorreremo sabato e domenica nella parrocchia di Mulindi guidata da don Paolo, incontrando gruppi locali impegnati in attività cooperative. Lunedì si andrà a Byumba per la ripresa dei contatti in diocesi e per fare il punto con Pascasia delle attività svolte in queste periodo di assenza . Martedì sarà dedicato al Progetto Adozioni, mentre mercoledì andremo a Nyinawimana presso il monastero delle Clarisse che sosteniamo con il Porgetto "Non di solo pane..". Giovedì sarà il Batwa Day con la visita alle comunità di Kibali e Miyowe. Nello stesso giorno visiteremo il Posto di Sanità di Mubuga, intitolato ad Alfredo Perotti. Venerdì sarà dedicato a qualche incontro, mentre sabato si tornerà a Nyaghanga per la celebrazione della messa presso la chiesa di Bugarama, la chiesa dell'Associazione.

giovedì 4 agosto 2022

E' morto improvvisamente don Roberto Esposito Mpazayino

Padre Robert
La notizia è arrivata improvvisa ieri pomeriggio dal Rwanda: con una chiamata su WhatsApp  Don Paolo Gahutu annunciava la morte improvvisa di padre  Jean Marie Robert Esposito Mpazayino, noto a tutti come Padre Robert. Il 57enne, parroco a Ceppaloni in provincia di Benevento sarebbe stato colto da un malore che avrebbe reso inutili i primi soccorsi. Lo conoscevamo dal 1994, all'indomani della tragica conclusione della guerra civile ruandese, che oltre a centinaia di migliaia di mori provocò anche migliaia di profughi nei vicini Paesi africani, ma anche in Europa.Padre Robert fu uno di loro. Arrivò in Italia proprio allora, grazie alla Croce Rossa, unitamente ad altri due seminaristi: Cirillo, Paolo.  Sul finire del 1994, tutti e tre furono ospiti della comunità parrocchiale di Grosio, dopo che erano venuti in contatto con ragazzi della parrocchia, in occasione di un campo estivo a cui avevano partecipato per cominciare a imparare l’italiano.  I rapporti con la comunità di Grosio si consolidarono negli anni di seminario trascorsi a Roma. Dopo le ordinazioni sacerdotali, a cui presenziarono anche diversi grosini,  don Cirillo e don Roberto rimasero in Italia, mentre don Paolo, con coraggio e non senza qualche rischio, fece ritorno in Rwanda. Don Roberto ha svolto il suo ministero sacerdotale nella diocesi di Benevento. Vogliamo ricordarlo qui con le parole di ringraziamento che gli sono state rivolte dal sindaco di Ceppaloni, il 12 luglio scorso, in occasione del 25° anniversario di ordinazione sacerdotale: "ringrazio Padre Robert per il suo essere un parroco sempre partecipe con gioia, pace e amore, collaborativo con la sua comunità, sempre accanto agli ultimi, agli umili, agli ammalati aurandogli di proseguire il suo lungo cammino con il Signore e con il popolo di San Giovanni". 

