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venerdì 23 maggio 2025

Per la legge sulla sicurezza delle chiese sospeso il famoso raduno al santuario di Ruhango

La legge sulla sicurezza nelle chiese, di cui abbiamo trattato in nostri precedenti post (leggi qui), ha di recente fatto un'altra vittima illustre; infatti, è di qualche giorno fa la decisione delle competenti autorità di sospendere temporaneamente un popolare raduno religioso presso un santuario noto come Kwa Yezu Nyirimpuhwe, nel distretto di Ruhango, di cui avevamo riferito in occasione di una nostra passata visita (leggi qui)

Pellegrini al santuario di Ruhango
 Anche per la notorietà del sito, la chiusura ha acceso un certo dibattito su cui è intervenuto il quotidiano The New Times in questi termini. 
"Mentre alcuni la considerano una limitazione della libertà religiosa, la realtà è
complessa e profondamente radicata nella responsabilità di proteggere la vita umana.È importante ricordare che fede e sicurezza non si escludono a vicenda. Il culto dovrebbe essere fonte di guarigione, non di danno. Dobbiamo chiederci: a quale prezzo si stanno svolgendo questi raduni di massa? Quando le persone si feriscono o subiscono traumi durante il culto, ciò contraddice l'essenza stessa della comunità spirituale.Invece di reagire con frustrazione, i fedeli dovrebbero incanalare le proprie energie in un dialogo costruttivo. I leader della Chiesa devono essere ritenuti responsabili, non per ostilità, ma per cura. Si tratta di istituzioni che, in molti casi, dispongono dei mezzi finanziari e logistici per garantire un migliore controllo della folla, un adeguato supporto medico e infrastrutture più sicure. Perché, allora, la sicurezza dovrebbe essere compromessa? I credenti dovrebbero incoraggiare i loro leader a considerare questa chiusura temporanea come un'opportunità per migliorare la situazione. Questa non è persecuzione; è una pausa necessaria che potrebbe prevenire future tragedie. Non aspettiamo che si verifichi una catastrofe di proporzioni enormi per apportare cambiamenti che potrebbero salvare vite umane.I ruandesi hanno da tempo dimostrato resilienza e unità nei momenti difficili. Che questo momento non sia diverso. Sosteniamo la sicurezza dei luoghi di culto, perché amare il prossimo significa anche garantire il suo benessere fisico. La fede prospera al meglio dove le vite sono protette. La sicurezza, dopotutto, non è un lusso, è una responsabilità che tutti condividiamo ed è un diritto per cui dobbiamo lottare." 

Le motivazioni addotte, che potrebbero avere un'apparenza di fondatezza per il caso in discussione, non dovrebbero però far dimenticare la situazione complessiva in cui si trovano  migliaia di luoghi di culto ancora chiusi, anche dopo che sono stati apportati gli interventi richiesti dalle autorità. Allora, forse, si tratta di qualcosa d'altro e non solo di motivi di sicurezza ed i richiami de The New Times, a non considerare il tutto "una limitazione della libertà religiosa" piuttosto che "una persecuzione", sembrano quasi suonare come un'exusatio non petita che non dovrebbe lasciar del tutto tranquille le competenti autorità ecclesiastiche.

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