Anche per chi si ritiene conoscitore del Rwanda qualche
volta capita di imbattersi in vere e
proprie sorprese. E’ quanto abbiamo appreso da un articolo
apparso su The New Times, in cui una vecchia conoscenza di questo blog, Sunny
Ntayombya, ci apre uno scenario per noi sconosciuto e, a dire il vero,
sorprendente. Riferendo, infatti, di una sua partecipazione a una
manifestazione per la raccolta fondi a favore di una Ong locale, Africa Solid,
non nascondeva la propria sorpresa nell’apprendere che i fondi raccolti
servivano per finanziare l’acquisto di pasti da portare agli ammalati dell’Ospedale
universitario di Kigali (CHUK), non in grado di provvedere autonomamente. L’autore
dell’articolo si domanda, quasi sconsolato “perché dovrebbero essere le famiglie
piuttosto che delle Ong a dover pensare a nutrire i pazienti nei nostri
ospedali, quando in tutto il mondo gli ospedali nutrono i loro pazienti?” La
risposta gli arriva da uno dei volontari di Africa Solid: “perché il CHUK e gli
altri ospedali in tutto il paese semplicemente non hanno fondi sufficienti per comprare le medicine e provvedere all'alimentazione dei pazienti”.L’articolo,
che ha suscitato numerose reazioni tra i lettori de The New Times, si conclude
con l’invito alle assicurazioni sanitarie, probabilmente la tanto pubblicizzata
Mutuelle de Santé che dovrebbe coprire tutti i cittadini rwandesi, perché si
facciano carico, magari aumentando i premi assicurativi, dei pasti dei loro
assistiti. Diversamente provveda il governo.Come si vede siamo di fronte a uno
scenario sorprendente: scoprire un
aspetto non propriamente in linea con i tanto conclamati progressi della
società rwandese.
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