mercoledì 3 agosto 2022

Governo delibera importante aumento degli stipendi del personale della scuola

Il Governo ruandese ha deciso un significativo intervento sugli stipendi del personale scolastico, comportante importanti aumenti per tutti gli insegnanti delle scuole primarie e secondarie. Per gli insegnanti della scuola primaria l'aumento sarà  fino all'88% a decorrere da questo mese. Gli insegnanti delle scuole primarie con certificati A2 riceveranno  un aumento di stipendio dell'88%: la paga netta passerà  da Rwf 57.639 a Rwf 108.488, (il cambio attuale è di 1 euro= 1050Frw) mentre gli insegnanti con  un certificato A1 passeranno da Rwf 136.895 a Rwf 191.811, con un aumento del 40%. I titolari di laurea (A0), per la gran parte  insegnanti di scuola secondaria,  riceveranno 246.384 Rwf rispetto agli attuali 176.189 Rwf.    Il governo ha anche rivisto gli stipendi dei presidi e del personale di supporto: i dirigenti delle scuole secondarie (compresi i centri TVET) riceveranno 314.850 Rwf di retribuzione mensile, mentre le loro controparti della scuola primaria riceveranno 152.525 Rwf dagli attuali 101.681 Rwf.. Il governo ha altresì finanziato con  5 miliardi di Rwf l'Umwalimu Sacco, la cooperativa di risparmio degli insegnanti, per contribuire ad aumentare l'accesso ai finanziamenti. L'intervento del governo intende rendere più appetibile l'insegnamento, tenuto conto che con gli stipendi attuali si era creata una certa disaffezione tra gli insegnanti che in gran numero, fino a 1.000 al mese, lasciavano l'insegnamento per ricercare altre occupazioni.Per far fronte a una certa carenza di insegnanti, il governo ruandese ha siglato un accordo con quello dello Zimbawe per reclutare fino a 500 insegnanti di quel Paese, la cui selezione e' in corso in questi giorni.

martedì 2 agosto 2022

Dall'assemblea della SECAM un appello dei Vescovi africani sulle migrazioni

Riportiamo la parte relativa alle migrazioni del Messaggio rilasciato dalla XIX Assemblea Plenaria delle Conferenze Episcopali dell'Africa e del Madagascar (SECAM), tenutasi ad Accra in Ghana, dal 25 luglio all'1 agosto. 

Esortiamo i leader e i decisori socio-politici a mettere in atto le strutture e le condizioni che scoraggino la migrazione irregolare: buon governo, opportunità di lavoro, sicurezza multiforme, inclusione politica e sociale, promozione della giustizia sociale. Esortiamo i paesi di transito e di accoglienza a rispettare i diritti e la dignità umana dei migranti.

A tutti coloro che sono intenzionati a migrare, in particolare ai giovani che cercano di esercitare il loro diritto a migrare, esortiamo a farlo in un modo che sia accettabile dal punto di vista amministrativo e con la piena consapevolezza delle sfide che li attendono. Incoraggiamo i nostri giovani a non perdere la speranza e ad aggrapparsi a Dio attraverso una vita di santità.

Esortiamo le comunità cristiane a sviluppare una pastorale attiva per le migrazioni, che si articola in quattro fasi di azione: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. 

Desideriamo esprimere il nostro dolore nel vedere i nostri giovani lasciare i nostri paesi, sapendo che soffriranno e forse perderanno la vita e ci lamentiamo della nostra incapacità di impedire loro di partire.

Ci impegniamo ad adottare misure che incoraggino la loro libera scelta e quelle che li coinvolgano nella costruzione dei loro paesi.

sabato 30 luglio 2022

Ciao Rina

E' morta questa mattina, all'età di 82 anni, la carissima Maria Rina, moglie di Franco Simonini, fondatore e presidente dell'Ass. Kwizera onlus, di cui lei stessa era stata negli anni  una assidua e partecipe sostenitrice.  La ricordiamo impegnata nei momenti associativi e nell'organizzazione delle cene annuali dell'Associazione. Dal 2002 al 2005 aveva voluto accompagnare il marito e altri volontari nelle prime missioni associative in Rwanda. Ne sono testimonianza alcune fotografie che la ritraggono  fra bambini gioiosi, comparse nella pubblicazione associativa del 2011. La storia di Rina  ricorda da vicino quella di Catia, la moglie dell'altra colonna dell'associazione , Angelo Bertolucci, scomparsa nel febbraio 2020. Lo stesso generoso impegno associativo a favore dei più deboli, ma soprattutto la malattia e la lotta contro il tumore.  Un Calvario percorso con grande dignità, sempre  sostenuta da Franco e dalla vicinanza degli amici, fino all'epilogo odierno. Ciao Rina, dall'alto unitamente a Catia, vigila su di noi.


