Nel momento in cui il Progetto Africa-Italia-Africa, vedi nostro post del febbraio scorso, potrebbe approdare sui tavoli ministeriali per una valutazione circa la sua reale fattibilità, questa notizia conferma indirettamente la fondtezza della proposta di stage professionalizzanti per giovani medici rwandesi di cui il progetto si compone. Il Ministero della Salute rwandese ha
lanciato un progetto di telemedicina all'ospedale di Shyira nel distretto di
Nyabihu, che dovrebbe contribuire, attraverso l’utilizzo dell’ITC, a un
contenimento complessivo dei costi della sanità rwandese a partire da quelli di trasferimento dei pazienti ad altri
ospedali e, soprattutto per quanto ci riguarda, di formazione dei medici.Pur
tra inevitabili difficoltà nei collegamenti via internet, che non sempre garantiscono
la continuità delle comunicazioni, il progetto dovrebbe consentire ai medici
dell’ospedale di avere contatti con 64
medici specialisti di tutto il mondo, dalla Nigeria agli Stati Uniti, dal Congo
all’Uganda, che trattano diverse
malattie e da cui i medici rwandesi potranno avere importanti supporti.
Parlando al lancio dell'iniziativa, il dottor Innocent Turate, responsabile del centro HIV e di altri reparti di controllo delle malattie infettive nel Centro Biomedico Rwanda, ha dichiarato: "La tecnologia permetterà ai medici di chiedere un secondo parere da esperti di altri ospedali come CHUK, King Faisal o all'estero oltre che beneficiare di formazione e tutoraggio che possono essere forniti da specialisti al di fuori del paese".
A sua volta, il dottor Theoneste Rubanzabigwi, direttore dell'ospedale, sottolineando la necessità di avere medici esperti in Rwanda, ha aggiunto che poichè " i medici locali necessitano di più formazione e di apprendere di più da medici più anziani, questo progetto aiuterà a ottenere tale formazione senza necessariamente incontri faccia a faccia ". In quest'ottica, il Progetto pilota per il Rwanda di Stage professionalizzante per giovani medici africani, che fa parte dl più ampio Progetto Africa-Italia-Africa, sembra pienamente rispondente alle necessità evidenziati dai responsabili della sanità rwandese.
Parlando al lancio dell'iniziativa, il dottor Innocent Turate, responsabile del centro HIV e di altri reparti di controllo delle malattie infettive nel Centro Biomedico Rwanda, ha dichiarato: "La tecnologia permetterà ai medici di chiedere un secondo parere da esperti di altri ospedali come CHUK, King Faisal o all'estero oltre che beneficiare di formazione e tutoraggio che possono essere forniti da specialisti al di fuori del paese".
A sua volta, il dottor Theoneste Rubanzabigwi, direttore dell'ospedale, sottolineando la necessità di avere medici esperti in Rwanda, ha aggiunto che poichè " i medici locali necessitano di più formazione e di apprendere di più da medici più anziani, questo progetto aiuterà a ottenere tale formazione senza necessariamente incontri faccia a faccia ". In quest'ottica, il Progetto pilota per il Rwanda di Stage professionalizzante per giovani medici africani, che fa parte dl più ampio Progetto Africa-Italia-Africa, sembra pienamente rispondente alle necessità evidenziati dai responsabili della sanità rwandese.
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