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giovedì 25 febbraio 2021

Il gas del lago Kivu arriverà anche nelle case dei ruandesi

Impianto di estrazione del gas Kivu-Watt

Il Rwanda prosegue la valorizzazione da parte del Rwanda dei giacimenti di gas esistenti sotto le acque del lago Kivu, in barba alle pretese degli ecologisti della domenica che vorrebbero bandire le fonti fossili per ottenere energia, anche per Paesi in via di sviluppo.Dopo che nel passato era stata realizzata una grande centrale a metano ed è allo studio anche la possibilità di estrarre dal metano fertilizzanti per l’agricoltura, ora è la volta dell’uso domestico, automobilistico ed industriale del gas. Nel febbraio 2019, il Rwanda aveva firmato un accordo da 400 milioni di dollari con Gasmeth Energy , una società con capitali statunitensi, nigeriani e ruandesi, per una di concessione di 25 anni per l'estrazione di gas naturale dal lago Kivu e la sua trasformazione in metano in CNG.Il progetto, rispettoso dell'impatto ambientale e sociale (ESIA) secondo i più alti standard richiesti dagli istituti di credito internazionali, prevede la costruzione di un impianto di estrazione del gas offshore insieme a impianti di trattamento e compressione del gas onshore per CNG. L'uso del gas da cucina permetterà di affrancarsi dall'elevata dipendenza dal carbone o dalla legna da ardere che emettono fumo dannoso per la salute delle persone. La domanda di gas da cucina è in aumento poiché il Rwanda cerca di adottare soluzioni energetiche pulite per cucinare, nel tentativo di ridurre l'uso di carbone e legna da ardere come combustibili per cucinare. Si prevede inoltre che il progetto oltre che ridurre l'inquinamento possa ridurre altresì l'abbattimento degli alberi e consentirà al  Rwanda di ridurre il consumo di biomassa dal 79% nel 2017 al 42% entro il 2024. Secondo le stime del Ministero delle Infrastrutture, la domanda di GPL dovrebbe salire a oltre 240.000 tonnellate entro il 2024 dalle 10.000 tonnellate del 2017.

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