venerdì 22 luglio 2022

Gallicano: Rampini presenta il suo ultimo libro e ne riceve due sul Rwanda

Ieri sera il noto giornalista Federico Rampini e' stato ospite della Rassegna Letteraria
"Gallicano in copertina", con il suo ultimo libro "America, viaggio alla scoperta di un Paese". 
Prima dell'incontro, Rampini e' stato ospite del Bar Sport dell'amico Angelo Bertolucci, compagno di tante missioni in Rwanda, che ha approfittato per consegnare all'illustre ospite i nostri due libri: Il modello Rwanda e Dentro il Rwanda. Così Rampini avra' modo di arricchire il suo sconfinato patrimonio di conoscenze geopolotiche anche con quelle della piccola realtà ruandese.

lunedì 18 luglio 2022

Il Rwanda sarà la sede della neo Agenzia africana per i medicinali

 Venerdì della scorsa settimana, l'Unione Africana ha annunciato che il Rwanda ospiterà il quartier generale  dell'Agenzia africana per i medicinali-African Medicines Agency (AMA). L'agenzia diventa la seconda agenzia sanitaria specializzata dell'UA dopo l'Africa Centers for Disease Control and Prevention (Africa CDC), con sede ad Addis Abeba. La decisione arriva a un decennio dalla presentazione dell'idea e dopo che  la pandemia di Covid-19 ha messo in luce la dipendenza del continente dai vaccini importati e da altri prodotti farmaceutici, rendendo l'accesso ai prodotti medici insieme a un ambiente normativo armonizzato una priorità in tutti i paesi africani. Infatti,  secondo i rapporti dell'UA, poco più del 5% dei medicinali e dell'1% dei vaccini consumati dalla popolazione  sono prodotti nel continente. Gli esperti sostengono che l'AMA possa aiutare l'Africa a passare dagli attuali bassi livelli esistenti di capacità di regolamentazione a un approccio armonizzato a livello regionale. L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che solo il 7% dei Paesi africani abbia una capacità moderata per la regolamentazione dei farmaci e oltre il 90% abbia una capacità minima o nulla. Supportando lo sviluppo delle capacità e l'armonizzazione di standard e processi, l'AMA può aiutare a rafforzare la regolamentazione dei farmaci in un contesto di risorse limitate che contribuisce anche alla massima prevalenza regionale di medicinali scadenti e falsificati. Anche per questo, per esempio, in Rwanda è vietato ai volontari in missione di portare al seguito medicinali da distribuire alla popolazione. Secondo Zachee Iyakaremye, Segretario Permanente presso il Ministero della Salute del RWwnda, l'AMA dovrebbe sostenere la crescita della produzione farmaceutica locale, valutare i prodotti medici per il trattamento di malattie prioritarie come determinato dall'UA e ispezionare, coordinare e condividere regolarmente le informazioni sui prodotti che sono autorizzati alla commercializzazione. L'hosting di AMA arriva in un momento in cui il Rwanda sta investendo nella  produzione locale di vaccini; è di qualche settimana fa l'avvio della costruzione  dell'impianto di produzione di vaccini BioNTech a Kigali che promuoverà la produzione scalabile di vaccini mRNA in Africa (vedi qui).

mercoledì 29 giugno 2022

Le origini dell'attuale esplosiva situazione di crisi nel Kivu

Segnaliamo questo lungo articolo, apparso su il FarodiRoma,  che, ripercorrendo la storia degli ultimi tre decenni, ci aiuta a comprendere la situazione  che si è venuta a creare nell'est della Repubblica Democratica del Congo, il famoso Kivu, ai confini con il Rwanda. Vi si analizzano i fatti principali che hanno portato alla situazione odierna, un vero e proprio vulcano in sonno pronto ad esplodere nell'ennesima guerra nella' area dei Grandi Laghi.

