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lunedì 17 luglio 2017

Iniziata la campagna per le presidenziali 2017: si accendono i riflettori sul Rwanda






E’ iniziata la campagna elettorale delle presidenziali 2017 in previsioni delle elezioni che si terranno  il prossimo 4 agosto e che  decreteranno il prossimo presidente del Rwanda. Tre sono i candidati che concorrono: il presidente uscente Paul Kagame, esponente del Fronte patriottico rwandese (RPF), Frank Habineza del Partito  Verde del Rwanda e il candidato indipendente Philippe Mpayimana. Sul risultato, scontato come nessun altro mai essendo incerta solo la percentuale con cui Kagame si aggiudicherà la tornata, dovrebbero vigilare osservatori internazionali; almeno così recitava un articolo comparso sull’edizione on line
del quotidiano The New Times, ora stranamente non più raggiungibile, in cui si parlava di rappresentanti del The Carter Center, nella persona dell'ex segretario di stato americano John Kerry, e di esponenti dell'Unione Europea. Come naturale, in coincidenza del periodo elettorale si sono accesi anche i riflettori sul Rwanda da parte della stampa  internazionale e delle ong impegnate nella difesa dei diritti umani.  Così è uscito un rapporto dell'ong HumanRights Watch , sdegnosamente respinto dalle autorità governative, in cui si denunciano esecuzioni sommarie da parte della forze di sicurezza rwandesi di una quarantina di piccoli criminali nella parte occidentale del paese. A sua volta, l'autorevole settimanale britannico The Economist ha pubblicato un articolo dal titolo, Many Africans see Kagame’s Rwanda as a model. They are wrong, ( Molti africani vedono il Rwanda di Kagame come un modello. Si sbagliano), in cui, dopo aver riconosciuto gli indubbi meriti della governance rwandese  a partire dal 1994, conclude, dopo aver evidenziato le criticità in tema di diritti e libertà democratiche, con un brutale benservito a Paul Kagame: " Dopo le elezioni  l'uomo forte del Rwanda dovrebbe ritirarsi con grazia". Presumibilmente, questo è solo l'inizio; da qui  in avanti, per qualche tempo, il Rwanda sarà sotto i riflettori della comunità internazionale e con i riconoscimenti arriveranno, immancabili, anche le critiche. 

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