I rappresentanti delle diocesi rwandesi, esperti in
affari economici, sono riuniti in questi giorni a Kigali, presso il centro San Vincent Pallotti di Gikondo, per un workshop
sui bisogni finanziari e sulla gestione delle risorse economiche della Chiesa
rwandese. Perché, come affermato nell’indirizzo di saluto di Mons Célestin
Hakizimana, Vescovo di Gikongoro e Presidente della Commissione episcopale
per gli affari economici, è "il
momento per la Chiesa cattolica di rivedere le proprie strategie nella
mobilitazione dei fondi necessari per condurre correttamente il proprio apostolato,
pervenendo, dopo tanto parlare, a proposte efficaci che rispondano alle
pressanti sfide a cui sono chiamate le diverse diocesi. Nel seminario, i
partecipanti si scambieranno le loro esperienze interrogandosi su come porre
rimedio alla sempre più evidente carenza di fondi, di come reperire nuove
risorse finanziarie e su come gestirle al meglio, così come dare attuazione con
professionalità ai diversi progetti in
cui quasi tutte le diocesi sono impegnate. Nel dibattito dovrebbe avere spazio, in primis, la
valorizzazione del consistente patrimonio di terreni agricoli di cui dispongono
tutte le diocesi, non poche volte abbandonato a se stesso e comunque non valorizzato
appieno, secondo i criteri di una moderna agricoltura che, in mano ai privati,
in Rwanda comincia a dare risposte reddituali significative. Anche nel caso di loro
affidamento a cooperative agricole, attenti criteri gestionali accompagnati all’introduzione
di più moderne tecniche agricole può
portare a rese economiche importanti con beneficio di tutte le parti coinvolte, superando anche la mera logica della lotta alla fame.
Senza dimenticare che terreni incolti richiamano l’attenzione delle autorità
con il conseguente rischio di non improbabili misure di esproprio ( vedi al riguardo questo nostro vecchio post). Anche molti edifici costruiti nel passato
richiederebbero opere di recupero e ripristino. Troppo spesso, infatti, vengono
messi in campo nuovi investimenti immobiliari, lasciando inutilizzati e
destinati a un inevitabile degrado immobili che potrebbero essere ancora
utilizzati. Da ultimo un’attenzione dovrebbe essere riservata alla
valorizzazione, nel lungo termine, di investimenti già in essere, come nel caso
della banca RIM. In questo momento in Rwanda le attività finanziarie stanno
attirando l’attenzione degli investitori esteri per le potenzialità che il
mercato offre, le diocesi dovrebbero quindi vedere nella RIM non solo uno
strumento per intervenire a sostegno dei risparmiatori e delle famiglie, ma
anche un vero e proprio investimento che dovrebbe garantire un ritorno in
termini di dividendi annui nel breve periodo e una sua crescita di valore nel
tempo. Altrettanto va detto per iniziative in campo turistico ( alberghi e ristoranti). Fondamentale resta però la gestione professionale di
tutte queste attività, che devono essere affidate primariamente a professionisti e tecnici
affidabili e provati, qualità non necessariamente riscontrabili in un bravo sacerdote ( vedi questo post).Per quanto invece riguarda il reperimento di fondi da donatori esteri rimangono sempre valide queste nostre passate riflessioni ( clicca qui).
Nessun commento:
Posta un commento