Clicca qui per leggere l'articolo



venerdì 17 giugno 2022

Il Kinyarwanda tra le lingue tradotte in automatico da Google Translate

Google ha annunciato che il Kinyarwanda unitamente ad altre nove lingue africane tra cui Bambara (Mali), Ewe (Ghana, Togo), Krio (Sierra Leone), Lingala (Africa Centrale),  Oromo (Etiopia), Sepedi (Sud Africa), Tigrinya (Eritrea, Etiopia), Tsonga (Sud Africa) e Twi (Ghana) potranno ora essere tradotte da Google. Buone notizie, a priori, soprattutto perché Google Translate è integrato di default su molti siti di terze parti o piattaforme importanti come Facebook o Twitter. Anche il nostro picolo sito potrà beneficiare di questo servizio e quindi gli amici ruandesi potranno leggerlo in Kinyarwanda, tramite Google Translate, cliccando sull'icona posizionata qui a destra.

sabato 11 giugno 2022

BioNTech avvierà un centro di produzione di vaccini mRNA a Kigali

L'azienda farmaceutica tedesca BioNTech ha annunciato l'inizio, il prossimo 23 giugno,  della  costruzione di una  fabbrica di vaccini mRNA a Kigali per consentire alle nazioni africane di avviare la propria rete di produzione. La nuova struttura, allestita  nella Zona Economica Speciale nel Distretto di Gasabo, permetterà una capacità iniziale stimata fino a 50 milioni di dosi del vaccino Pfizer-BioNTech Covid-19 all'anno. BioNTech inizialmente fornirà il personale necessario e gestirà le strutture  per supportare l'avvio rapido e sicuro della produzione, nell'ambito di rigorosi processi di produzione, preparando altresì il trasferimento del necessario  know-how ai partner locali per consentire il funzionamento indipendente. I vaccini prodotti nella nuova struttura  dovrebbero essere destinati al mercato interno ed all'esportazione in altri stati membri dell'Unione africana a un prezzo senza scopo di lucro. Secondo il Ministro della Salute Dr. Daniel Ngamije, col tempo  la capacità sarà aumentata, aggiungendo ulteriori linee e siti, fino a raggiungere diverse centinaia di milioni di dosi di vaccino mRNA.

martedì 7 giugno 2022

Festeggiano il loro matrimonio donando 4 cisterne agli amici ruandesi

Sabato 4 giugno, Luigi Menini e Claudia Pini hanno celebrato il loro matrimonio nel santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto (So).I neo sposi hanno voluto condividere la loro gioia con gli amici ruandesi donando quattro cisterne da 5.000 litri cadauna: due sono state destinate alla parrocchia di Mulindi, retta dal don Paolo Gahutu, e due direttamente alla sede vescovile di Byumba, anche per celebrare l'entrata del nuovo vescovo, mons. Papias Musengamana. Durante i festeggiamenti che hanno fatto seguito alla cerimonia religiosa, i novelli sposi hanno avuto anche la sorpresa di ricevere gli auguri canori  di un gruppo di bambini della parrocchia di Mulindi.


mercoledì 18 maggio 2022

5 per mille, una firma che può fare molto (e non costa nulla) e Donazioni

In questi giorni sui media ha avuto inizio, promossa dai soggetti più diversi, la campagna volta a richiedere al cittadino contribuente la destinazione del “cinque per mille” dell’Irpef versata all’erario a favore di organismi impegnati nei campi più svariati del sociale. Questo meccanismo, che ha visto la luce nella legge finanziaria 2006 per una felice intuizione dell'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti, mira a dare più libertà di scelta ai cittadini: poter destinare direttamente, anche se in piccola percentuale, i propri tributi alle iniziative di volontariato e di ricerca scientifica.Si tratta di un modo concreto di attuare la sussidiarietà, uno dei principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, consentendo ai diversi corpi sociali intermedi di poter svolgere direttamente  ciò che sono in grado di fare autonomamente, spesso meglio del soggetto pubblico, nei diversi campi in cui l’impegno di questi organismi si estrinseca. 



In questo momento  particolare, in cui è difficile pensare ad aiutare gli altri, costretti come siamo a fare i conti con la  dura realtà di una crisi che ha cambiato  la quotidianità di ognuno di noi, diventa obiettivamente sempre più difficile sollecitare un contributo anche per la più nobile delle cause. Tuttavia, pur in  questo clima, per non inaridire totalmente la nostra disponibilità e apertura verso gli altri, ci viene in aiuto proprio lo strumento della destinazione del 5 per mille delle imposte versate. Una scelta che ci sentiamo  di sollecitare con serenità, proprio perchè non incide minimamente sulle tasche di chi la compie. Un piccolo gesto che non ci costerà nulla ma che, unito a quello di tanti altri, può aiutare a sostenere l'Associazione Kwizera Odv nei  progetti che sta promuovendo in Rwanda, a partire dal sostegno dell'Asilo Carlin. Nel passato i fondi del cinque per mille sono stati destinati a diversi interventi consultabili cliccando qui.
Chi vorrà quindi destinare il proprio cinque per mille dell'IRPEF potrà far conoscere la propria scelta in sede di 730 o di modello Unico. Per coloro che non compilano il 730 o il modello Unico, basterà compilare il modulo ricevuto con il CUD, sottoscrivendolo nell'apposito spazio, dopo aver indicato il Codice Fiscale dell'Associazione Kwizera odv  n. 93031930147 riconsegnandolo al sostituto d’imposta o consegnandolo a un Ufficio Postale che provvederà gratuitamente a trasmetterlo all’Amministrazione finanziaria.  
Trattamento fiscale delle donazioni
Chi vorrà contribuire direttamente alla nostra opera lo potrà fare tramite versamento, con la causale Donazione,  sul nostro conto corrente:IBAN IT53K0623052160000015079889. Ricordiamo che le donazioni con bonifico bancario o altro mezzo di pagamento tracciabile, corredate dal proprio codice fiscale, sono detraibili dall'IRPEF nella misura del 35% o deducibili in sede di denuncia dei redditi, come dettagliatamente illustrato qui di seguito. 
A decorrere dal periodo d’imposta 2018, le erogazioni liberali (in denaro o in natura) a favore degli ETS non commerciali, di cui al co. 5, art. 79 del D.Lgs. n. 117/2017 effettuate da PERSONE FISICHE ai sensi del co. 1, art. 83 dello stesso Decreto, danno luogo ad una detrazione dall'IRPEF nella misura del 30%, per un importo complessivo in ciascun periodo d'imposta non superiore a 30.000 euro. La detrazione è elevata al 35% se l’erogazione è fatta ad una ODV. In alternativa, ai sensi del co. 2, art. 83, le persone fisiche potranno dedurre dal reddito complessivo netto le liberalità in denaro o natura nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato senza alcun tetto massimo (entrambi i regimi di detrazione/deduzione non sono cumulabili né tra loro, né con altre analoghe agevolazioni fiscali previste a fronte delle medesime erogazioni liberali).Ai sensi del co. 2, art. 83 del D.Lgs. n. 117/2017, gli ENTI E SOCIETA' potranno dedurre dal reddito complessivo netto, le liberalità in denaro o natura nel limite del 10% del reddito complessivo dichiarato senza alcun tetto massimo. Anche in questa ipotesi il regime descritto non è cumulabile con altre analoghe agevolazioni fiscali, previste a fronte delle medesime erogazioni liberali. I suddetti versamenti - per essere deducibili/detraibili - non dovranno mai essere eseguiti in contanti ma tramite banche o uffici postali nonché altri sistemi che ne garantiscano la tracciabilità (previsti dall’art. 23 del D.Lgs. n. 241/1997 - Ad esempio: carte di credito, carte di debito, prepagate, assegni bancari e circolari). Il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, del 28 novembre 2019 individua le tipologie dei beni in natura che danno diritto alla detrazione o alla deduzione d'imposta e stabilisce i criteri e le modalità di valorizzazione delle liberalità di cui ai commi 1 e 2 dell'art. 83 del D.Lgs. n. 117/2017.